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Don Bosco: 200 anni e non sentirli

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Tre grandi contenitori hanno accompagnato i festeggiamenti per il bicentenario della nascita di don Bosco: la storia, la pedagogia, la spiritualità del “Santo dei giovani”. Grandi convegni internazionali hanno approfondito i primi due aspetti. Non è stato organizzato nessun convegno sulla spiritualità di don Bosco.
Eppure, la storia di don Bosco, le scuole professionali, la stampa, gli istituti sorti grazie al suo impegno in favore dei giovani, sono un tutt’uno con la sua profonda spiritualità. Da mihi animas coetera tolle. Era il suo motto. Dammi le anime, prenditi il resto. Già in un suo libro Don Bosco con Dio, Eugenio Ceria, uno dei suoi più grandi biografi, faceva notare che la santità di don Bosco è la sintesi di azione e orazione. La preghiera accompagna l’azione in ogni attimo della sua vita. Pio IX, nel rito della canonizzazione affermava: “Per don Bosco, l’educazione non deve essere soltanto fisica ma soprattutto spirituale, deve esercitare e rafforzare lo spirito, disciplinandone i moti incomposti, fomentandone le tendenze migliori e tutto dirigendo verso un ideale di virtù, di probità e di bontà. Educazione, quindi, piene e completa che abbracci tutto l’uomo, che insegni le scienze e le discipline umane, ma che non trascuri le verità soprannaturali e divine”.
Se mai mancasse un approfondimento su quest’aspetto, la strenna “Con Gesù, percorriamo insieme l’avventura dello spirito” del Rettor Maggiore don Angel Fernández Artime, inviata a tutta la Famiglia Salesiana, colma questa lacuna. “Gesù è la porta di entrata e il centro di tutta la nostra riflessione. Solo con Gesù, in Gesù e da Gesù potremo fare un cammino che sia realmente significativo e decisivo per le nostre vite”.
Il cammino che facciamo con lui ha una dimensione comunitaria ed ecclesiale, aspetti essenziali del messaggio cristiano. Il cammino è un’avventura dello Spirito ed è un percorso d’interiorità. “Interiorità è la viva coscienza che tutto sta dentro l’Assoluto, in Dio.
L’interiorità non è il luogo dove io mi ritiro per propria decisione, ma è arrivare a rendermi conto che sto dentro Qualcuno”. L’avventura dello Spirito è un cammino di spiritualità, come ci hanno insegnato tutti i più grandi maestri: don Bosco, Sant’Ignazio di Loyola, Santa Teresa D’Avila, San Giovanni della Croce. “Nel Vangeli, quando Gesù di Nazaret si riferisce all’orazione, alluda a un luogo segreto, nascosto, abitato da Dio: “Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt. 6, 6). Il testo e il video della strenna sono scaricabili dal sito www.sdb.org. Don Claudio Belfiore, presidente del Centro Nazionale Opere Salesiane (CNOS), ha tenuto la conferenza proprio sulla strenna del Rettor Maggiore, venerdì 29 gennaio 2016, alle ore 21,15, al teatro Conti di San Marone, presenti molte persone, tra le quali don Emilio Rocchi, parroco di Santa Maria Apparente e amico di don Claudio.
Quest’ultimo ha diviso il proprio intervento in tre momenti. Ha illustrato dapprima i motivi che hanno portato don Angel Fernández Artime a scrivere la strenna dando a essa quei contenuti riportati sopra. In un secondo tempo ha fatto vedere il video sulla strenna. In un terzo momento ha richiamato alcuni passi della “Evangeli Gaudium” di Papa Francesco dove risulta forte l’invito del Papa ad un cammino di interiorità per essere veri seguaci di Cristo: “La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria. La sperimentano i settantadue discepoli, che tornano dalla missione pieni di gioia (cfr. Lc 10,17). La vive Gesù, che esulta di gioia nello Spirito Santo e loda il Padre perché la sua rivelazione raggiunge i poveri e i più piccoli (cfr. Lc 10,21).
La sentono pieni di ammirazione i primi che si convertono nell’ascoltare la predicazione degli Apostoli «ciascuno nella propria lingua» (At 2,6) a Pentecoste. Questa gioia è un segno che il Vangelo è stato annunciato e sta dando frutto. Ma ha sempre la dinamica dell’esodo e del dono, dell’uscire da sé, del camminare e del seminare sempre di nuovo, sempre oltre. Il Signore dice: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo, infatti, sono venuto!» (Mc 1,38).
Quando la semente è stata seminata in un luogo, non si trattiene più là per spiegare meglio o per fare segni ulteriori, bensì lo Spirito lo conduce a partire verso altri villaggi” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, capitolo primo, la trasformazione missionaria della Chiesa, par. 21.) •

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