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RITRATTI: Paolo Tartufoli

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«Quando si andava a scuola di politica! E quando la politica era una passione!».
Potremmo sintetizzare così il pezzo a seguire.
Questa volta è di Paolo Tartufoli che voglio parlare. Montegiorgese, 72 anni, geometra, già dipendente della Carifermo, già impegnato in politica anche come sindaco, ed oggi presidente della Confraternita di Misericordia.
Tartufoli va subito al sodo. «A 16 anni – racconta – frequentai un corso di politica alla Domus Pacis di Roma. Era la scuola di formazione della DC, ed io ero di estrazione cattolica e vicino a quel partito. Vennero personaggi importanti della politica e della cultura. Fu una esperienza forte». Ancora più forte perché i giovani parteciparono all’udienza con Giovanni XXIII, il Papa Buono, il papa del Concilio Vaticano II. «Esperienza bellissima!».
Sono gli anni Sessanta, anni di profonde modifiche nella Chiesa e nella società italiana e mondiale.
Tartufoli viene da una famiglia cattolica, s’è formato nell’oratorio della sua parrocchia, è stato iscritto all’Azione cattolica, poi ha frequentato i Comitati civici, quindi le ACLI. Delle ACLI ricorda i campi estivi: campi di formazione. Un personaggio gli è rimasto impresso: Sandro Manieri, futuro consigliere e poi assessore regionale. «Una storia intensa» commenta oggi.
Quindi, dopo una sorta di cursus honorum, «che oggi purtroppo non si fa più», l’ingresso nel partito a Montegiorgio. E la prima tessera dello Scudo crociato, segretario «se non ricordo male: Sante Liberati».
Dalla vita di sezione a quella in consiglio comunale, dove entra consigliere, diventa più volte assessore ai lavori pubblici e quindi sindaco: nel 1978 e nel 1985.
Di quelle esperienze rammenta gli interventi sulla viabilità: «le strade comunali erano dissestate»; sugli acquedotti; sulle fognature: «ne mancavano parecchie»; sulla pubblica illuminazione: «ancora molto scarsa»; sull’energia elettrica: «in alcune zone di campagna era talmente bassa che non alimentava i televisori». Nel secondo mandato affronta la metanizzazione e il finanziamento per il nuovo Liceo scientifico.
I consigli comunali erano partecipati e molto dibattuti. Si protraevano sino a notte fonda. «Qualcuno potrebbe dire: erano tante chiacchiere. Ma proprio quelle chiacchiere aiutavano ad approfondire; quel confronto, anche aspro, aiutava ad avere una prospettiva». Poi, c’erano gli uomini. Tartufoli li elenca ancora con una certe riverenza: Orlando Bellabarba, Sante Liberati, Sauro Ramadori, Ortelio Ortenzi, Roberto Gentili, Cesare Marcucci, Eliseo Ferriccioni, Pietro Sisti. Successivament: Mario Simonetti, Enrico Gentili. «Gente quadrata, innamorata del proprio paese».
C’è soprattutto una battaglia di cui Paolo Tartufoli va fiero: quella della Sanità e della sopravvivenza dell’ospedale civile Diotallevi di Montegiorgio. «Sono stato molto impegnato su questo fronte. Subito dopo la morte del primario dr Pellei, il futuro era apparso nerissimo. Mancava il personale. Feci un intervento molto risentito presso la ASL riuscendo a riavere medici e infermieri che completarono l’organico e ridiedero ossigeno alla struttura che ripartì sia con Medicina che con Chirurgia. Ricordo, tra gli altri, i medici Farroni, Corberi, Tosoni. Sono riuscito ad avere per alcuni anni anche il reparto di Urologia, perché a Fermo non c’era spazio».
Tempi difficili, ma anche di soddisfazioni.
Poi, Mani pulite, il dissolvimento dei partiti strutturati, la difficoltà a trovare riferimenti saldi. Tartufoli abbandona la politica. Ma non l’impegno sociale. Ed eccolo alla guida del Gruppo Volontari Ambulanza, quindi, ancora oggi, Governatore della Confraternita di Misericordia.
Sabato 28 aprile l’ultima vestizione dei nuovi Confratelli con veste nera e cappuccio.
Una storia di secoli. •

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