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Gruppo “Progetto popoli”

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Siamo qui a rappresentare un piccolo gruppo di persone di Corridonia che, riflettendo sul sentimento di “Fraternità universale,” custodito in cuore, si sono poste alcune domande: come sentire fratelli gli abitanti della stessa città, vicini di quartiere che appartengono a culture e religioni differenti? Quale è il progetto di Dio sulla diversità tra gli uomini? Come scoprire l’uomo che c’è nello straniero?
Per avere delle risposte bisognava cominciare a capire, bisognava prendere l’iniziativa, dare avvio ad un percorso incerto, ma considerato da noi necessario. Da molti, in verità, ritenuto anche inopportuno e pericoloso. Ma era tanto forte il desiderio di smuovere una situazione sociale stagnante e per molti anche comoda, che nel tempo potrebbe portare divisione e conflitto, che abbiamo deciso di scomodarci e muovere i primi passi.
Dopo aver contattato gli assessori delle politiche sociali di Corridonia per ricevere informazioni sulle diverse culture presenti nel nostro territorio, abbiamo coinvolto la scuola superiore locale e altre realtà associative laiche ed ecclesiali, con le quali si è giunti ad una prima considerazione: troppo spesso, alla base delle problematiche sociali, ci sono pregiudizi, diffidenze, superficialità e luoghi comuni derivanti dalla mancanza di conoscenza reciproca, cioè si ha paura di quello che non si conosce.
Cosa fare dunque per ovviare a questo ostacolo che crea diffidenza e distanza? Semplice: favorire la conoscenza.
Abbiamo così iniziato un percorso lento, paziente e impegnativo, ma entusiasmante e gratificante, volto a cercare di costruire rapporti veri conoscendo più da vicino e profondamente le storie delle singole persone, con le rispettive culture e religioni. Abbiamo iniziato con quelle persone con le quali vi era già una minima conoscenza o legame, invitandole a degli incontri semplici ma fraterni.
Si comincia sempre con il cibo, prima con una semplice pizzata seguita da giochi, poi con una cena multietnica condivisa, aperta alle varie comunità, dove ognuno ha portato qualcosa e illustrato le proprie pietanze agli altri.
Siamo andati, successivamente, a visitare una bellissima mostra fotografica in Ancona, “Icons” di Steve Mc Curry, sulle varie “facce” del genere umano del mondo, perché esprimeva il nostro desiderio di puntare sulle persone e sulla conoscenza della vita che è dietro ad ogni volto di ciascun essere umano.
Proprio da questo approccio all’incontro con vari popoli è nato un nome provvisorio da dare al nostro gruppo: “Progetto Popoli” (che tra l’altro sta diventando definitivo)
L’esigenza di conoscerci ci ha portati a cercare punti in comune nelle diverse religioni ed in particolare con la comunità pakistana, molto presente a Corridonia. Abbiamo così sentito la necessità di organizzare, a Maggio del 2017, un incontro aperto al pubblico di entrambe le comunità dal titolo: “Cristiani e Musulmani in dialogo – Maria nel Corano e nel vangelo”. Ne è nato un bellissimo momento che ha visto l’intervento del nostro parroco e del responsabile della comunità Pakistana – La cittadinanza lo ha molto apprezzato. In pochissimi sapevano che Maria è citata un gran numero di volte nel testo sacro dell’Islam e iniziare sotto il manto della Vergine Maria per noi è stato un grande segno.
Quest’anno, nel giugno 2018, abbiamo continuato con un altro incontro pubblico, sempre sul percorso di “Cristiani e Musulmani in dialogo” insieme al Prof. Enrico Peroli e Asad Sohail, mediatore interculturale in Ancona, e l’IPSIA di Corridonia.
Abbiamo parlato di “Pace, bene comune”. Tra le testimonianze tese a presentare buone pratiche di pace, ha molto colpito la storia di Bibi, ragazza pakistana e musulmana, che ha creato a scuola con il tornio del laboratorio di meccanica un calice ed una croce da donare in omaggio a Papa Francesco in occasione della convocazione nazionale delle scuole a Roma. Anche questo incontro è stato molto partecipato e ha smosso la riflessione delle coscienze, soprattutto in un momento molto complesso e pieno di preconcetti.
Il 23 settembre scorso abbiamo organizzato un momento di sport insieme per conoscere il gioco del Cricket, che è lo sport nazionale pakistano. Lo abbiamo chiamato “Cricket Day, una palla oltre i confini”. Tutto è nato per merito di un’associazione culturale laica, che da anni desiderava questo evento ma non era mai riuscita a renderlo concreto. Ci ha contattati e tutti insieme, con molta partecipazione e condivisione, dopo esserci visti varie volte, anche con l’assessore allo sport, siamo riusciti a dar vita ad un momento di svago insieme, nella piena fraternità, coinvolgendo anche parecchi giovani della comunità pakistana con giocatori esperti e semi-professionisti. È stato un bellissimo pomeriggio di sole e di festa insieme, terminato con una merenda condivisa.
Il constatare che i giovani pakistani non hanno uno spazio dove poter giocare, ci ha portati, insieme a loro, a valutare l’ipotesi di far nascere una nuova associazione sportiva di Cricket a Corridonia aperta a tutta la cittadinanza. Non sappiamo ancora se sarà possibile ma è certo che un’amicizia ed un rispetto si stanno sempre più consolidando e questo ci rende reciprocamente felici.
Il cammino che abbiamo davanti è ancora aperto, non sappiamo dove ci porterà. Abbiamo solo iniziato. Abbiamo preso l’iniziativa. L’unica certezza che abbiamo è che vogliamo costruire “ponti”: “relazioni” di fraternità universale.
Il nostro motto è “se cambi il modo di vedere le cose, le cose che vedi cambiano” Grazie! •

Testimonianza di Bibi

“Se cambi il modo di vedere le cose le cose che vedi cambiano” questo è il motto che rappresenta perfettamente quello che stiamo cercando di fare, anche se molto difficile. La nostra comunità Pakistana, a Corridonia è una realtà che esiste da diversi anni e fino ad ora non ha mai cercato o avuto l’opportunità di aprirsi alla società nella città.
Fino ad ora queste due realtà sono state divise da un muro di paure e pregiudizi presenti da ambo i lati a causa della poca conoscenza. il Progetto Popoli è proprio quella porta che sta rendendo possibile una migliore convivenza, ci sta facendo capire l’importanza e la bellezza di vedere, di vivere, di conoscere una nuova cultura che ci permette di comunicare con un l’altro.
La partecipazione della nostra comunità, soprattutto dei nostri giovani è una conferma che è arrivata l’ora di oltre passare i confini della paura e di convivere insieme, capire e confrontarsi l’un l’altro mostrando interesse reciproco.
Personalmente ho sentito questo desiderio fin da quando frequentavo la scuola superiore Ipsia, perché lì sperimentavo già la necessità di entrare in relazione con i miei compagni italiani e cristiani. Poi ho preso l’iniziativa e ho voluto fortemente fare un gesto di amicizia verso il Papa che ci aveva convocati tutti a Roma. Questo gesto è stato accolto e sostenuto da compagni ed insegnanti. Devo riconoscere che da quel momento sono migliorati i nostri rapporti ed il clima nella scuola. Un piccolo seme che ha già portato i suoi frutti.
È vero che c’è ancora una lunga strada da fare per raggiungere il traguardo di una piena convivenza, ma questa iniziativa è già un passo enorme, che da anni nessuno ha avuto il coraggio di fare. •

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