Home » prima pagina » Kento + Francesca = Edoardo

Kento + Francesca = Edoardo

Stampa l articolo
Cari lettori,
sono Edoardo Torresi e sono appena nato. Sono venuto alla luce alle ore 22.33 del primo gennaio 2018. Nella pancia della mia mamma stavo bene e mi sentivo protetto, ma avevo voglia di uscire da lì dentro per conoscere tutto ciò che dall’interno percepivo ovattato. In particolar modo desideravo conoscere i miei genitori. In nove mesi ho imparato a riconoscere il tono della loro voce, il loro stato d’animo e altri piccoli dettagli che mi hanno permesso di riconoscerli come il mio papà e la mia mamma.
Ho intuito che sono il frutto dell’“amore infinito” che li lega, come sono soliti definirlo loro stessi, fin da subito. Infatti ho scoperto che sono diciotto lunghissimi anni che si amano e forse si sono sempre amati anche non consapevolmente. Dal ventre di mamma ho capito che sono per loro un dono meraviglioso e che mi hanno amato già prima della mia nascita, senza che io facessi nulla per meritarlo. Hanno parlato con me e mi hanno raccontato i loro pensieri, mi hanno letto le filastrocche e mi hanno fatto ascoltare la loro musica preferita. Ho avvertito la gioia e la paura provata per la nuova esperienza che li stava attendendo. E ora che sono qui ho la conferma che per loro sono unico e irripetibile e che mi proteggeranno per sempre.
Senza il loro incontro e il loro amore io non sarei qui. Mi hanno rivelato che la loro storia è iniziata da un’amicizia infantile. Successivamente la vita li ha condotti su binari differenti e ognuno ha fatto scelte diverse che li ha allontanati, senza però mai perdersi di vista. Poi un giorno, ormai ventenni, si sono accorti uno dell’altra e da quel dì non si sono più lasciati. Il cammino non è stato dei più semplici, perché la mamma aveva il terrore di lasciarsi andare all’amore. Lei è stata sempre diffidente nei confronti degli altri e l’idea di poter soffrire per aver aperto il proprio cuore a qualcuno la spaventava molto. Papà è stato tenace e ha provato in qualsiasi modo a conquistarla, sfoderando ogni arma possibile in suo possesso. Quando ormai aveva perso la speranza, forse rinunciando, lei finalmente decise di aprirgli il suo cuore. Quello è stato l’inizio dell’amore più profondo, speciale e sincero che si possa descrivere.
Il tempo trascorse permettendo loro di realizzarsi a livello universitario e lavorativo senza però mai lasciarsi. Quindi decisero, con in mente l’idea di sposarsi in Chiesa, di vivere insieme. Dopo soli pochi mesi papà decise di fare la proposta di matrimonio a mamma scrivendola sul loro libro galeotto, Il piccolo principe, e tra le molte parole queste mi sembrano quelle più indicative di quell’istante: “[…] voglio farti capire che amo infinitamente ogni cosa di te. Voglio farti capire che voglio gridare a tutto il mondo che i sogni si avverano. Voglio farti capire che con te sono sempre con il mio cuore in mano ed è sempre pieno di te. Voglio farti capire che questa dedica è soltanto per te ma se chiudi gli occhi è come vivere una favola… con te sono un re… mi vuoi sposare?”.
Mamma ha detto subito sì, poiché il loro progetto di vita insieme che desiderava e immaginava da sempre si stava concretizzando. Il 17 luglio 2010 convolarono a nozze.
Dal giorno del sì sono trascorsi otto bellissimi anni in cui mamma e papà hanno approfondito e reso ancora più straordinario il loro legame. Ci sono stati momenti magici e anche difficili fatti di litigi e incomprensioni, tuttavia il loro amore è stato sempre più forte perché non hanno mai perso di vista il fatto che insieme e solo insieme riescono a superare ogni difficoltà.
A maggio 2017 hanno appreso la notizia del mio arrivo. Alla felicità iniziale è seguito lo spavento per la loro nuova dimensione.
Ciò nonostante hanno optato per vivere pienamente il periodo della gravidanza con serenità e con la maturata consapevolezza che loro non potevano prevedere o anticipare il futuro. Pertanto si sono affidati al Signore.
Son stati nove mesi intensi, pieni di pensieri, aspettative, colmi di letizia e ma allo stesso tempo irrequieti e nervosi a causa degli ormoni che in mamma si moltiplicavano. Povero papà che ha compreso e supportato mamma anche quando è stata davvero insopportabile. Per tutto il periodo l’amore e il rispetto reciproci non sono mai venuti meno, anche quando la situazione è stata estenuante.
Adesso ho poco più di un mese e mi accorgo che sono circondato da persone che mi amano: i miei genitori, i nonni, gli zii e i cuginetti. Sono emozionato per questa nuova avventura che mi attende e che si chiama vita. Per ora mi godo le carezze e le cure dei miei cari, giacché per crescere ci sarà tempo. Spero un giorno di poter ricambiare gli altri per tutto questo amore che mi stanno donando. Grazie! •

About la redazione

Vedi anche

I nomi legano le generazioni

Moresco: il tricolore per ricordare i caduti della guerra Testa mozza, Andrefacchie… due contrade di …

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: