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Ancora nebbia sulla strada della ripresa economica

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tamaraciarrocchiLa nebbia non si è ancora alzata sulla strada del sistema economico regionale e provinciale del Fermano anche nel secondo trimestre dell’anno che registra una debolissima domanda interna ed un crescente aumento delle richieste di cassa integrazione da parte delle aziende su tutto il territorio provinciale. È quanto emerge da due rapporti, da un lato quello dell’Istat per il periodo aprile giugno e dall’altro quello della Cgil.

Le ore di cassa integrazione per il periodo gennaio agosto nelle province di Ascoli e Fermo sono aumentate del 38 per cento: 5,3 milioni di ore, di cui 1,4 milioni di Cig ordinaria, 1,9 milioni di straordinaria e 2 milioni di Cassa in deroga. Sottotono rispetto alle attese degli operatori anche la domanda estera. Le Marche nonostante nel primo semestre, in controtendenza, abbiano registrato la miglior performance rispetto a tutte le altre regioni italiane con un aumento complessivo dell’export al 12 per cento devono fare ancora i conti con una serie di problematiche strutturali legati alla burocrazia imperante, all’accesso al credito o alle difficoltà dell’incertezza sotto il profilo normativo e politico che rischia di prolungare la recessione.

Ad emergere negli ultimi anni, al di là del settore calzatura, ci sono altre eccellenze dell’economia del Fermano e Maceratese di cui non si parla molto e che andrebbero analizzate per la loro reale capacità di internazionalizzare e tirare fuori idee e prodotti nuovi riescono ad emergere al confronto con altri paesi con strategie in cui la concorrenza si gioca sul livello di competenza dell’impresa e non cullandosi sulla seduzione della parola “made il Italy”. Si tratta di aziende del territorio come quelle dei macchinari e degli apparecchi elettronici, dei prodotti in metallo, dell’alimentare o delle materie plastiche che si stanno facendo largo sui mercati e danno lavoro a centinaia di persone.

La sfida ora si gioca soprattutto sul piano internazionale con paesi che si stanno attrezzando a produrre con tecnologie nuove, personale preparato e una fisiologica domanda interna che non ha eguali. E ci sono imprese del Fermano che si stanno muovendo verso la stessa direzione con successo. Anche su scala regionale la chimica farmaceutica sta facendo passi da gigante con il suo +125%, e cioè un +2,8% rispetto al primo semestre del 2012. Su scala provinciale registrano un segno più gli articoli in gomma e le materie plastiche (5,3%), macchinari ed apparecchi (22,3%), l’energia ed i servizi (17,1%), gli articoli in paglia e materiali da intreccio (45,7%). Secondo i risultati dell’Indagine di Confindustria Marche e Banca Marche, nel trimestre aprile-giugno 2013 il quadro non è proprio roseo e l’andamento debole dell’attività economica ha interessato tutte le province marchigiane. Solo Ascoli Piceno ha registrato una variazione superiore alla media regionale (+57,2%) mentre sempre positivi ma inferiori sono, nell’ordine, i risultati di Macerata (+5,6%), Fermo (+4,5%), Pesaro Urbino (+3,7%) e Ancona (+1%).

In complesso, quindi, il valore del Fermano passa da 611 milioni 848 mila euro dell’anno scorso a 639 milioni 180 mila euro dei primi sei mesi di quest’anno. Attività produttiva e commerciale in moderato calo anche nel secondo trimestre dell’anno, con risultati negativi trainati in larga parte dalla dinamica ancora debole della domanda interna. Nel trimestre aprile-giugno 2013 la produzione industriale ha registrato una flessione dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-3,1% in Italia), con variazioni negative che hanno interessato gran parte dei principali settori dell’economia regionale. Rispetto alla rilevazione del primo trimestre, scende la quota di aziende interessate da miglioramenti dell’attività (28% contro 30% della rilevazione precedente) e risale la frazione di operatori con livelli produttivi in calo (48% contro 46% della rilevazione del primo trimestre 2013).

Le incertezze che caratterizzano l’attuale fase congiunturale si associano a una dinamica dei prezzi abbastanza contenuta, con incrementi dell’1,0% sull’interno e dello 0,6% sull’estero. I costi di acquisto delle materie prime sono risultati in moderato aumento sia sull’interno (0,8%), sia sull’estero (0,6%). Nella media del trimestre aprile-giugno 2013, i livelli occupazionali hanno registrato un modesto incremento (0,2%). Nello stesso periodo, le ore di cassa integrazione sono passate da 10,2 milioni del 2012 a 14,7 milioni (+43,9%). Dall’analisi dei dati per ramo di attività emerge un aumento delle ore complessive autorizzate nell’industria (+39,1%), nel commercio (+39,2%) e nell’artigianato (+81,6%); sostanzialmente stabile l’edilizia (+6%) mentre registra una contrazione la CIG nei settori vari (-78%). Secondo il rapporto le previsioni degli operatori riguardo alla tendenza delle vendite per i prossimi mesi sembrano orientate al permanere di una situazione difficile, in particolare sul mercato interno. •

Tamara Ciarrocchi

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