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Esempi contagiosi

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Genitori dediti al gioco rovinano la vita dei figli

Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno sono stati calcolati in circa 500.000 i minori che in Italia giocano d’azzardo, mentre secondo il Ministero della Salute il 47,1% di chi scommette ha tra i 15 e i 19 anni. Ma qual è l’identikit del giocatore d’azzardo? Prevalgono i maschi con il 58,1%, il 36,8% sono ragazze, mentre il 10-14% degli adolescenti è a rischio patologia. Dato preoccupante: l’8% dei bambini tra i 7/11 anni usa denaro online. Le stime parlano di oltre un milione e 200 mila ragazzi. Nei prossimi anni i problemi di dipendenza patologica saranno moltiplicati se non si interviene subito, con tutti i costi sociali ed economici che ne deriveranno. È necessaria da parte di famiglia, scuola, parrocchia, un’azione di informazione, sensibilizzazione ed educazione sui rischi del gioco d’azzardo. Bisogna evitare che sempre più giovani siano meno produttivi sul lavoro, meno capaci di formarsi una famiglia e di avere una vita relazionale sana nella società. I recenti studi a carattere socio-economico  rilevano che la crescente mancanza di senso  delle nuove generazioni è spesso legata al gioco d’azzardo. La “fortuna” intesa come facile ricchezza, se riferita all’azzardo impedisce di impiegare i propri talenti e competenze positive nella propria comunità. Il pensiero viene piuttosto sperperato in una sorta di dannazione della mente che rincorre e mai raggiunge obiettivi e traguardi concreti che in realtà sono chimere.
Sappiamo tutti cosa siano: Win For Life, slot machine, videolottery, Superenalotto, Gratta e Vinci, lotto, poker, bingo, roulette, scommesse sportive. È sufficiente accendere la tv o sfogliare una rivista per rischiare di cadere in trappole velenose che incantano con promesse di vincite milionarie. Nonostante la popolarità di questi giochi, pochi  hanno un’idea  delle dimensioni del fenomeno. Per fare un esempio: sono 88 i miliardi di euro che sono stati raccolti con il gioco d’azzardo solo nel 2015. Questo significa  che in media ogni italiano, neonati compresi, ha giocato in un anno per tentare la “fortuna” oltre 1400 euro.
Siamo sinceri. Chi di noi, almeno una volta, ha sognato di incontrarla per cambiare la propria vita? Un sogno gratuito e gratificante… Ma quanto è davvero possibile e fattibile questo sogno?  La spesa da affrontare è davvero così piccola e innocente? Quali false credenze influiscono sull’avvicinarsi più o meno consapevole al gioco? Quante informazioni veritiere sono concesse a chi gioca?
Alcuni esperti sostengono che il gioco d’azzardo sia la patologia da dipendenza a più rapida crescita. In Italia ne sono colpite circa 800.000 persone e il trend è in continua crescita, soprattutto a causa del web. I ragazzi, e non solo, puntano ovunque: bar e tabaccherie, sale scommesse e online. Nonostante la legge lo vieti. È la diffusione e l’accessibilità dei punti gioco ad attirare adolescenti, madri e padri di famiglia di ogni età. Indagini  in contesti culturali e sociali diversi, fanno emergere che nel mondo una percentuale compresa tra il 60% ed il 99% di ragazzi tra 12 e 20 anni abbia giocato d’azzardo almeno una volta. In Italia la situazione risulta in linea con quella degli altri paesi industrializzati, come testimonia l’indagine ESPAD  condotta dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR).
Moltissimi minorenni che vanno a scuola  già scommettono imitando il comportamento di gioco di familiari ed amici. In particolare, è emersa una forte associazione tra il comportamento di fronte al gioco dei genitori e quello dei figli e che la diffusione del gioco d’azzardo nel gruppo degli amici influenza la pratica del gioco stesso tra gli adolescenti. Infine, i messaggi pubblicitari dei mass-media sul gioco d’azzardo sono fra le minacce più gravi e pericolose che favoriscono l’emergenza.
