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RITRATTI: Gabriela Contenti

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I Romani non sbagliavano: nomen omen, nel nome il destino. Nel nostro caso il destino è nel cognome: Contenti. Perché la signora Gabriela (con una elle sola) contenta lo è proprio. E contenti sono quelli che le stanno attorno o che lei incontra quotidianamente.
Vedova e pensionata, non vive da pensionata. Anzi, la sua giornata non finisce mai, gli impegni si moltiplicano. Non conosce il termine depressione né quello di scontentezza.
contenti-befanaGabriela non perde tempo con la televisione, «che ci propone soltanto le disgrazie» commenta. Ha mille cose di cui occuparsi. Me le scandisce quasi stagionalmente, come se consultasse un’agenda mentale. Montegranarese di adozione, ha da poco finito il mercatino per san Serafino patrono. Per la pesca di beneficenza ha preparato borse, borsellini, borselli, grembiuli. Il materiale glielo hanno donato gli artigiani e gli imprenditori veregrensi che la conoscono e l’apprezzano. Lei ha smontato la camera delle figlie, oggi sposate, e l’ha trasformata in un piccolo laboratorio di cucito da cui sforna i prodotti di cui sopra. A Monte San Giusto e a Montegranaro, ma anche a Grottazzolina, la chiamano gli amici dell’Università della Terza Età perché insegni cucito a giovani e adulti. Tra qualche giorno, passate le feste dei santi e dei morti, insieme ad alcune amiche: Mariella e Anna, inizierà a preparare gli indumenti per il presepe vivente di Montegranaro. Non solo: per l’Avis, presieduta da suo genero Dino Pesci, cucirà 800 calze che gli avisini riempiranno di doni per i bambini della cittadina, ma che lei e le sue compagne, vestite da Befane (e qui Gabriela fa la battuta) consegneranno nel tempo di Natale. Passata Pasquetta, l’impegno sarà quello per i vestiti di Carnevale. Se a febbraio qualche studente delle medie non partecipa alla settimana bianca, Gabriela va in aula ad insegnare quel che un tempo era l’economia domestica, cucito soprattutto.
Quando, con i primi caldi, gli anziani partono per Salsomaggiore lei è nominata capo-gruppo, perché capace di grande animazione. Stesso ruolo a luglio, quando si va al mare a Civitanova Marche.
Vivace, spumeggiante, allegra. Vive solo della sua pensione. Quel che fa è tutto gratuito, nel senso più nobile del termine: dà il suo tempo agli altri, guadagnandone in allegria e felicità. Ma come fa? «Prendo la vita come viene» risponde, scorgendovi ogni giorno qualcosa di buono e di bello.
Se Jacques Attali l’avesse conosciuta, l’avrebbe inserita nei suoi «transumani» di cui trattò nel libro del 2008, tra quelle «persone che tra 60 anni ridaranno l’umano all’uomo: l’economia dell’altruismo, della disponibilità gratuita, del dono reciproco, del servizio pubblico, dell’interesse generale». In questo caso non fra 60 anni, già oggi. •

Gabriela Contenti ha 74 anni. Nata a Monte Urano, risiede a Montegranaro, da sei anni vedova di Romano Gazzani, ha due figlie e tre nipoti. Dopo la Scuola dell’Avviamento professionale, ha imparato il cucito dalla mamma e dal babbo che aveva un’azienda calzaturiera a Monte Urano. Fa parte della Caritas cittadina. Ama cucinare. La domenica riunisce la famiglia preparando tagliatelle al cinghiale, crepes di ricotta e spinaci, maltagliati con funghi porcini. Per la sua chiesa dei santi Filippo e Giacomo, restaurata lo scorso anno, ha cucito tovaglie e coperture delle sedie. Per il Teatro comunale La Perla ha aggiustato le poltroncine. «È bello vivere intensamente».

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