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Roma: Assemblea Nazionale Fisc. I componenti del seggio elettorale tra cui il direttore de La Voce delle Marche

Imperativi: dignità, verità, professionalità

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In tre rappresentano le Marche al direttivo Fisc.

Eletto nuovo direttivo Fisc (Federazione italiana dei Settimanali cattolici). L’elezione è avvenuta venerdì 25 novembre, nel corso della XVIII assemblea nazionale elettiva in programma dal 24 al 26 novembre, dedicata al tema “Tutto è connesso, tutto è collegato”. L’assemblea elettiva è un appuntamento triennale volto a costituire il nuovo Consiglio nazionale. È iniziata giovedì 24 novembre con una riflessione di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. Venerdì si è proceduto al voto. I votanti sono stati 141. Nel Consiglio nazionale, oltre agli eletti, siederanno anche i delegati regionali. Per le Marche c’è Simone Incicco, dell’Ancora, di San Benedetto del Tronto.
Le Marche hanno tre rappresentanti al Consiglio: oltre a Simone Incicco, Carlo Cammoranesi e Francesca Cipolloni. Il momento più importante dell’Assemblea è stato di sicuro giovedì pomeriggio quando hanno parlato il presidente uscente, Francesco Zanotti e Carmine Mellone e il segretario della Cei.
Abitare le periferie, essere voce dei territori e degli ultimi, costruire ponti. Una missione che a cinquant’anni dalla nascita deve indurre la Fisc «a raccogliere un’eredità che è patrimonio da spendere nel tempo presente». Perciò gli stessi settimanali sono chiamati ad ‘abitare’ in maniera piena la realtà. In sinergia, facendo rete, anche con i media cattolici nazionali. A ricordare, in apertura dei lavori, l’impegnativo ma esaltante compito di essere professionisti alla luce della fede e al servizio della verità è il segretario generale della Cei, il vescovo Nunzio Galantino, chiedendo ai giornali diocesani di «farsi voce delle periferie», soprattutto di «quelle che spesso mediaticamente vengono ignorate o strumentalizzate ». Per guidare il discernimento e una lettura equilibrata dei fenomeni», liberando le persone dalla «dittatura delle emozioni». Amare la verità, vivere con professionalità e rispettare la dignità umana. Restano questi tre imperativi secondo mons. Galantino riprendendo le parole rivolta a suo tempo dal Papa all’Ordine dei giornalisti. La mission dei settimanali cattolici è ricercare con «fantasia pastorale» nuovi sentieri da percorrere perché «una nuova primavera della comunicazione ecclesiale torni a fiorire». Un bisogno quanto mai necessario, ricorda monsignor Galantino, da perseguire con «un po’ più di coraggio», purché «le mete della sostenibilità e dell’efficacia siano inscindibilmente tenute presenti».
«Possiamo chiederci – sottolinea a tal proposito – se le somme destinate alla comunicazione siano considerate un costo o un investimento. Possiamo esigere che siano viste come un investimento. Ma non possiamo più permetterci che quell’investimento non produca frutti». Per questo è fondamentale non sostituire la verità con l’opinione; un’attitudine che molte volte caratterizza il mondo dell’informazione. Nell’esame di coscienza che chiede ai presenti, monsignor Galantino invita ad «abitare lealmente il contesto». L’impegno, dunque, va collocato nel tempo in cui si è chiamati ad operare. Conservazione e innovazione comunque devono andare di pari passo, come pure «scommettere fino in fondo sulle sinergie» tra realtà informative territoriali e con i media nazionali della Chiesa italiana. •

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