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Disarmare le parole

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Molto partecipato l’incontro al seminario arcivescovile di Fermo con il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, sul tema voluto da Papa Francesco: “La verità vi farà liberi. Notizie false e giornalismo di pace”, svoltosi il 15 novembre.
Dopo i saluti del sindaco, Paolo Calcinaro, e una riflessione sull’uso dei social network, il rettore del seminario e direttore de La voce delle Marche, don Nicola Del Gobbo, ha introdotto il tema di questo secondo incontro per il decennale della testata giornalistica diocesana.
“Come verificare se il mio pensiero è verità? E soprattutto con chi posso confrontarmi?”. Queste le domande poste al direttore di Avvenire in un’epoca di informazione 4.0 in cui non è semplice distinguere il vero dalle fake news.
“Fare il giornalismo di pace nel tempo delle parole armate usate con veemenza, non è facile. – Ha esordito Marco Tarquinio. – C’è un clima da aver paura, alimentato spesso anche dai leader politici che vanno incontro alla gente non per tranquillizzarla ma per ingigantire i problemi. Basti pensare – ha aggiunto – che una percentuale molto alta di italiani concepisce un’idea razzista. Bianco e nero. Nord e sud. Maschio e femmina. C’è un’informazione armata che innesca una guerra tra poveri italiani contro poveri stranieri. C’è da far pace con l’umanità in questo tempo. – Ha concluso il direttore di Avvenire – Mi auguro che la verità prima o poi emerga. C’è un bisogno assoluto. E contro gli oligopoli che oggi controllano l’informazione, solo i piccoli network locali, i piccoli nuovi editori, senza condizionamenti, possono essere una salvezza, garantire la libertà di pensiero e di stampa e avere il ruolo di chi fa informazione a servizio della gente. Non so se il giornalismo sia un potere ma so, invece, che deve essere un servizio!”
Vincenzo Corrado, direttore dell’agenzia di stampa SIR (servizio informazione religiosa), ha spiegato il ruolo di un’agenzia nello smascherare notizie false: “Il male dell’informazione va sconfitto con notizie di redenzione. Questo non significa buonismo ma, al contrario, spezzare la spirale di comunicazione che fa circolare sentimenti di odio. Ogni giorno è necessario un grande impegno professionale per la lotta alla disinformazione, al superamento dello stereotipo, alla bocciatura delle omologazioni. Il linguaggio adatto è fondamentale per comunicare alla mente e al cuore di una persona. Il nostro dovere di fondo, come giornalisti, è quello di rendere un servizio. Non solo sotto l’aspetto religioso. Ma anche laicamente, si deve rendere un servizio veritiero ed umano al lettore. – ha concluso Vincenzo Corrado – Servizio, ascolto e racconto sono tre parole chiave collegate a chi vuol essere un bravo comunicatore”. •
Nunzia Eleuteri
(Cronache fermane)

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