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Omaggio a Elio Diomedi

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egittologoAd un anno dalla scomparsa dello studioso di egittologia Elio Diomedi nato a Casette D’Ete e vissuto a Civitanova Marche (MC) è stata dedicata in suo onore la serata di giovedì 4 luglio 2013. L’evento organizzato dall’Archeoclub e dal Centro Studi Civitanovesi si è svolto a Civitanova Alta sotto il loggiato del palazzo Comunale (1867), davanti lo storico Caffè del Teatro (1896), con la collaborazione del titolare sig. Valentino Cerolini.

All’interno del locale pubblico sono stati esposti i modellini pazientemente preparati da Elio Diomedi che è stato possibile ritrovare. Sono intervenuti la prof.ssa Anna Maria Vecchiarelli e il dottor Alvise Manni, ai presenti sono state mostrate alcune foto sulle quattro conferenze tenute a Civitanova Marche con Diomedi e il dr Zahi Hawass, già Sovrintendente della Piana di Giza e direttore del Supreme Council of Antiquites. Sulla TV a grande schermo sono scorse anche una quindicina di foto panoramiche delle piramidi di Dashur, Saqqara, Giza, sul fiume Nilo e l’Egitto in generale, scattate durante i miei sei viaggi in Egitto, l’ultimo del giugno 2013. In ultimo gli organizzatori hanno donato un ritratto di Elio Diomedi su forex (30 x 40 cm) alla vedova Raffaella, opera della pittrice lorese Raffaella Tirabasso, mentre il sig. Cerolini ha donato ai tre promotori tre tazzine da caffè da lui dipinte a tema.

Uno “spettacolo nello spettacolo” sono state le danze orientali del Corpo di ballo della maestra e coreografa Alexia Sagripanti. Pur non disponendo di un palco le otto ballerine, esibitesi in danze Saidi, Shaabi (tipica del Cairo), con il tamburello e dei ventagli di seta, sono state molto apprezzate e applaudite. Curiosamente: la scuola di Alexia si trova in via Giovanni XXIII, ma questa è la prima esibizione pubblica a Civitanova Alta. «Ebbi l’occasione di incontrare lo studioso Elio Diomedi (1930 – 2012) il 6 ottobre 2010 alla fiera “Carta Canta” durante la proiezione del documentario di 52 minuti La piramide di Cheope una possibile soluzione per la sua costruzione», preparato da Studio3TV di Porto Sant’Elpidio, immesso anche nel circuito televisivo “History Channel”.

Ho ascoltato con piacere dalla sua viva voce la passione per le costruzioni in generale e per le piramidi in particolare. Diomedi ha dedicato con entusiasmo il tempo libero di trenta anni della sua vita a ricerche, prove ed esperimenti; la partecipazione per ciò che voleva dimostrare e come ri-costruire traspariva da ogni sua parola. Ha seguito la filiera dei blocchi di pietramonoliti dalle cave di calcare bianco di Tura e di granito rosso e grigio di Assuan, sperimentandone il trasporto lungo il Nilo, la levigazione e spiegando l’uso dei “legni corti”, citati da Erodoto.

Secondo la rivista “BBC History” la grande piramide, progettata dall’architetto Hemiunu, è composta di 2,3 milioni di blocchi di pietra da 1,5 tonnellate ciascuno, per un totale di circa 6 milioni di tonnellate di peso. Elio ha studiato anche la vita e le opere dell’architetto Imhotep (III dinastia) dedicandogli un libricino. Imhotep progettò la piramide a gradoni di Djoser a Saqqara, una delle prime tipiche piramidi egizie per la quale usò (forse per primo) blocchi di pietra al posto dei mattoni di fango. L’arch. Imhotep, vissuto intorno al 2725 a.C., fu anche visir e il primo medico egizio, in seguito divinizzato. Diomedi ammirava profondamente il popolo egizio, i suoi progettisti e costruttori che con grande abilità, perizia e impegno ci hanno tramandato opere straordinarie che ancora oggi si possono ammirare. Mi sono piaciuti il suo entusiasmo e la sua coinvolgente perseveranza per la ricerca dei metodi di costruzioni della piramide di Giza, una delle sette meraviglie del mondo antico.

Enigma antichissimo che molti hanno cercato di risolvere; le sue teorie e osservazioni sono state apprezzate dal dr Zahi Hawass. Se si vuole effettivamente rendere merito ai suoi studi e alla sua figura quando sarà realizzato gli deve essere dedicata una sezione del museo civico di Civitanova Marche, dove dovranno essere esposti i suoi modellini in scala. Se per allora saranno andati persi dovranno essere rifatti in copia fedele. Come ci sono giunte a noi le piramidi, così le ricerche, prove ed esperimenti di Elio Diomedi devono essere tramandati alle nuove generazioni, non possono finire nell’oblio. •

Eno Santecchia

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