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Le patatine fritte: un cibo spazzatura

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Nella spesa di tante persone non mancano quasi mai le patatine fritte. I consumatori “normali”, cioè quelli che non sanno cosa sia un’etichetta alimentare, conoscono ciò che comprano quando si portano a casa una busta di croccanti patatine fritte? Spesso si sente dire: “Ma che fa? Una volta ogni tanto non fa male!”. Può essere anche vero, però occorre capirci qualche cosa di più, perché l’ignoranza è sempre la madre di tutte le cattive abitudini, specialmente di quelle alimentari.

Le patate, si sa, sono entrate a far parte della nostra alimentazione ormai da qualche secolo, e rappresentano una fonte importante di energia, essendo ricche di amido, di sali minerali (potassio), di vitamine (vitamina C). Non è da trascurare l’apporto di fibra considerato il fatto che l’indice di sazietà delle patate non è elevato, e di conseguenza ne mangiamo in grande quantità. La patata sarebbe un buon alimento se non venisse consumato nei sacchetti delle patatine fritte, acquistate nei supermercati. Si tratta di chips (sfoglie di patate), chipster (impasto a base di fiocchi e fecola di patate 78%, olio vegetale, sale), pringles (nome commerciale), un miscuglio composto da farine di mais, grano, riso, da grassi, da emulsionanti, sale, aromi artificiali. Soltanto il 45% è costituito da materia prima derivata dalle patate. Quindi, attenzione a dire patate, perché si tratta, in realtà, di estrusi, cioè di impasti fatti uscire a pressioni altissime da stampi particolari che danno loro le forme più svariate. Per la cronaca, Pringles è un marchio di patatine prodotto dalla Kellogg, che l’ha acquisito dalla Procter & Gamble nel 2012 per 2,7 miliardi di dollari http://it.wikipedia.org/ wiki/Pringles – cite_note-0. Sono vendute in tutto il mondo, e fatturano ogni anno circa un miliardo di dollari.

Le Pringles Original hanno i seguenti ingredienti: patate disidratate, olio vegetale, grasso vegetale, farina di riso, amido di frumento, maltodestrina, emulsionante, E471, sale. Le Pringles Multigrain Classic sono composte dalle seguenti sostanze: multicereali (38%) (farina di riso, farina di granoturco, farina di malto d’orzo, semola di grano), olio vegetale, grasso vegetale, patate disidratate, maltodestrina, amido di frumento, amido di riso modificato, zucchero, emulsionante, E471, polvere di fagioli neri, sale. Chipster è il nome di uno snack salato a base di patate prodotto dalla Saiwa dagli anni ottanta. La caratteristica principale di questi alimenti è l’elevato contenuto calorico. Si viaggia intorno alle 536 k calorie ogni 100 grammi. Una confezione di Pringles Original che pesa 190 grammi apporta 999 calorie. Considerato che il fabbisogno medio di un giovane si attesta intorno alle 1800 Kcal al giorno, un tubo di Pringles fornisce metà delle calorie giornaliere! Un vero junk food ovvero cibo spazzatura! Un ragazzo non può consumare un tubo di Pringles e poi sedersi a tavola e mangiare normalmente.

Non bisogna dimenticare, poi, i danni alla salute dovuti alla presenza di composti tossici come ad esempio i radicali liberi che si formano durante la frittura e la famigerata “acrilamide”. L’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma, in un rapporto pubblicato pochi giorni fa, ha reso noti i risultati di una mega ricerca sul contenuto di acrilamide negli alimenti, effettuata su campioni di prodotti alimentari raccolti tra il 2007 e il 2009. Da questa ricerca risulta che l’acrilammide, un composto chimico nocivo perché ha proprietà cancerogene e genotossiche, in grado cioè di spezzare e di alterare la catena del DNA e dar luogo così a replicazioni cellulari sbagliate, è ancora molto diffusa. Di solito si forma nei prodotti alimentari ricchi di amidi durante la cottura a temperature elevate, come la frittura, la cottura al forno e alla griglia. Ovviamente non sono nocive solo le patatine fritte, ma dato il loro consumo molto diffuso tra i giovani bisogna correre ai ripari contrastandone o boicottandone la vendita.

Noi adulti abbiamo il dovere di “educare i nostri ragazzi” ad un consumo responsabile e consapevole, sia per la salute sia per le scelte che esso comporta. Le “scelte” per l’appunto. Come consumatori decidiamo la vita o la morte commerciale di un prodotto, scegliamo di finanziare questa o quella ditta, orientiamo le politiche commerciali delle multinazionali dell’agroalimentare. È ora di finirla di lamentarci di come va il mondo, se poi non si è capaci, come genitori, di fare una seria “politica” alimentare a casa propria. Dentro le mura domestiche possiamo incidere sul destino del mondo! Sembra esagerato, ma è così! Se infatti vietassimo a casa il consumo di patatine fritte, i figli ne parlerebbero in giro e contribuirebbero a diffondere uno sguardo critico sul mondo delle patate snack. Se molti si comportassero così, prima o poi la politica commerciale delle ditte produttrici di patatine snack cambierebbe.

Prendiamo il caso della Coca Cola senza caffeina, delle margarine diventate “buone” per l’assenza dei grassi idrogenati, dell’uso dei coloranti artificiali pericolosi per la salute ora in buona parte ridotti: sono stati i movimenti di opinione, in particolare negli Stati Uniti, a orientare diversamente le scelte delle grandi catene agroalimentari. Occorre promuovere il consumo di snack domestici, a base di pane e prodotti cucinati in proprio. Se proprio non si ha il tempo e/o la voglia, sarebbe opportuno acquistare prodotti più salutari, dando noi adulti per primi l’esempio.

Non si tratta di fare del terrorismo alimentare, anche se un po’ di paura non guasta, si tratta invece di dare una corretta informazione, in modo da essere consapevoli di ciò che si mangia. Quindi, se proprio si vogliono acquistare patatine fritte di produzione industriale, si scelgano almeno quelle i cui ingredienti sono costituiti esclusivamente da: patate, olio di semi di girasole, sale. Diffidiamo delle confezioni quelle che indicano un generico “olio vegetale”, quasi sempre “olio di palma”, delle buste trasparenti, in quanto la luce moltiplica la produzione di radicali liberi. Quindi, ingredienti semplici e chiari, e buste non trasparenti che garantiscono la conservazione al buio delle patatine fritte. •

Andrea Strafonda

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4 commenti

  1. Piero Maravalli

    Ottimo articolo.
    Sarebbe bello poter portare sistematicamente questi messaggi nelle scuole e, per educare con i fatti, far sostituire i distributori automatici delle merendine ecc. con panini preparati nelle famiglie e la distribuzione di buona frutta locale di stagione.
    Con l’associazione “La vita è bella” vogliamo provarci, in un progetto di collaborazione con i tanti tecnici preparati che saranno disponibili.

    • Diamo volentieri spazio al suo commento e all’associazione “La vita è bella”. Grazie per la segnalazione!

  2. Sto cercando una preghiera a S.Walter/S.Gualtiero e Google mi ha indicato il vostro sito ma non ho trovato niente. Ne avete una che potete condividere? Grazie mille per la vostra gentile risposta al mio e-mail!

    • Non abbiamo mai pubblicato preghiere a San Walter e San Gualtiero, le indicizzazioni di Google a volte seguono vie misteriose… Purtroppo non saprei cosa suggerirle, provi altri risultati nel motore di ricerca. Saluti

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