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Antonio Mollari: discepolo di Valadier

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Domenica 21 ottobre alle ore 10, presso il Palazzo Persichetti Ugolini di Corridonia, verrà presentato il convegno a cura di Giuseppe Cruciani-Fabozzi e Fabio Mariano su “Antonio Mollari, un architetto e ingegnere marchigiano da riscoprire”.

Antonio Mollari nasce a Montolmo (Corridonia) in una famiglia di costruttori. Il padre era capomastro molto apprezzato nella sua città. Il giovane Mollari fu inviato a Roma a studiare presso celebri maestri. La sua formazione fu senza dubbio molto accurata, sia in ambito scientifico che artistico-architettonico. La sua vita professionale può essere divisa in tre periodi. Il periodo Triestino, dalla fine del XVIII secolo fino al 1806, in cui realizza in condizioni molto difficili il PALAZZO DELLA BORSA di Trieste e alcune residenze private. Il periodo maceratese, dopo il successo triestino, in cui diventa capo dell’Ufficio tecnico del Dipartimento del Musone, svolgendo soprattutto funzioni di ingegnere di Ponti e Strade, manifestando tutte le sue alte qualità ingegneristiche. In questo periodo progetta il Palazzo De Sanctis a Matelica.

L’ultima parte della sua vita si svolge in Umbria e a Roma, dove stringe amicizia con Antonio Canova. In questo periodo viene incaricatto dal Cardinale Rivarola del restauro delle Chiese dell’Umbria danneggiate dal terremoto. Inoltre, rinnova l’aspetto del vecchio palazzo comunale di Foligno, incastonando la vecchia struttura in una struttura neoclassica. Mollari, figura di spicco nel panorama dell’architettura neoclassica, non sembra aver goduto un’apprezzabile fortuna critica – con la sola eccezione del Palazzo della Borsa Vecchia di Trieste -, nonostante i motivi d’interesse che la sua lunga militanza professionale non manca di offrire.

Negli ultimi anni è emersa una crescente attenzione per alcuni protagonisti marchigiani del “Neoclassicismo”, come Ireneo Aleandri, sulla personalità e sulla carriera di Mollari, che si guadagnò anche gli elogi del Canova e del Selva, persistono tuttora estese “zone d’ombra”, riguardo al periodo di formazione artistica, alle prove antecedenti il soggiorno triestino, ai numerosi incarichi svolti come Architetto Camerale e Ingegnere di Acque e Strade nel Dipartimento del Musone. Dopo il sisma del 1832 ebbe come collaboratore il figlio Luigi, anch’egli ingegnere, che lo coadiuva nel cantiere assisiate della Basilica di S. Maria degli Angeli e a Terracina, dove realizzò il progetto di Antonio Sarti per il complesso di S. Salvatore. L’acquisizione di nuovi documenti grazie alle indagini della Vicedirettrice dell’Archivio di Stato di Roma, dott.ssa Orietta Verdi, e l’esame delle carte di Mollari conservate dall’ing. Fausto Carratù, hanno permesso di approfondire la conoscenza dell’architetto montolmese, allievo a Roma di Giuseppe Valadier, fornendo le premesse per organizzare l’iniziativa che si terrà la primavera prossima (il 15-16 giugno 2013) a Chiaravalle di Fiastra, nelle sede della Fondazione Giustiniani Bandini, alla quale hanno dato la propria adesione esperti di chiara fama, e in cui verranno presentati specifici contributi di vari studiosi e di alcuni giovani ricercatori.

 

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