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La camera 201

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numero 2«Ho scelto di abitare qui, nella camera 201, perché quando ho preso possesso dell’appartamento pontificio, dentro di me ho sentito distintamente un “no”. L’appartamento pontificio nel Palazzo Apostolico non è lussuoso. È antico, fatto con buon gusto e grande, non lussuoso. Ma alla fine è come un imbuto al rovescio. È grande e spazioso, ma l’ingresso è davvero stretto. Si entra col contagocce, e io no, senza gente non posso vivere. Ho bisogno di vivere la mia vita insieme agli altri». È Papa Francesco che si confida al direttore de La Civiltà Cattolica in un intervista del settembre scorso.

Da Santa Marta, dove papa Francesco ha scelto di vivere, la visione, l’orizzonte, la prospettiva di ogni cosa, il Vaticano, la Chiesa e il mondo, è necessariamente un’altra, diversa da quella che offre il Palazzo Apostolico, da dove “le persone si vedono come piccoli puntini che si muovono”. Si potrebbe dire che Santa Marta è, nel cuore della Chiesa, una singolare periferia e Papa Francesco pensa che a volte “la realtà si capisce meglio non dal centro, ma dalle periferie”.

Dalla periferia Papa Francesco ha sconvolto il mondo. Ha convocato il Concistoro per la creazione dei nuovi Cardinali per il prossimo 22 febbraio, Festa della Cattedra di San Pietro. Nel mese di maggio il Papa visiterà la Terra Santa (Giordania, Israele e Palestina) dove s’intrecciano le questioni della pace, della giustizia, della libertà religiosa, della città Santa di Gerusalemme, del ruolo della comunità internazionale e dei precari equilibri della regione Mediorientale in senso largo.

Poi, a ottobre, ci sarà il Sinodo sulla Famiglia con il risultato ed elaborazione delle riposte al Questionario che interroga la comunità ecclesiale su questioni di notevole rilevanza. Nel corso dell’anno dovrebbe prendere corpo la stesura della nuova Costituzione Apostolica che sostituirà la “Pastor Bonus”. La stessa Commissione per la protezione dell’infanzia annunciata dal cardinale O’Malley dovrebbe vedere la luce fissando un altro traguardo nella lotta e prevenzione degli abusi.

Dal 13 marzo 2013, giorno della sua elezione a Pontefice, la stampa ha fatto conoscere al mondo la biografia, i gesti, il linguaggio. I giornalisti hanno raccontato le udienze e gli incontri, le omelie quotidiane e i contatti con i fedeli in Piazza San Pietro, durante le visite alle parrocchie, lungo il viaggio in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù. È stato dato rilievo e amplificazione ad alcuni testi: la prima Enciclica (Lumen fidei), l’Esortazione apostolica (Evangelii gaudium), le interviste rilasciate ad alcuni giornalisti (sull’aereo di ritorno da Rio de Janeiro, a p. A. Spadaro, a E. Scalfari e ad A. Tornielli) e a diverse omelie come per esempio la prima nella Cappella Sistina, quella per l’inizio del suo Pontificato, la Messa a Lampedusa.

La stampa ha saputo anche dare risonanza alle ormai consuete “improvvisazioni” di Papa Francesco, alle aggiunte al testo scritto che pronuncia a braccio e che spesso ha conquistato i titoli o le prime pagine. Numerose sono poi le decisioni del Papa: il Consiglio di cardinali, le due Commissioni referenti, l’annunciata Commissione per la protezione dell’infanzia e alcune nomine di collaboratori vicini e fondamentali per portare a compimento i programmi di riforma voluti dal Pontefice e dalla stragrande maggioranza dei cardinali elettori. •

(ndg)

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Direttore de La Voce delle Marche

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