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Mani che profumano di Dio

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Fu ordinato il 30 ottobre 1977, nella cappella del Seminario di Fermo, don Umberto Eleonori. Lunedì 30 ottobre 2017, nella Pievania di S. Anatolia a Petritoli ha ricordato i 40 anni di ordinazione sacerdotale. Erano presenti il Sindaco di Petritoli, i parrocchiani di Petritoli e di Monte Giberto, gli amici di Montegranaro e i seminaristi di Fermo, a cui don Umberto fa da Padre Spirituale. La celebrazione è stata solenne e semplice allo stesso tempo. Semplice perché don Umberto riesce con la sua personalità a mettere tutti a proprio agio. Semplice perchè ha parlato con il cuore, come sempre fa. Durante l’omelia ha raccontato gli anni del seminario, le sue paure, le sue fragilità. Era indubbiamente commosso anche per la presenza di tanta gente in un giorno lavorativo. Il tocco di solennità è stato dato dalla pianeta dorata che don Umberto ha indossato e dall’uso dell’incenso. L’incenso, si sa, è segno di venerazione, di preghiera e onore alle persone e alle cose nel momento della celebrazione. Nella celebrazione dei 40 anni di ordinazione si è infatti usato l’incenso durante la processione d’ingresso. È servito per incensare l’altare all’inizio e all’offertorio. Il Diacono lo ha usato prima della proclamazione del Vangelo, per indicare la venerazione verso il Maestro. Marco, un seminarista, lo ha adoperato alla elevazione delle Specie Consacrate come segno di adorazione al Signore presente nel pane e nel vino. Durante quella celebrazione si è incensato il celebrante come rappresentante di Cristo e si è incensata l’assemblea come partecipante al sacerdozio regale e profetico di Cristo.
Il profumo ha riempito l’aula liturgica richiamando l’atteggiamento di offerta e di sacrificio verso Dio. Questo atto simbolico non è stato vuota cerimonia come spesso lamentano i profeti. È stato segno di un vero spirito interiore che offre se stesso come «profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio» (Fil 4,18) per poter camminare «nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5,2). L’incenso ha fatto pensare alla vita di don Umberto come soave odore per il sacrificio che offre quotidianamente non solo all’altare ma anche nella vita. A fine celebrazione, don Umberto ha salutato tutti i partecipanti offrendo loro quelle mani unte quaranta anni fa dal Vescovo e che continuano a profumare di perdono, di carità, di evangelizzazione. •

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Direttore de La Voce delle Marche

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