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“Ora sarai Arcivescovo”

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Sarai Vescovo, carissimo Don Rocco, fissando il tuo sguardo su Gesù e Gesù crocifisso. Sull’altare della croce viene celebrata la vera eucaristia: “prendi e mangia, questo è il mio corpo … Prendi e bevi, questo è il mio sangue”. La fonte dell’amore, il nutrimento, la forza, li troverai contemplando ogni giorno l’esaltazione della Croce.
L’opera che Dio ha compiuto nella tua vita è nota a tutti. Vocazione adulta, maturata nel cammino dell’Azione Cattolica che hai servito come presidente diocesano e incaricato regionale, collaborando con il centro nazionale. Durante la visita di S. Giovanni Paolo Il a Matera sei stato tu, a nome dei giovani e del laicato materano, a rivolgere il saluto e il messaggio, sotto lo sguardo materno della Madonna della Bruna, nostra Patrona e protettrice.
Impiegato di prima classe presso il Banco di Napoli, dopo 10 anni di lavoro sei entrato nel Seminario di Potenza conseguendo, con il massimo dei voti, il Baccelierato in Teologia e subito dopo, il 04 luglio del 1988 sei stato ordinato presbitero da S. E. Mons. Antonio Ciliberti, che sicuramente è in festa con noi in cielo e benedice questo momento.
Dopo aver intrapreso gli sudi di specializzazione, hai conseguito nel 2006 la Licenza in Antropologia Teologica presso l’Istituto Teologico Pugliese di Molfetta, conseguendo la votazione “Summa cum laude”. Da sacerdote hai svolto il tuo ministero come Vicario Parrocchiale presso la parrocchia San Paolo Apostolo in Matera; come Assistente diocesano della FUCI e del Settore Giovani di AC; come Insegnate di Religione Cattolica presso l’Istituto Tecnico Industriale e il Liceo Classico di Matera; come responsabile diocesano all’orientamento dei giovani al sacerdozio; come Economo Diocesano; come membro del Consiglio Presbiterale, come Assistente diocesano degli Adulti di Azione Cattolica; come Membro del CdA della Residenza assistenziale “Mons. Brancaccio” ONLUS; come Amministratore Parrocchiale della parrocchia Mater Ecclesiae in Bernalda; come Assistente del gruppo Missionarie della Regalità e, dal 2003, predicatore di esercizi spirituali presso lo stesso Istituto Secolare; come Presidente del CdA della “Fondazione Legato Volpe ONLUS”; Dal 2011 al 2017, Economo della Conferenza Episcopale Italiana.
Dal 2016, con mia nomina, sei stato Parroco di S. Pio X in Matera.
Carissimo Don Rocco, anche se non c’è bisogno che te lo dica, sono certo che, come ci ricorda continuamente Papa Francesco, tu sei il vescovo ideale per vivere e aiutare “la Chiesa” in uscita. Ed è significativo che da Matera” esci” e “vai” a Fermo, a 500 km di distanza per essere pastore e stare in mezzo a questa porzione di gregge per servirlo, amarlo, condurlo, guidarlo. Metti a disposizione quell’umiltà e umanità che ti hanno sempre contraddistinto: sono la vera ricchezza alla quale tutti potranno attingere. Sull’esempio di Benedetto XVI e Papa Francesco sii “umile servitore nella vigna del Signore”. •

 

Unendomi alle tante manifestazioni di affetto espresse in questi ultimi giorni nei confronti di sua Eccellenza Monsignor Rocco Pennacchio, non posso che contribuire ad esse ricordando quando, da ragazzi, entrambi facevamo parte del gruppo di giovani della Parrocchia di San Paolo Apostolo di Villa Longa, con l’allora parroco Don Nicola Colagrande. Tra le tante attività che venivano svolte con grande partecipazione e allegria, quella che coinvolgeva il gruppo con più entusiasmo era quella musicale.
Don Rocco, abile organista e direttore di coro, curava con grande passione la preparazione del gruppo canoro parrocchiale, trasformando un semplice canto in un concerto armonico a più voci e rielaborando ed estrapolando melodie eseguite contestualmente ad altri strumenti (come ad esempio il violino o la viola, strumenti che io stessa suonavo); si partecipava con grande entusiasmo alle celebrazioni, non solo quelle ordinarie previste dal calendario liturgico, ma anche quelle preparate in occasione di eventi straordinari, come l’ordinazione di sacerdoti o di matrimoni (un tempo se ne celebravano davvero tanti!). Alcune volte mi capita di incontrare gli “adulti” di un tempo, che seguivano le tante celebrazioni, le cosiddette “Messe cantate”, che ricordano ancora oggi con nostalgia la bravura del coro e soprattutto la capacità che aveva il suo maestro di coordinare un gruppo davvero numeroso con grande maestria, portandolo ad eseguire alcune volte brani anche molto complicati.
Ogni prova con il gruppo corale era un divertimento, stare insieme era un piacere. Forse alcune volte si esagerava con i momenti di grande ilarità, ma questo non turbava affatto don Rocco: la sua grande pazienza e la sua capacità di coinvolgere tutti con semplicità, nonché il grande rispetto anche nei confronti di chi, timorosamente, si approcciava per la prima volta al mondo della musica, rendeva ogni momento trascorso insieme una festa. •
Rosanna Bianco

 

Mi chiedo cosa sia successo a Matera il 25 novembre 2017. È stato ordinato un Vescovo, un nostro amico, un Sacerdote di cui abbiamo scritto e detto quasi tutto.
Ne scrivo oggi, 26 novembre e mi viene in mente la gioia del popolo all’arrivo del Cardinale Borromeo raccontato da Manzoni nel capitolo XXI del Promessi Sposi: “Erano uomini, donne, fanciulli, a brigate, a coppie, soli: uno raggiungendo chi gli era avanti, s’accompagnava con lui e andavano insieme come amici a un viaggio convenuto.
Gli atti indicavano manifestamente una fretta e una gioia comune”.
Ieri abbiamo assistito ad un convenire spinti da una gioia comune che ha contagiato tutti, e non è passata inosservata in città. Era il convenire chiamati dallo Spirito a contemplare il Mistero della Chiesa.
Era la certezza che il nostro lavoro, le nostre sofferenze, le nostre gioie e i nostri dolori vanno messi ai piedi della Madonna della Bruna: basta osservare le foto della Celebrazione, la Madonna è in filigrana sempre e dappertutto.
È lo sguardo e il sorriso punto di riferimento da qualsiasi parte si debba guardare.
Oggi un nostro fratello si incammina sulla strada di Fermo: noi domani torneremo alla nostra vita quotidiana chiamati a mettere sul fondale della nostra giornata il sorriso di Maria e la presenza consolante della Chiesa. •
Michele Plati

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