Home » attualità » Uomini divini e umanoidi di fango
Smerillo senza strade, ammantata da tanta neve

Uomini divini e umanoidi di fango

Stampa l articolo

Neve e scosse sismiche suggeriscono domande su chi è l’uomo

Salmo 8: “Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato.”
”Eppure – annota Ecclesiaste – tutti sono diretti verso la medesima dimora: tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna nella polvere.”
E Orazio: “Siamo polvere e ombra – Pulvis et umbra sumus”.
Qual è, dunque, la verità sull’uomo? Grandezza o miseria? Miseria. In sé l’uomo è polvere, il suo destino di abitatore della Terra è il nulla, la vita gli è preclusa, gli è preclusa la stanzialità, la confidenza nella stabilità. Questa è la sua verità, non può farsi illusioni, non può lamentarsi di niente, perché in sé non vale niente, non è capace di niente. La morte, i terremoti, le catastrofi, i disagi sono i suoi stigmi, le sue marche di riconoscimento.
Vale solo perché Qualcuno si ricorda di lui, ma quel ricordarsi è al modo di quel Qualcuno, non certo a misura delle aspirazioni umane. E solo se quel Qualcuno se lo ricorda, allora l’uomo è grande, è poco meno di un dio.
Tutto qui? Tutto qui. Ecco perché i veri uomini, miseri e grandi, oggi sono gli sfollati, i terremotati, coloro che testimoniano fino in fondo la derelizione e la sua verità, e con essa l’apertura alla possibilità che Qualcuno si ricordi di loro, e allora saranno come esseri divini.
Ed ecco il nostro peccato: quello di non essere come loro, quello di non essere con loro a custodire greggi e armenti, quello di vivere nella falsità delle false sicurezze, quello di credere nella possibilità di grandezza.
La cosa più assurda è che in questi stessi giorni, a vario titolo, nel mondo si aggirano tanti che si ritengono potenti. Inutile citarli per nome, sono tutti uguali. Credono di essere, credono di potere, la loro insensatezza è pari soltanto alla loro protervia; domani più nessuno li riconoscerà, perché “la sconoscente vita che ‘i fe’ sozzi / ad ogni conoscenza” li avrà fatti “bruni”. Saranno spazzati via perché sono solo polvere; ma, essendosi ritenuti molto più che polvere, quel Qualcuno che si ricorda dei derelitti non potrà ricordarsi di loro.
I potenti che abitano su grandiose magioni e che reputano di avere nelle mani il destino delle nazioni e del mondo, e che governano in nome e per conto del culto della cupidigia, saranno giudicati da coloro che oggi sono sommersi dalla neve e angustiati dallo scuotersi della terra. Non sarà un giudizio accusatorio; basterà la luce degli esseri di polvere, ma fatti poco meno che essere divini, a disperdere coloro che saranno, come oggi sono, di solo fango, di sola cenere. •

Terremoto e neve
Preghiera a Sant’Emidio con ἐπίνοια sulla condizione umana

di Giovanni Zamponi

Sant’Emidio protettore,
fa’ la veglia tu in queste ore;
fa’ la veglia al territorio,
anche senza l’ostensorio

trasportato in processione,
o altre immagini ed icone;
sciogli pure un po’ la neve
e l’angoscia ci sia breve.

Derelitti e disperati,
ci sentiamo abbandonati,
quasi inutili viventi
senza senso ed impotenti.

Ma se fosse qui la chiave
dell’intendere? Ché schiave
troppo son le aspettative
di stagioni sempre vive,

di sicure progressioni
verso miti e suggestioni,
verso mete ardite e in alto,
donde dare ai cieli assalto.

Con la terra tremebonda
s’appassisca in noi la fronda
d’ogni alloro più ostentato
senza meriti, e rubato.

In un circo tutti quanti
siamo tra falsi giganti,
d’ogni limite impazienti,
d’ogni veto insofferenti.

Forse è saggio ripartire,
forse è saggio definire
ciò che amiamo e ciò che siamo
per intender dove andiamo.

Sant’Emidio, Emidio santo,
t’imploriamo: stacci accanto;
e non solo a protezione,
ma a sanarci ogni illusione!

Smerillo isolata

Abbiamo letto in questi giorni che Psyche, l’asteroide scoperto da un italiano, vale 10mila quadrilioni di dollari: la Nasa lo raggiungerà nel 2030. Eppure accanto a questa notizia ce n’erano altre in cui piccoli paesi del fermano erano rimasti isolati. Senza energia elettrica, senza acqua e senza viabilità.
Smerillo, ad esempio, un bel paesino abbarbicato su un dirupo, è rimasto abbandonato per tre giorni ammantato dalla neve e scosso dal terremoto. Gli spazzaneve si sono fermati al cimitero. Chi voleva uscire di casa doveva munirsi di una pala e tracciare la “rotta”, uno stradellino che permette di non affondare nella neve. Ma chi è malato? chi è anziano? chi deve andare dal dottore? un’urgenza?
No probelme!
Nel 2030 si troveranno soldi e idee per andare su Psyche perché, dicono, sia ricca di materiali preziosi.
Forse, prima dell’asteroide, non sarà il caso di andare a liberare dall’isolamento i luoghi che la neve, la pioggia, le frane spesso isolano? •

About Giovanni Zamponi

Vedi anche

Senza scuola non si cresce

Visso: il terremoto cancella anche i segni di una scuola fortemente voluta dalla popolazione “Il …

Un commento

  1. Grazie dott.Zamponi …molto utile per non perdere la speranza

Rispondi a Emma Rossi Annulla risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: