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Mons. Luigi Conti, mons. Nunzio Galantino, don Vinicio Albanesi (foto di Federico De Marco, Cronache Maceratesi 28 maggio 2016)

Le intimidazioni non fermano la carità

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Civitanova Marche: Inaugurazione della casa della carità “don Lino Ramini” 

Sarà stata l’importanza dell’evento, ma al teatro “Conti” di San Marone sabato 28 maggio 2016, alle 11,00 c’era una folla veramente notevole, per l’inaugurazione della nuova caritas diocesana di via Parini. Sul volto di tutti c’era gioia. La Caritas cittadina ritorna dopo circa un decennio nella sua prima sede opportunamente restaurata, grondante di bellezza, grazie all’impegno profuso dalle maestranze della ditta Sardellini, dall’architetto Barbara Moschettoni che ha seguito tutti i lavori di restauro. L’impresa, finanziata con i fondi della diocesi e la donazione cospicua di un imprenditore civitanovese, è costata oltre un milione di euro. L’otto per mille dato alla chiesa nella dichiarazione dei redditi serve per finanziare la costruzione di luoghi di culto e di servizio come questo.
Tanti sacerdoti, ha ricordato l’arcivescovo mons. Luigi Conti, hanno seminato nel corso degli anni, nelle parrocchie di Civitanova Marche, il seme della carità, da don Eliseo Scoroli a don Lino Ramini di cui ricorre il decimo anniversario della morte, da don Alvaro Forcellini a don Genesio Cardelli, da don Lauro Chiaramoni a don Sebastiano Serafini che ha avuto il merito di tenere la barra sempre diritta, evitando il naufragio e fondando il Direttivo della Caritas.
La nuova Casa della Carità “don Lino Ramini” non è un surrogato dei servizi sociali né una delega da parte della società civile. È un’esperienza forte di chiesa che esiste da duemila e più anni, fondata non solo sul fare memoria dell’Eucaristia ma anche sulla diaconia, sul servizio verso i fratelli più deboli. La nuova casa della carità servirà tredici comuni del maceratese appartenenti alla diocesi di Fermo. Mons. Luigi Conti ha invitato tutti i parroci presenti in teatro a confidare nella provvidenza. I segnali d’intimidazione che hanno colpito ben quattro chiese del fermano non ci devono intimidire.
Quelli che hanno compiuto questi gesti insani, ha commentato mons. Nunzio Galantino, segretario generale CEI, sono solo dei vigliacchi. Sarebbe meglio che non ci fossero attentati con ordigni esplosivi davanti alle chiese come è accaduto, ma se ci sono vuol dire che si sta lavorando nella giusta direzione. Misericordia è avere sovrabbondanza di cuore ripiegato verso il misero, è non girarsi mai dall’altra parte per non vedere la povertà e la miseria. Chi parla oggi di un eccesso di misericordia che va a scapito della giustizia, è in malafede o è un ignorante. Giusto è chi guarda la storia con gli occhi di Dio. Nella Bibbia la misericordia cammina con la giustizia. Dio ha il suo piano di amore sull’umanità. Tocca a noi stare e guardare dentro la storia dei giorni nostri e dare risposte di carità agli ultimi. Certo, ha continuato mons. Galantino, anche nella chiesa ci sono episodi che non vanno a favore di questa visione. Ma i pochi casi negativi, che pur ci sono e vanno stigmatizzati, sono di molto inferiori di numero a quelli positivi.
Don Alberto Spito, parroco di Civitanova Alta e vicario foraneo di Civitanova Marche e Potenza Picena, ha ricordato che la fede del credente si rende operosa attraverso l’esercizio della carità. La Caritas cittadina inizia i suoi primi passi agli inizi degli anni ottanta su indicazioni di don Lino Ramini. Continua negli anni successivi con l’apertura della sede di via Parini nei locali dell’asilo che circa novant’anni fa Adriano Cecchetti aveva aperto in favore dei figli degli operai che lavoravano nell’omonima fabbrica chiamata familiarmente da tutti i civitanovesi “La Cecchetti”. Dopo la chiusura della Caritas di via Parini perché ritenuta inidonea, i servizi della stessa venivano prima trasferiti in alcuni locali dell’ex Liceo Scientifico situato in una zona periferica poi suddivisi sul territorio: la distribuzione cibo e vestiario nei locali della Parrocchia San Gabriele, la mensa e il centro di ascolto in via Fiume, in alcuni locali della Parrocchia Cristo Re. La ristrutturazione della nuova sede consente di riportare in via Parini quasi tutto: la mensa, la distribuzione del cibo e del vestiario, le camere, lasciando nella parrocchia San Gabriele solo sei posti letto, presso la “tenda di Mamre”.
L’architetto Barbara Moschettoni ha illustrato l’opera di restauro dello stabile di via Parini. È stata mantenuta solo la facciata così come fu voluta da Adriano Cecchetti, mentre sono stati ridisegnati completamente e fin dalle fondamenta gli spazi interni per rispondere ad esigenze diverse da quelle di un asilo. Al secondo piano sono state approntate tredici camerette per il soggiorno notturno, al primo sono stati sistemati: la mensa, il Centro d’ascolto, una sala per la distribuzione del cibo ed un’altra per quella del vestiario. I lavori di restauro si sono protratti per circa tre anni.
Il vicesindaco Giulio Silenzi ha portato i saluti del sindaco e dell’amministrazione comunale. La nuova “Casa della Carità don Lino Ramini”, ha rilevato, è una risorsa preziosa per la città e per tutto il territorio. Il dott. Galliano Micucci, amministratore della “Cooperativa 13 maggio” ha ricordato commosso la figura di don Lino Ramini ed i trentacinque anni di attività della cooperativa. Nata con l’intento di coniugare sapientemente la dimensione sociale con quella religiosa, volute fortemente da don Lino, oggi la cooperativa gestisce diciotto alberghi e ha 280 dipendenti tra stagionali e fissi. La proiezione di alcune diapositive sugli anni degli esordi e su quelli successivi del sodalizio ha dato più vigore alle parole dette. La foto dà la dimensione del tempo trascorso, la parola evoca risultati raggiunti grazie alla speranza sempre coltivata in nome della fede, come insegnava don Lino.
Don Vinicio Albanesi ha coordinato sapientemente tutti gli interventi che si sono succeduti sul palco del teatro “Conti”. Alle 12,30 una folla di fedeli si è riversata nella vicina via Parini e dopo il taglio del nastro della “Casa di Carità don Lino Ramini” è entrata nello stabile ammirandone la bellezza del restauro. •

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