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La “grazia” di don Marco

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Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te,
gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace.
Sant’Agostino, Confessiones

Riassumere in pochi passaggi la storia della mia vocazione non è facile, visto il lungo periodo in cui è maturata. Di certo ricordo che fin dall’adolescenza mi stupivo, pur avendo un carattere aperto e portato alla relazione, di non riuscire a trovare una pienezza nelle attività e negli svaghi tipici dei miei coetanei, che non sono mai riusciti a riempirmi completamente il cuore; di contro traevo gioia dalla partecipazione alla Messa, di cui assaporavo intimamente, senza comprenderne pienamente i motivi, la bellezza.
Nel mio cuore avvertivo un profondo Desiderio di senso, un’inquietudine che, avrei scoperto solo con gli anni, nulla può saziare se non l’amore del Signore Gesù; all’epoca non lo avevo ancora compreso … e cercavo di darmi risposte tentando di emergere sugli altri, “primeggiare”, nell’unico contesto in cui ciò mi fosse possibile: il successo negli studi ed il conseguimento dei voti più alti della classe.

Dopo una crisi dolorosa ma provvidenziale, ho riscoperto nella solitudine l’abbraccio amorevole del Cristo nella preghiera e la sua presenza accanto a me.

Questa situazione si è protratta senza grandi cambiamenti anche nei primi anni dei miei studi di Lettere Antiche nell’Università di Perugia, fino al momento in cui l’ansia da prestazione, per rimanere sempre ai primissimi posti, mi ha portato ad un profondo periodo di svuotamento interiore e ad un conseguente blocco; crisi dolorosa (non ero più il “grande studioso” che collezionava 30 e lode) ma provvidenziale, che mi ha fatto riscoprire, nella solitudine che occupava parte delle mie giornate, l’abbraccio amorevole del Cristo nella preghiera e la sua presenza accanto a me. È stato allora che una profonda Pace – dopo tanto tempo – è scesa sulla mia anima.
Uno snodo fondamentale all’interno di questo periodo è stato l’arrivo come parroco nel mio piccolo paese – Montefalcone Appennino – di Don Marco Rubiu, una figura che ho avuto la grazia di poter frequentare da vicino; la sua persona e la sua profonda spiritualità monastica mi hanno testimoniato “plasticamente” cosa significhi aver incontrato davvero il Signore ed appartenere a Lui solo. È stato soprattutto grazie a Don Marco che ho finalmente compreso con chiarezza che il Signore mi chiamava a donargli la mia vita ed a seguirlo. Ed eccomi qui… •
Francesco

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