Il Gioco d’Azzardo Patologico, (GAP) conosciuto come ludopatia non è solo un fenomeno sociale sempre più allarmante, ma è una vera e propria malattia, che  impedisce al soggetto di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse in tutte le sue varianti: roulette, slot machine, blackjack, gioco digitale.
Le conseguenze personali, familiari e dunque sociali sono drammatiche: rovesci finanziari, divorzi, perdita del lavoro, dipendenza da droghe o da alcol, violenza domestica, fino ad arrivare per disperazione al suicidio.
Chi è affetto da ludopatia  rischia quasi sempre l’indebitamento, fino a cadere nello spaccio, nella prostituzione e soprattutto nell’usura. La Direzione nazionale antimafia ha più volte sottolineato che, in questo settore del gioco d’azzardo, le mafie hanno effettuato ingenti investimenti.
Nel 2014 la Commissione Europea è di nuovo intervenuta sul tema attraverso una raccomandazione sul gioco d’azzardo online, con cui ha stabilito i principi che gli Stati membri sono invitati a osservare al fine di tutelare i consumatori, con particolare attenzione ai minori e ai soggetti più deboli. E da noi?
Il 6 dicembre 2017 nelle Marche è stato varato il Piano regionale per il contrasto del gioco d’azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network.
Con la Deliberazione Assemblea Legislativa 14 novembre 2017 n. 65, pubblicata nel BUR 23 novembre 2017 n. 123, la Regione Marche ha approvato il Piano Regionale Integrato 2017/2018 per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio da gioco d’azzardo patologico (GAP) e della dipendenza da nuove tecnologie e social network.
Il presente Piano prevede diverse linee d’intervento e obiettivi generali e specifici: Informazione, educazione e sensibilizzazione; prevenzione universale e ambientale; prevenzione selettiva e indicata; consulenza e ascolto; presa in carico, cura e riabilitazione; monitoraggio del fenomeno; valutazione degli interventi; formazione.
Il principale target di riferimento è costituito dalle persone a maggior rischio di sviluppo di una dipendenza dal GA e da nuove tecnologie e social network: giocatori problematici, con tendenza verso la compulsione; adolescenti vulnerabili con comportamenti problematici e propensione al rischio; persone con familiarità al GA; giovani con difficoltà nel controllo dell’impulsività;
persone in grave disagio economico e con indebitamento; soggetti che consumano sostanze illegali o alcolici; adulti/anziani con carenti attività ricreative e socializzanti; soggetti dipendenti patologicamente dalle nuove tecnologie informatiche e dai social network.
La Regione svolge le attività di programmazione, monitoraggio e valutazione degli interventi previsti dal presente Piano, in collaborazione con il CNR e con l’Osservatorio regionale dipendenze, e definisce i criteri di ripartizione del fondo nazionale e delle proprie risorse.
All’attuazione del Piano concorrono anche diverse organizzazioni: gli enti del privato sociale accreditati nel settore delle dipendenze, gli Ambiti territoriali sociali, le associazioni di auto-mutuo aiuto, le associazioni di tutela dei consumatori, le fondazioni antiusura, e altri soggetti della cooperazione sociale e dell’associazionismo con esperienza specifica nel settore della dipendenza da gioco d’azzardo, anche online, le associazioni delle famiglie componenti della Consulta regionale per la famiglia”.
È bene conoscere la situazione. Conoscere infatti equivale a prevenire. •

About Stefania Pasquali

Stefania Pasquali nativa di Montefiore dell'Aso, trascorre quasi trent'anni nel Trentino Alto Adige. Ritorna però alla sua terra d'origine fonte e ispirazione di poesia e testi letterari. Inizia a scrivere da giovanissima e molte le pubblicazioni che hanno ottenuto consenso di pubblico e di critica. Docente in pensione, dedica il proprio tempo alla vocazione che da sempre coltiva: la scrittura di testi teatrali, ricerche storiche, poesie.

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