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I Sabati del Giubileo

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Giornata di formazione per la Famiglia Salesiana delle Marche, Sabato 24 settembre 2016, presso il Centro Giovanile “Giovanni Paolo II” di Montorso, a Loreto. L’incontro ha avuto inizio alle 15,00 con un momento di preghiera iniziale, al quale ha fatto seguito la catechesi sulla misericordia, tenuta da don Michele Falabretti, direttore del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile.
Tanti sono i tempi sotto la volta celeste. C’è un tempo per fare ed uno per ascoltare. Darsi un tempo per se stessi e lasciarsi provocare dal vangelo è quello che occorre. La pagina letta è stata quella del vangelo di Giovanni che parla della donna adultera. “Anche io non ti condanno. Va’ e non peccare più”. In tempi di sfide come quelle attuali, il Cristiano deve chiedersi: Chi sono, cosa posso fare, come devo essere e cosa vogliamo fare come Chiesa, come comunità di credenti, e come vogliamo essere davanti alle sfide che ci provocano.
Il Mediterraneo è diventato un cimitero a cielo aperto. Dio ha un sogno sull’umanità qualsiasi essa sia. Non può continuare all’infinito il disprezzo della vita umana. I mercanti di morte lucrano sulla povertà altrui. Anche noi dobbiamo avere un sogno, quello di un mondo che cambia, di una vita nuova. Senza sogni non si può vivere. Si va fuori di testa. Il sogno invita ad andare oltre la realtà. È legato al desiderio. Quest’ultimo termine rimanda a due parole latine: de sideribus, (sidus, sideris= stella, de= da), dalle stelle. I desideri sono legati alle cose che arrivano dall’alto. Vengono da fuori e ci dicono chi siamo e cosa vogliamo.
Tutti desideriamo non essere soli. Le relazioni sono le particelle elementari del nostro vivere quotidiano. La bestia più brutta per l’anziano è la solitudine. Bambini e nipotini rappresentano per i nonni la continuità con la vita. Questi ultimi sono preziosi per i primi perché dicono con la loro presenza che i nipoti sono cari ai loro occhi. Voler bene a qualcuno è dirgli non solo a parole, ma con gesti, che è una cosa preziosa. Tutto ci è stato regalato. La vita va accolta e donata agli altri. Tutti siamo il frutto di un dono, per questo dobbiamo vivere la nostra umanità da fratelli.
La vita ci tradisce. Ci avvelena. Non è più bella come lo era nei sogni della giovinezza. Abbandoni, tradimenti, delusioni costituiscono l’altra faccia della medaglia. E’ proprio quando si fa l’esperienza che le cose non vanno come noi vorremmo che c’è sempre l’approdo alla grazia ed alla fede. La vita è la vita. La preghiera è la sola che ci appaga. Tutto è grazia. Nelle Beatitudini, i verbi sono tutti al futuro. Un mondo diverso lo si costruisce un po’ alla volta. La misericordia cambia il mondo e la propria vita. Anche quando abbiamo la percezione di essere traditi dall’altro, la mia umanità si realizza in pieno quando offro perdono. Se ci lasciassimo prendere dalla deriva egoistica, il mondo sarebbe una giungla. Occorre sempre credere nell’amore oltre la ragione e amare oltre ogni misura. La croce di Cristo ce lo sta ad indicare ogni giorno.
Occorre saper rileggere la propria storia con gli occhi di Gesù che riscrive la storia della donna adultera ed è capace di riscrivere la nostra storia. Anche lo scarto è una cosa preziosa agli occhi di Dio. Il sogno di nuove relazioni fondate sull’amore si realizza quando siamo capaci di ascoltare gli altri. Gesù ci dice come all’adultera: Va e fai tutte le cose che ti sono possibili. Si può onorare la vita. Il volto vero della nostra umanità va ricercato nelle Beatitudini. La misericordia ci deve raggiungere dentro.
Terminata la catechesi, dopo alcuni interventi dei presenti, stimati in una cinquantina di persone, alle 17,00, ha preso avvio il pellegrinaggio verso la Santa Casa. Alcuni canti, accompagnati dal suono della chitarra, hanno reso più bello il cammino dei partecipanti. Dopo la Santa Messa in basilica, presieduta dal rettore del santuario e concelebrata dai sacerdoti salesiani presenti all’incontro, verso le 19,30, c’è stata la consumazione della cena offerta dal Centro Giovanni Paolo II e consumata sulla piazza della basilica.
Alle ore 21,00, la veglia nella Casa di Nazareth ha reso ancora più emozionante e toccante l’intero pomeriggio. Trovarsi nello stesso luogo dove “Il Verbo si è fatto carne” metteva i brividi. Eravamo, chi in piedi, chi seduti in terra, nello stesso posto dove era avvenuto il sì di Maria. Canti, letture, riflessioni, testimonianza di suor Ilaria della Congregazione Salesiana “Figlie di Maria Ausiliatrice”, insegnante di Storia e Filosofia in un istituto salesiano di Roma, hanno fatto da contorno al tutto.
L’organizzazione messa in campo dai volontari del Centro Giovanile “Giovanni Paolo II” di Montorso è stata impeccabile. L’iniziativa “I Sabati del giubileo” si tiene nel centro secondo un calendario prestabilito e per l’interessamento di alcuni Salesiani Cooperatori è stato possibile vivere questo momento anche noi come Famiglia Salesiana delle Marche. Un libretto, contenente il programma, i canti, la liturgia della parola, distribuito a tutti i partecipanti, ha favorito la fattiva partecipazione di tutti. •

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