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Genesi e Big Bang. Parallele convergenti

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Genesi e Big Bang. Parallele convergentiQuesto libro a due voci, quella di un biblista e di un astrofisico, accosta due approcci al problema eternamente affascinante – sia per credenti, che per non credenti – sull’origine dell’universo e sul rapporto tra creazione ed evoluzione. Il primo contributo è del prof. Filippo Serafini, docente di ebraico e di introduzione all’AT presso l’Università Pontificia della S. Croce. Egli fa l’esegesi dei due racconti della creazione (Gn 1,2-3 e Gn 2,25), mettendo in risalto più che la formazione storica dei testi, che resta imprescindibile, il loro senso permanente, cioè il loro modo di affrontare le grandi domande della condizione umana e il grande interrogativo sull’origine e la finalità della creazione. Il secon-do contributo è del prof. Piero Benvenuti, astrofisico, docente ordinario di Astrofisica delle energie, e materie affini presso l’Università di Padova e la Facoltà teologica del Triveneto, dove tiene un corso su «Creazione ed evoluzione». Egli riporta le teorie relative su quel misterioso evento, ormai classicamente noto come Big Bang, verificatosi quindici miliardi di anni fa. Lo scopo del libro è quello di superare i contrasti, le antinomie e finanche i reciproci anatemi tra la cosiddetta scuola scientista e quella biblica fondamentalista. Con linguaggio piano, chiaro ed avvincente, entrambi gli autori guidano il lettore, anche il più inesperto a scoprire come non esista incomunicabilità tra scienza e fede a proposito del tema della creazione dell’universo. Il mondo, la creazione, si disvelano come il luogo concreto dell’esercizio delle libere possibilità dell’uomo. Diventa perciò ineludibile una ripresa del dialogo tra la teologia e le scienze della natura. •

Filippo Serafini – Piero Benvenuti

Genesi e Big Bang. Parallele convergenti

Teologia/Saggi, Cittadella Assisi 2013 – pp. 165 – euro 13,80
La Bibbia raccontataQuesto agile libretto è il 41mo della collana Sguardi delle EDB di Bologna, che si propone di offrire riflessioni, sintesi di libri più ponderosi, o collezioni di articoli a lettori non specialisti amanti del mondo ebraico (Bibbia e letteratura rabbinica), ma anche della filosofia e della musica. Squarci che danno a pensare (P. Ricoeur), concisi per essere ruminati nel modo migliore. L’autore è un professore emerito di Giudaistica all’Università di Vienna, specialista delle tradizioni talmudiche. Egli trasceglie tre figure dell’AT — Giona, Abramo e Mosè – per presentarcele sotto una luce diversa, in profili arricchenti, spesso sovversivi, tracciati dalla tradizione dei commentatori ebrei. Senza togliere la sorpresa al lettore, ne anticipiamo assaggi. Giona non è proprio quel profeta riottoso narrato dallAT, ma disvela lati positivi. In fondo al mare scopre il mistero della creazione, così come si spiega il motivo per cui vuol fuggire da Dio. Egli alla fine appare la figura dell’Israele sofferente in mezzo ai popoli. Di Abramo si colmano molte lacune biografiche. Ad esempio, cosa faceva prima di partire chiamato dal Signore, le persecuzioni cui fu sottoposto (di cui lAT non parla), il fatto che il suo essere benedetto lo rese contemporaneo di tutti le generazioni di ogni epoca. Abramo allora è la dimostrazione di come Dio sia costretto a ferire Israele, perché le ferite misteriosamente riconducono a Dio. Di Mosè ci si sofferma sulla sua nascita e svezzamento ed anche qui il lettore colma i vuoti di informazione; ad esempio il sogno premonitore che il Faraone di un Mosè che distruggerà l’Egitto, il nome di tanti personaggi originariamente anonimi come figlia del Faraone (Bitia), così come spiega perché Mosè divenne «impacciato di lingua», a causa di un carbone che gli bruciò (=purificò) l’organo con cui doveva pronunciare gli oracoli di Dio e la Torah. L’infanzia di Mosè prefigura la nascita e lo svezzamento di Israele nel Mare dei Giunchi. •

Giinther Stemberger

La Bibbia raccontata

Sguardi, EDB, Bologna 2015 pp. 67 – euro 7,50

 

a cura di Tonino Nepi

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