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Preti del piccolo e grande schermo

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donmatteoPICCOLO SCHERMO

Il prete sullo schermo, sia da protagonista sia come personaggio secondario, non è mai presenza casuale. Essa comporta sempre una presa di posizione e un giudizio di valore da parte degli autori. Soprattutto la fiction televisiva anni Novanta e Duemila ha proposto diverse tipologie di preti, e in generale di figure religiose.

Serie (tra le 8 e le 12 puntate)

– Un prete tra noi (1997; 1999) e Casa famiglia (2001; 2003): don Marco (Massimo Dapporto) è un prete di strada, vicino a detenuti e famiglie disagiate.

– Don Matteo (2000-2009): don Matteo (Terence Hill), è un prete detective, “un detective al servizio di Dio”.

Miniserie religiose e film tv Vite di santi:

Sant’Antonio di Padova, Padre Pio, Sant’Agostino, Francesco. Papi: Papa Giovanni. Il Papa buono, Papa Luciani. Il sorriso di Dio, Giovanni Paolo II, Karol. Un uomo diventato Papa, Karol. Un Papa rimasto uomo, Paolo VI. Un Papa nella tempesta.

Preti: Don Bosco, Don Gnocchi. L’angelo dei bambini, Don Milani. Il priore di Barbiana,La buona battaglia. Don Pietro Pappagallo, Don Zeno. L’uomo di Nomadelfia.

GRANDE SCHERMO

La figura del prete spesso è un pretesto per raccontare, in forma più o meno approfondita, più o meno brillante, alcune realtà storiche e sociali.

I preti e le realtà infantili

– La città dei ragazzi (1938) e Gli uomini della città dei ragazzi (1941) di Norman Taurog;

– Il diavolo alle quattro (1961) di Mervyn LeRoy, polpettone hollywoodiano e luoghi comuni sui bambini in difficoltà;

– Angeli con la faccia sporca (1938) di Michael Curtiz, storia semplice ma approfondita sull’amicizia;

– Lamb (1985) di Colin Gregg.

I preti educatori

Don Lorenzo Milani: Un prete scomodo (1975) di Pino Tosini; Don Milani (1976) di Ivan Angeli. Don Giovanni Bosco: Don Bosco (1932) di Rufillo Uguccioni; Don Bosco (1935) di Goffredo Alessandrini; Don Bosco (1988) di Leandro Castellani. Don Filippo Neri: State buoni se potete (1983) di Luigi Magni.

I preti, figli della propria epoca

– La mia vita (1944) di Leo McMarey, commedia musicale che celebra fiducia e speranza all’indomani della fine della seconda guerra mondiale di cui il prete è catalizzatore;

– La messa è finita (1985) di Nanni Moretti, sorriso amaro sulla vita contemporanea;

– Io, loro e Lara (2010) di Carlo Verdone, riflessione, tramite il genere della commedia amara, sulle difficoltà e la povertà di relazioni nella società contemporanea.

I preti, baluardo di resistenza umana

– L’uomo della croce (1942), Roma città aperta (1945), Paisà (1946) di Roberto Rossellini.

– Romero (1989) di John Duigan;

– Un prete da uccidere (1988) di Agnieszka Holland e Popieluszko (2009) di Rafal Wiezginsky. Entrambi i film sulla storia del prete Jerzy Popieluszko, ucciso dal regime polacco nel 1984 per il suo sostegno a Solidarnosc.

– Padre Daens (1992) di Stijn Coninx;

– Alla luce del sole (2004) di Roberto Faenza, la storia di don Pino Puglisi ucciso dalla mafia.

Il prete, uomo di Dio tra gli uomini

Si tratta di film che legano il prete a un campo d’azione: liturgico, catechetico, generalmente pastorale. L’azione del prete testimonia il suo essere uomo di Dio tra gli uomini.

– La celebrazione: Quattro matrimoni e un funerale (1994) di Mike Newell, il confuso celebrante di matrimonio (“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spiritoso Santo”); Casomai (2001) di Alessandro D’Alatri.

– La confessione: Monsieur Verdoux (1947) di Charlie Chaplin; Io confesso (1953) di Alfred Hitchcock; Le porte del paradiso (1968) di Andrzej Wajda; L’assoluzione (1981) di Ulu Grosbard.

– L’esorcismo: L’esorcista (1973) di William Friedkin. Nel cinema americano la figura del prete è stata contrapposto alla realtà del male soprattutto nel genere horror.

– Vocazione, discernimento: In memoria di me (2006) di Saverio Costanzo.

Il prete pastore

Il cinema ha offerto un caleidoscopio di psicologie e comportamenti del prete come pastore all’interno di comunità.

– Cappellano militare: La grande guerra (1959) di Mario Monicelli.

– Cappellano del carcere: Nel nome del padre (1993) di Jim Sheridan.

– Parroco: L’albero degli zoccoli (1978) di Ermanno Olmi.

