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Civitanova: Amoris Laetitia in loco

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Sono di Civitanova della parrocchia Cristo Re-S. Pietro. Voglio raccontarvi la nascita di un gruppo di accompagnamento alla fede con e per le persone che vivono la fragilità di essere divorziati, risposati, conviventi. È una situazione molto difficile. Noi, a volte anche noi di chiesa, li giudichiamo. Abbiamo di loro l’idea che proviene dalla tv e dai media. I cosiddetti vip vivono questa fragilità quasi come una forma di libertà. Si sposanon e si lasciano con leggerezza.
Però nella realtà non è così. Nella mia esperienza ho trovato che tra divorziati, risposati, conviventi c’è tanta sofferenza. Come nelle famiglie regolari, ci sono credenti, non credenti e chi è in ricerca. Tra le persone credenti c’è sofferenza perchè dopo l’esperienza del fallimento vogliono continuare a vivere nella Chiesa non da cittadini di serie B. Chi non crede vive tale esperienza in maniera diversa, molto più liberamente.
Nelle nostre parrocchie, comunque, queste persone sono viste con sospetto, messi al margine lato, perché vivono un divorzio, perchè sono riaccompagnate o sono conviventi. A Civitanova abbiamo iniziato questa esperienza di ritrovarci coinvolgendo anche queste persone nel 2010. L’idea dell’uscire venne fuori nel convegno di Firenze con i famosi 5 verbi: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Quindi non più una chiesa pantofolaia, ma una chiesa che mette le scarpe da tennis ed esce per andare in mezzo alle periferie anche spirituali. Questa esperienza è nata all’interno del gruppo di Azione Cattolica Adulti. Con il nostro parroco, don Mario, ci siamo chiesti che cosa si poteva fare? Quale iniziativa per essere prossimi? Per uscire?
Ci è venuto in mente di aprire un cammino di fede per queste persone. All’inizio si era in pochi, poi pian piano questo gruppo è cresciuto. Si è individuata una coppia guida e hanno cominciato a far da soli. Io e don Mario, adesso, siamo presenti solo qualche aiuto. Sono più di 25 persone che testimoniano il loro cammino nei gruppi di adulti presso i quali vengono chiamati. È bello questo discorso circolare. Un gruppo di famiglie ha preso a cuore questo problema, ha accompagnato i primi passi di queste persone ferite, adesso sono loro che restituiscono la testimonianza di forza, coraggio e di fede agli altri.
Siamo stati profetici non solo per aver anticipato il verbo uscire prima di Firenze, ma poi anche perché il papa con l’ “Amoris laetitia”, al capitolo ottavo parla di queste famiglie. Ha detto alla Chiesa di cominciare a guardare, a capire, ad interessarsi e ad accompagnare questo mondo, ormai abbastanza consistente e cercare di vivere con loro questa fragilità.
Spero che gruppi come questo possano nascere anche in altre parrocchie della nostra diocesi. Ci testimoniano che nella Chiesa c’è qualcuno che si interessa di loro, li accompagna, li ascolta, gli sta vicino. •
Massimo d’Ignazio
(testo non rivisto dall’autore)

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