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Montefortino e Monte San Pietrangeli: pastifici a chilometri zero

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Dire Dieta Mediterranea non è solo ricordare il modo di confezionare il cibo, ma è richiamare una cultura che riguarda tutti gli aspetti della vita sociale praticata nell’area mediterranea. Qui da noi, attorno al cibo, si è costituita una fitta rete di usi, di costumi, di rituali, di rapporti con la Divinità, di conoscenza dei fenomeni naturali, di sapienza tecnica e di saggezza popolare che hanno accompagnato per secoli l’esistenza della nostra gente.
La base principale dell’alimentazione, da sempre, sono stati il pane e la pasta, da cui l’impegno costante per la loro confezione, dalla semina alla mietitura, dalla macinazione alla preparazione, dalla cottura alla conservazione.
Il grano è stato senza alcun dubbio il cereale che, nelle sue molteplici varietà, ha costituito la base essenziale per la produzione della pasta e del pane.
Tra le piccole e grandi realtà che anche nel nostro territorio si occupano oggi della produzione della pasta alimentare, abbiamo scelto due grandi esempi di attività che, a nostro parere, hanno il pregio di produrre paste di varie forme e di ottima qualità adoperando per la confezione grani e quindi farine provenienti direttamente dai loro terreni: La Regina dei Sibillini – Pasta di Montagna di Montefortino e la Pasta Mancini di Monte San Pietrangeli.

Pasta Mancini di Monte San Pietrangeli

file_05È come se la lavorazione artigianale fosse una grossa lente d’ingrandimento puntata sulla materia prima: ne enfatizza le caratteristiche, ne svela i segreti, ne racconta la storia. Per questo, ottenere un piatto di pasta sano, nutriente e gustoso significa ponderare con attenzione tutte le scelte, a partire dalla selezione delle varietà di grano duro. I valori qualitativi devono accordarsi come ad eseguire una musica: il peso ettolitrico, la quantità delle proteine, l’indice di glutine, l’indice di giallo. Solo in questo modo la sinfonia finale potrà dirsi riuscita. A criteri di equilibrio e proporzione si conformano tutte le tappe operative e, proprio come accade con le parole, anche i campi che circondano il pastificio, dopo la coltura del grano che li ha affaticati assorbendone la ricchezza, vengono ciclicamente seminati a pisello e a favino, specie miglioratrici che restituiscono al terreno la fertilità originaria. I campi dell’azienda Mancini somigliano dunque a una elegante trapunta multicolore, secondo una tradizione agronomica tipica delle Marche, che valorizza l’estetica del paesaggio, tutelando la produttività della terra. D’estate la doratura del grano maturo si affianca al marrone dei campi appena trebbiati; mentre il giallo dei girasoli, coltura da rinnovo, risalta accanto al verde poderoso delle leguminose e dell’erba medica.
Inclinate su se stesse per il peso dei chicchi, ma vigorose abbastanza perché la sommità non tocchi terra, le spighe che affollano i pendii dell’azienda Mancini incontrano il loro destino tra i mesi di giugno e luglio, con la trebbiatura. Il rumore pigro delle mietitrebbie si diffonde sotto il sole e nell’aria volteggia una pioggia di scaglie dorate, odorose di terra.
Grano duro San Carlo e grano duro Levante, coltivati su superfici equivalenti, sono le due varietà selezionate per diventare pasta. Il primo si adatta bene ai terreni esposti a Sud e ben ventilati, mentre il secondo dà ottimi risultati anche in pianura e nei versanti più freddi. Tuttavia, in accordo con lo spirito d’iniziativa che fu di nonno Mariano, una parte di terreno è riservata ogni anno alla sperimentazione di nuove colture da aggiungere al consueto abbinamento, come variazioni annuali su un tema musicale già perfetto.

La Regina dei Sibillini – Pasta di Montagna di Montefortino

file_03La coltivazione del grano duro in montagna richiede grande attenzione ed è resa difficile dal clima, meno favorevole di quello collinare e caratterizzato da frequenti sbalzi termici e gelate primaverili. Noi però ci abbiamo creduto.
Sui nostri terreni coltiviamo soltanto grano duro tardivo, seminato a fine ottobre. La neve, che cade fra novembre e marzo, lo ricopre proteggendolo dalle gelate e lo idrata lentamente.
È il legame con il territorio che viviamo, amiamo e rispettiamo da sempre, che ci ha spinto ad intraprendere questo percorso. La natura che ci circonda è ogni giorno fonte d’ispirazione e non c’è modo migliore di onorarla che cercare di catturarne sapori, profumi, colori.
Da qui prende forma anche il logo del pastificio, sul quale svetta la Priora, detta la Regina dei Sibillini, la cima che ricade nel territorio di Montefortino. La montagna è il fulcro di tutto, la nostra idea nasce da lei. Il rispetto del territorio, la volontà di migliorarlo e promuoverlo, ma anche la consapevolezza del bisogno di conoscere la provenienza di ciò che mangiamo, ci ha spinto ad aderire ad un progetto di microfiliera regionale. Si tratta di una filiera corta, approvata dalla Regione Marche con marchio QM (Qualità garantita delle Marche), che riunisce più aziende agricole collocate nell’areale dei Monti Sibillini, fino al molino che si occupa della macinatura. È poi la stessa Regina dei Sibillini ad occuparsi della sua trasformazione in pasta. •

About Mario Liberati

MARIO LIBERATI Nato a Montegiorgio (AP) nel 1938 . Maestro. Attualmente è Diacono Permanente della Chiesa di Fermo. E’ stato Consigliere Provinciale della Provincia di Ascoli Piceno dal 1985 al 1995, e per sei anni ha ricoperto l’ incarico di As­sessore Provinciale alla Cultura. Ha fatto parte del Consiglio Nazionale delle Federazioni Regionali degli Ospedali (FIARO). Ha fatto parte del Consiglio Nazionale dell’ Unione Province d’ Italia (UPI) ed ha fatto parte della Commissione Nazionale UPI per la scuola e la cultura. Nel 1985 ha vinto il Premio di Cultura locale “Giovanni Ginobili”. E’ autore di pubblicazioni, tra cui: MONTEGIORGIO insieme con Germano Liberati (1974),MEDICINA POPOLARE. (1985) MONTEGIORGIO NELLA TOPONOMASTICA (1991), VICENDA AMMINISTRATIVA MONTEGIORGESE (1991, 1° vol. e 1992 2°vol.), LE SCELTE ALIMENTARI A MONTEGIORGIO DAL 1770 ALLO STUDIO DEI SETTE PAESI insieme con Flaminio Fidanza. (2009) Ha curato e collaborato tra gli altri alla stesura e pubblicazione dei seguenti libri MONTEGIORGIO nella Storia e nell’Arte (2008), IL TEATRO ALALEONA DI MONTEGIORGIO (2013). Ricopre la carica di Presidente del Comitato di Redazione della collana “I Quaderni Montegiorgesi”.

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