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Solo chi lo ha provato può capire

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Civitanova Marche: la Caritas dell’Emilia accanto ai terremotati

“Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia,
…Hai compassione di tutti,
perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
…Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita”

Siamo partiti con questa lettura domenica 30 dalla Caritas dopo aver accolto alcune indicazioni di Isacco: l’importante non è risolvere le situazioni, ma mettersi in ascolto; lo abbiamo cominciato a fare fin da subito.
L’arrivo a Macerata che era già buio, il cortile dell’ex seminario pieno di macchine abitate, la sala sinodale colma di persone, il centro città completamente deserto ci hanno fatto riflettere e ognuno ha pensato: questa notte anche io dormirò qui. Dal lunedì ci siamo messi a disposizione della delegazione Caritas Marche che ci ha destinati a Civitanova per supportare la Caritas locale nell’accoglienza degli sfollati. Ignari di quello che ci avrebbe aspettato. I primi giorni: insicurezza, incertezza, impotenza, provvisorietà, sospensione. La nostra forza è stata aver ricevuto un preciso mandato ed esserci sentite accompagnate da tanti pensieri e tanta preghiera.
Presto sono iniziati gli incontri, istituzionali e non, per cercare di creare una rete che coinvolgesse il territorio accogliente (Comune, AUSL, albergatori, Caritas) e che tenesse i contatti con le persone ospitate, in primo luogo quelle negli hotels.
Abbiamo ricevuto il dono di esser parte di questo inizio di collaborazione e di essere tra i primi ad incontrare le persone accolte.
Lo abbiamo potuto fare solo perché siamo uscite da dove eravamo; abbiamo potuto inchinarci davvero davanti a volti, storie, tanta sofferenza, ma anche gratitudine per aver ancora il dono della vita.
Se i primi momenti sono stati l’occasione per mettersi in ascolto dei loro dolorosi racconti, dopo poco ci siamo accorti che ci aspettavano anche solo per un saluto di pochi minuti. Risuona spesso la frase “solo chi lo ha provato ci può capire”. Anche noi ne siamo fortemente convinti, per quanto possiamo sforzarci di immaginare, mai riusciremo a comprendere appieno. Nel frattempo abbiamo vissuto la bellezza del continuare ad incontrarci, senza pretendere di offrire qualcosa, ma cercando di farci un pochino scuotere nella nostra comoda quotidianità e di cogliere i frutti di queste relazioni semplici.
Sabato 5 novembre all’oratorio salesiano si è svolto un pranzo insieme a tanti abitanti di Castelsantangelo, paesino fortemente colpito dal terremoto, provenienti da diverse strutture ospitanti della zona. Ha partecipato anche l’Arcivescovo di Camerino, sfollato pure lui, che ha concelebrato la Messa con il parroco don Dominique; ha esortato alla solidarietà perché questa sofferenza accomuna tutti, credenti e non credenti, poveri e ricchi e invitato a creare legami più solidi tra le persone, unica vera possibilità per ripartire.
Abbiamo partecipato alla chiusura della Porta Santa di Fermo e ci siamo sentiti parte di un’unica Chiesa, provocati a essere porte sante di Misericordia per i fratelli…
Nei giorni successivi abbiamo continuato la visita alle persone accolte vedendo soprattutto il loro disorientamento davanti al continuare delle scosse e all’impossibilità di tornare alle loro case anche solo per recuperare le cose necessarie alla vita quotidiana.
“Non riusciamo a parlare di altro che del terremoto”. E ci siamo messi in ascolto del desiderio di essere ascoltati, della descrizione delle loro case costruite con tanti sacrifici e ora inagibili, dell’amarezza delle persone anziane che – dicono – “non saremo testimoni della ricostruzione”… e li incontri sempre con la giacca indossata, come pronti a partire di nuovo…
Siamo stati testimoni della generosità di tante associazioni e singole persone che si sono rese disponibili in vari modi e abbiamo collaborato con il centro d’ascolto per raccogliere e comunicare queste opportunità alle persone ospitate. Per alcuni bambini di Camerino è stato possibile ritrovarsi presso le strutture dei salesiani per riprendere il percorso scolastico, venendo poi alla Mensa della Caritas di Civitanova per il pranzo…
Nei campeggi sono iniziate attività di oratorio pomeridiano e attività rivolte ai piccoli, con la disponibilità di gruppi scout e gruppi parrocchiali. Piccoli tentativi di ritorno alla normalità che speriamo possano presto sperimentare tutti i bambini che hanno interrotto la scuola. In queste settimane si sono così avvicendate diverse persone provenienti dalle varie Caritas dell’Emilia Romagna (Reggio Emilia, Carpi, Forlì, Fidenza): anche questa è stata una bella opportunità per conoscerci, nella diversità dei luoghi e Chiese di provenienza e anche di vocazioni… una piccola presenza segno della Chiesa quale luogo di incontro e comunione, nel desiderio di camminare insieme.
Ringraziamo per la super accoglienza che abbiamo ricevuto da parte di tutti, dai volontari Caritas di Civitanova agli ospiti degli alberghi e dei campeggi.
“Andate per mettervi al fianco ed ascoltare” è stata l’unica cosa che abbiamo fatto: non li abbiamo caricati sul giumento, non abbiamo scavato tra le macerie, non abbiamo costruito case, non abbiamo dato soldi, ma siamo rimasti con loro come dei servi inutili. •
Il gruppo Caritas dell’Emilia Romagna

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