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Oltre le apparenze

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Il tema che il Santo Padre Francesco ha scelto per la 52a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2018 riguarda le cosiddette “notizie false” o “fake news”, cioè le informazioni infondate che contribuiscono a generare e ad alimentare una forte polarizzazione delle opinioni. Si tratta di una distorsione spesso strumentale dei fatti, con possibili ripercussione sul piano dei comportamenti individuali e collettivi. In un contesto in cui le aziende di riferimento del social web e il mondo delle istituzioni e della politica hanno iniziato ad affrontare questo fenomeno, anche la Chiesa vuole offrire un contributo proponendo una riflessione sulle cause, sulle logiche e sulle conseguenze della disinformazione nei media e aiutando alla promozione di un giornalismo professionale, che cerca sempre la verità, e perciò un giornalismo di pace che promuova la comprensione tra le persone.
Tiziano Terzani, ne La forza della verità, scrive: “Il giornalismo per me è stato importantissimo, ma è stato una fase della mia vita. Era la fase in cui cercavo la verità nei fatti. Poi a forza di cercare questa verità nei fatti mi sono reso conto che i fatti me la nascondevano e che c’era un livello di verità al di là dei fatti. C’era una verità più vera di tutti i fatti che al giornalismo non interessava. Ed è così che ho cambiato prospettiva. Cerco sempre quella verità. La cerco da altre parti. Non so se la trovo. Ma solo il cercarla in maniera diversa da quello che ho fatto prima, mi dà una grande soddisfazione. Capisco che i miei colleghi che continuano a fare quello che facevano trent’anni fa, mi prendano per pazzo. Però non sono affatto diventato pazzo. Voglio vedere cosa c’è su altri sentieri. Ho lasciato l’autostrada”.
Terzani per 20 anni corre dietro ai fatti per studiarli, per accertarli, per descriverli correttamente. Era convinto che i fatti fossero la base della storia. Se i fatti non sono precisi, controllati, esatti, come potrà esserlo il mosaico della storia che qualcuno poi ricostruirà con quei pezzi?
Ma inseguendo questa obiettività, aveva capito qualcosa che gli aveva cambiato la vita: i fatti nascondono la verità. Con l’avvento della Tv tutti hanno l’impressione di essere dove le cose stanno accadendo, convinti di aver già capito tutto soltanto perché lo hanno visto in diretta. Questo è terribile perché impedisce la riflessione.
“I fatti – afferma Terzani – sono solo un’apparenza e la verità dietro di loro è al massimo come una bambola russa: appena la si apre se ne trova una più piccola e ancora una più piccola e ancora una più piccola, fino a che resta un minuscolo seme. I fatti, pur controllati, pur verificati, non sono la verità, ma a volte la nascondono”.
Oggi il giornalismo e il sistema dei mass media sono diventati la fabbrica del consenso, secondo l’espressione di Chompsky. Viviamo in strani tempi dove la letteratura diventa pubbliche relazioni, dove quel che si produce non conta, basta che venda… dove la conoscenza viene uccisa dall’informazione, dove le menzogne sono vendute come verità…
Qual è dunque la verità che sta dietro ai fatti? Si potrà mai essere giornalisti che raccontano la verità che rende liberi?
Viviamo in un panorama che cambia la realtà. Ognuno può inventarsela e trovare risonanza in migliaia di altri “avatar” che danno consistenza e veridicità a ciò che penso.
Come verificare se il mio pensiero è verità? Come verificarlo? Con chi? •

About Tamara C.

Direttore de La Voce delle Marche

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