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La scuola si aggiorna

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Presenza di rilievo quella di Roberto Ricci, responsabile delle rilevazioni fatte dall’Istituto Nazionale di valutazione del sistema di istruzione, presso l’auditorium della Scuola “Mestica”, Mercoledì 26 Settembre 2012, dalle 16,30 alle 18,30, nell’ambito del convegno promosso dall’Istituto Comprensivo via Tacito di Civitanova Marche.

Oggetto della conferenza, le tanto famigerate prove INVALSI (Istituto Nazionale Valutazione Sistema Istruzione), spauracchio degli alunni agli esami di Licenza Media, perché i test si sommano alle altre quattro prove scritte e terrore per gli insegnanti, perché sono chiamati alla loro correzione. Riconosciuta l’autonomia didattica alle singole scuole, era necessario dotarsi di strumenti con i quali misurare e verificare la qualità del servizio scolastico nazionale. Le prove INVALSI, di Italiano e Matematica sono lo strumento per la verifica delle competenze possedute dagli alunni. Hanno l’obiettivo di unificare la penisola da Nord a Sud e l’Italia all’Europa.

Anche gli altri stati europei fanno lo stesso nelle proprie scuole. Non si propongono di operare una sorta di schedatura tra scuole brave e quelle meno brave. In ogni valutazione del servizio scolastico occorre sempre tener conto del contesto sociale, culturale in cui le singole scuole operano. La scuola è fatta in buona parte anche dalla qualità degli studenti che la frequentano. Il confronto, se deve essere fatto, deve riguardare quelle scuole che a parità di condizioni “ambientali” raggiungono risultati differenti, in positivo o in negativo. Qualsiasi ordine di scuola: dell’infanzia, Elementari, Medie, Superiori non deve riprodurre le differenze che accoglie all’ingresso. Se fosse così, il servizio non raggiunge i propri scopi. Il punto di forza è sempre quello di raggiungere risultati migliori ed il confronto, all’interno di ogni singola unità scolastica sui risultati raggiunti dai propri alunni, non deve essere visto come un tabù. Si verifica sempre per progettare di nuovo e per correggere strumenti, metodi didattici messi in campo.

“I momenti di apparente sconfitta, diceva don Milani, non devono essere risolti con il pensiero rivolto alla moglie o ai figlioli, ma con la determinazione necessaria per pensare di fare qualcosa di diverso e più efficace domani mattina”. E’ una mia citazione detta a braccio. Gli alunni della Regione Marche, in base alle prove sostenute, si collocano su standard buoni, al pari di altre regioni più virtuose, Lombardia e Veneto. La verifica delle competenze possedute dagli alunni, in una scuola di massa, comune a tutti gli stati più sviluppati dell’Europa e non solo, è anche assunzione di responsabilità nei confronti dell’intera collettività. Dieci anni di scolarizzazione costano mediamente, per ogni alunno, circa euro 80.000,00 ed in tempi di contenimento della spesa pubblica è moralmente corretto verificare se questi soldi investiti nell’istruzione danno dei risultati in termini di conoscenze, abilità e conoscenze. Se salta la disponibilità finanziaria della scuola, salta tutto. E questo è comune anche ad altri stati, quelli che investono molto nella scolarizzazione di massa.

Certo, le prove INVALSI devono ancora attraversare diversi anni, fino al 2015, prima di poter dire che sono esenti da errori. Attualmente si verifica infatti che un anno le tabelle di valutazione sono troppo rigide e questo pesa negativamente nel giudizio finale, l’anno successivo sono meno rigide e questo pesa di meno nel voto finale. È stato un rilievo mosso da un’insegnante di Matematica presente al convegno. Degni di tutta l’attenzione sono i dati forniti da Roberto Ricci circa i tassi di ripetenza dei ragazzi di Scuola Media. Oscillano tra il 7- 8% ed investono una utenza che vive problemi di deprivazione socio culturale. La denuncia dei Ragazzi di Barbiana e di don Milani verso una scuola dell’obbligo che premia i bravi e respinge i somari è ancora valida? È una domanda, non fatta né dal relatore né da nessun insegnante presente al Convegno. Molti dei risultati negativi evidenziati dagli alunni possono anche risalire all’uso di libri di testo non adeguati a costruire negli stessi, abilità e competenze, ma questo è un problema secondario, è stato detto.

Ha senso, ha affermato il responsabile INVALSI, che l’insegnante di Matematica si fermi solo sul calcolo letterale, se le prove oggettive di verifica proposte dal Sistema di Valutazione Nazionale, vanno in altre direzioni o che l’insegnante di Lettere si limiti solo all’esame testuale di un brano letterario e non tocchi tutti gli altri generi, compreso anche il testo regolativo? A conclusione del Convegno, il dott. Franco De Anna, già dirigente tecnico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha invitato tutti a fare delle prove INVALSI una opportunità, sfatandone lo spauracchio. Gli insegnanti devono continuare a fare quello che hanno sempre fatto, confrontando ciò che uno si attende dal proprio lavoro, con l’ottenuto. Soddisfatta dell’iniziativa la dott. Mirella Paglialunga, direttrice dell’Istituto Comprensivo via Tacito di Civitanova Marche, che aveva invitato per l’occasione tutto il Collegio docenti della Scuola ed i responsabili delle funzioni obiettivo della Provincia di Macerata. •

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