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E ora: la Religione Cattolica

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Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano (UCD)

Dopo don David Beccerica, mons. Bellucci aveva nominato vicario generale don Giuseppe Trastulli e don Beccerica direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano (UCD).
Come vicepreside dell’Istituto Superiore di Sscienze Religiose (ISSR) m’intesi con don David per una formazione degli Insegnanti laici di religione cattolica (IRC) e cominciammo un primo corso di aggiornamento. Ma don Beccerica volle lasciare l’ufficio e il vicario don Trastulli un giorno mi chiamò e mi forzò a prenderne la successione. “Ti aiuterà il diacono Antonio Petrelli, mi disse, (che del resto collaborava con don Beccerica) e non avrai molto da fare”.
Accettai e nell’agosto-settembre 1993 mi trovai a fare le nomine degli IRC nelle scuole. Mi resi subito conto che erano necessarie alcune cose:
1. fare una graduatoria pubblica da cui attingere i nominativi per l’insegnamento con un certo ordine e trasparenza;
2. creare posti di lavoro per coloro che si diplomavano all’ISSR o all’ITM;
3. dare una formazione permanente agli stessi IRC.
Formai una commissione composta: da tre membri eletti dagli stessi IRC (uno per ogni grado di scuola: superiori, medie ed elementari), dal diacono Petrelli che fungeva da segretario, da un prete docente di religione nelle scuole pubbliche, da un rappresentante della curia. Con la commissione redigemmo un regolamento per formulare la graduatoria e lo sottoposi all’approvazione in un’assemblea agli IRC. Mi riservai però nel regolamento anche una certa libertà per immettere insegnanti preti, che fossero presentati dal vescovo o per determinati IRC nelle scuole di una certa importanza, come per esempio i vari licei di Fermo e Civitanova. Lasciai ai tre rappresentanti di formulare la graduatoria sulla base della documentazione che ogni insegnante doveva mandare entro giugno per l’anno seguente. Nonostante i dubbi espressi dai preti e dallo stesso vescovo, la cosa andò bene e dette serenità agli IRC.
Per il secondo aspetto vedevo che non c’era altra possibilità che inserire gli IRC nelle scuole elementari e materne, in cui l’insegnamento di religione cattolica era affidato alle maestre curriculari. Queste non avevano alcuna preparazione e per di più non facevano le due ore di religione stabilite dall’Intesa Governo-CEI, dicevano qualcosa su Gesù a Natale e a Pasqua e usavano le ore per le altre discipline. Del resto le maestre ormai non venivano più dall’Istituto Magistrale “Bambin Gesù”, dove avevano una qualche formazione, se non teologico-biblica almeno cristiana, ma venivano dal magistrale pubblico dove non tutte del resto sceglievano quell’ora facoltativa di religione che è prevista nella scuola. Scrissi ai Direttori didattici, che sono i responsabili della nomina dei docenti nella scuola elementare e materna. Scrissi loro che l’incarico di religione poteva essere conferito solo a maestre che avessero fatto corsi di aggiornamento. Organizzai corsi biblici di 30 ore, prima per due anni in sedi diverse, a Fermo, a Servigliano e a Civitanova e poi per quattro anni solo a Fermo e mi sobbarcai a questo lavoro stressante. Incontrai così tante maestre alle quali spiegavo che l’insegnamento della religione doveva avere un aspetto culturale come le altre discipline e che a ciò non erano state preparate dalla scuola, dicevo che lasciando le due ore di religione loro non perdevano niente sullo stipendio, ci guadagnava la sicurezza dell’insegnamento come orario e come contenuto e che comunque se volevano continuare a fare le due ore di religione, dovevano aggiornarsi e frequentare i corsi. All’inizio ci fu una gran protesta, ma poi lentamente capirono, loro e i Dirigenti; le partecipanti da principio erano tante, ma nel corso degli anni diminuirono sempre di più, lasciarono le due ore di religione ed entrarono come insegnanti per religione le/i nuove/i diplomate/i dell’ISSR.
Per la formazione permanente chiesi agli IRC di fare due corsi di aggiornamento ogni anno di almeno 20 ore ciascuno, uno obbligatorio per tutti e uno a scelta, e poi di fare due ritiri spirituali nel pomeriggio di due domeniche, una in Avvento e una in Quaresima, e una domenica completa verso la fine dell’anno scolastico. Per i corsi di aggiornamento mi aiutarono i professori dell’ITM, a volte chiamai relatori di fuori, affidai qualche corso a docenti inviati dall’Ufficio Nazionale; per i ritiri di Avvento e Quaresima chiamai soprattutto proff. laici come Mancini, Alici, Giacchetta, Virgili per la giornata di fine anno andammo presso monasteri o santuari offrendo loro cosi anche la possibilità di esperienze diverse, invitai dei preti e detti la possibilità di celebrare il sacramento della riconciliazione. Furono esperienze belle e ben accolte dalla maggior parte. Invitai tutti a fare l’abbonamento al Foglio di Collegamento Pastorale (FCP) e ad abbonarsi a riviste di didattica della religione e a riviste biblico-teologiche. Per dare un compenso ai relatori e per le spese di gestione dell’UCD chiesi loro un contributo di cinquanta curo all’anno, che tutti, mi sembra, dettero volentieri.
Con questa politica gli IRC laici, che nel 1993 erano una quarantina, quando lasciai l’UCD nel 2004 erano quasi cento. Questo diede respiro anche all’ISSR che ebbe un buon numero di iscritti ogni anno fino al presente. •

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Direttore de La Voce delle Marche

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