Uno dei ritratti più significativi di pastore è Léon Morin, prete (1961) di Jean-Pierre Melville. Film ambientato durante la guerra, il giovane Léon è un prete dalla sensibilità preconciliare che punta sull’essenzialità della fede.

Il prete missionario: Abuna Messias (1939) di Goffredo Alessandrini; Le chiavi del Paradiso (1944) di John M. Stahl; Mission (1986) di Roland Joffé; Manto nero (1991) di Bruce Beresford; Matteo Ricci. Un gesuita nel regno del drago (2009) docufilm di Gjon Kolndrekaj; Io, loro e Lara (2010) di Carlo Verdone.

Il prete e il potere

Il ministero sacerdotale comporta spesso l’esercizio del potere. Quando si devono rappresentare uomini di chiesa molti film scelgono la strada dell’ironia o del sarcasmo. I “primi” preti caricaturali di Carlo Verdone: – padre Alfio nel film Un sacco bello (1980); – padre Spinetti, il finto prete, in Acqua e sapone (1983); – il frate dalla predica “estenuante” in Viaggi di Nozze (1995).

La figura del prete ridicolarizzata

– Quattro matrimoni e un funerale (1994) di Mike Newell;

– Chocolat (2000) di Lasse Hallström;

– Mare dentro (2003) di Alejandro Amenábar.

Il cinema ha offerto anche diversi ritratti di preti negativi, preti raffigurati spesso in maniera stereotipata, inclini al potere e alla corruzione.

Ritratti di preti corrotti o manipolatori

– La mala educación (2004) di Pedro Almodóvar;

– Il dubbio (2008) di John Patrick Shanley;

– Angeli e demoni (2009) di Ron Howard.

I preti di Federico Fellini

Lo sceicco bianco (1952) il prete che organizza il pellegrinaggio a Roma nell’anno santo, nel 1950; I vitelloni (1953); Il bidone (1955), due truffatori che si vestono da preti (riscatto morale, redenzione); La dolce vita (1960); 8 ½ (1963) incontro tra il protagonista Guido (M. Mastroianni) con un cardinale alle Terme di Chianciano; ricordo poi d’infanzia di Guido (dello stesso Fellini) con preti censori; Roma (1972), sfilata di moda ecclesiastica nel salotto della principessa Domitilla; Amarcord (1973);

I preti di Buñuel

Preti come bersaglio del suo rifiuto religioso, ma anche emblemi dell’impotenza e dell’illusione, quasi sempre presenti nei suoi film. Un chien andalou (1929); L’âge d’or (1930); Nazarín (1958), il prete, protagonista principale, rappresenta l’impotenza e l’inutilità dell’idealismo. Violenza per una giovane (1960); L’angelo sterminatore (1962) critica all’aspetto istituzionale del clero; Diario di una cameriera (1963) prete frequentatore di salotti borghesi; La via lattea (1968) condanna del fanatismo religioso; Il fascino discreto della borghesia (1972).

Le passioni dei preti

Il cinema ha raccontato figure di preti che nella loro personale biografia hanno vissuto il dramma cristiano scandito, secondo Osborne Bennett Hardison Jr, in Pathos, peripezia e teofania. La presenza del prete nel contesto storico sociale assume valenza redentiva secondo il modello, spesso evocato, della passio Christi.

– Diario di un curato di campagna (1951) di Robert Bresson, tratto dal romanzo omonimo di Georges Bernanos. Il giovane curato di Ambricourt vive nella povertà di una parrocchia di campagna, cibandosi di pane raffermo e vino scaldato. Morirà di cancro allo stomaco, come un Christus patiens, componendo una via crucis, dalla caduta nel fango, alla solitudine, all’indifferenza dinanzi alla comunità di fedeli e alle gerarchie della Chiesa. In punto di morte pronuncia le parole: «Che importa? Tutto è grazia».

– Sotto il sole di Satana (1987) di Maurice Pialat, tratto dal romanzo omonimo di Georges Bernanos. È la storia di un sacerdote che si batte contro il diavolo per salvare una ragazza, responsabile di un infanticidio, dal tentato suicidio. Si evidenzia il senso di impotenza del prete, dell’uomo di fronte al male:“tutti noi siamo vinti e anche Dio è vinto con noi”. Il prete viene visto come un folle agli occhi degli altri e della stessa Chiesa, che affronta il suo calvario dinanzi alla crudeltà del male. Alla fine si sacrificherà sino a compiere però un miracolo (riferimento a Ordet di Carl T. Dreyer).

Don Camillo

Don Camillo Tarocci è un personaggio letterario creato dallo scrittore e giornalista italiano Giovannino Guareschi. I più celebri adattamenti cinematografici dei romanzi sono: Don Camillo (regia di J. Duvivier, 1952); Il ritorno di don Camillo (regia di J. Duvivier, 1953); Don Camillo e l’onorevole Peppone (regia di C. Gallone, 1955); Don Camillo monsignore… ma non troppo (regia di C. Gallone, 1961); Il compagno don Camillo (regia di L. Comencini, 1965) •

Prof. Dario Edoardo Viganò

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