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Eppure è Natale

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Intervista a Rafaella, Alberta, Erica: cosa è per voi il Natale? Cosa vi porta?

Percorro in macchina la zona costiera di Civitanova Marche e lo sguardo mi cade su uno dei complessi commerciali vicini all’autostrada e vedo che già sfavillano le fantomatiche “lucine” di Natale. Guardo il display sul cruscotto della mia auto e leggo 14 novembre 2017 … Mi ricordo allora quello che mi raccontava il mio Papà e che, rispetto all’oggi, assume sempre più i contorni di una favola con il classico inizio “C’era una volta il Natale …” o meglio “Una volta il Natale iniziava l’8 dicembre …”. Il mio Papà mi spiegava che era la Festa dell’Immacolata ad aprire il tempo del Natale, perché Dio si era fatto uomo scegliendo Maria come grembo in cui nascere e Maria con il suo Sì aveva dato all’umanità il Salvatore. E questo andava ricordato ogni anno, guai a dimenticarsene Non prima dell’8 dicembre allora si potevano appendere le “palline” al semplice alberello tagliato nel boschetto vicino casa, non prima dell’8 dicembre si poteva sognare un semplice regalino da ricevere, non prima dell’8 dicembre si acquistavano alcuni piccoli prodotti per la cena della Vigilia e proprio l’8 dicembre, la mia allora parrocchia di Smerillo, con il suo severo parroco don Giovanni, iniziava i vari riti in preparazione al Natale. Il tempo del Natale aveva un inizio ed era un inizio di senso.
Mi chiedo “ma negli anni che ne abbiamo fatto, noi allora bambini, del Natale vissuto e raccontato dai nostri genitori e nonni?” Non mi voglio, però, scoraggiare e pensare che Dio non riesce più ad accendere la Sua luce del Natale nel mondo e che tutto è ridotto alla dimensione commerciale della vita. Voglio pensare che come sempre il Natale è nel cuore delle persone, in questo luogo segreto e imperscrutabile che solo noi e Dio conosciamo. Ho scelto un luogo laico per eccellenza per chiedere a delle persone del Natale. Ho scelto il mio ufficio e le mie tre colleghe di lavoro Rafaella, Alberta ed Erica. Ho chiesto loro: “Che cos’è per voi il Natale?” e “Che cosa vi porta?”.

Rafaella
Gli astuti esperti di marketing sanno utilizzare le ricorrenze che nel nostro intimo sentiamo più importanti per “girarle a loro favore” per cui tutto il nostro tempo è ormai pieno di occasioni di acquisto: festa della mamma, festa del papà, festa dei fidanzati, festa dei santi oramai solo Halloween, per non parlare, oltre al Natale, della Pasqua (un percorso festivo ormai quasi senza soluzione di continuità con il periodo natalizio che inizia ben prima di Carnevale, per saltare allegramente la Quaresima, e arrivare miracolosamente al giorno di Pasqua). Allora cosa fare? Sono stata educata fin da bambina a rispettare i tempi e a dare loro un significato. Tutto questo ancora me lo porto dentro ed è per me irrinunciabile. Nella mia famiglia (intesa come comunità di affetti allargata, mio fratello, mia sorella, miei cugini), attualmente molto laica, mi ostino a cercare di trasmettere quello che provo di fronte al miracolo del Natale. Non lo faccio con le sole parole, ma con il mio modo di essere, con i gesti e le attenzioni, consapevole che tutto questo ha un significato più comprensibile e più profondo. Qualcosa passa? Credo di sì, perché vedo che anche per i non credenti della mia famiglia, il Natale diventa una importante occasione di condivisione, al di là delle nostre divergenze caratteriali, diventa un modo per cementare un rapporto di amore reciproco, di cui ci nutriamo poi nel resto dell’anno.

Alberta
Il Natale è per me la festa più attesa dell’anno. Tutto intorno a me è più allegro, colorato, pieno di luci. Tante persone che affollano le piazze e i negozi, all’apparenza allegre e che incontrandosi si scambiano un veloce augurio di Buon Natale. Non so quanti pensano al Natale come a una festa religiosa che celebra la nascita di Gesù e che dovrebbe riaccendere nei nostri cuori l’amore verso gli altri. Però non importa cosa pensano e provano gli altri. Importa ciò che sento io, dentro di me.
Quest’anno pensando al Natale provo qualcosa di più profondo della semplice gioia, qualcosa di più intimo della chiassosa allegria delle feste. Sento che la vita ha e prende senso proprio da un Bambino che ha creduto e voluto cambiare il corso della storia. Sono una di poche parole, tra queste ne preferisco tre, ciao, grazie e auguri. Ciao, è il mio saluto per ciascuno, perché le persone sono molto importanti nella mia vita e mi piace stare e conoscere tanti. Grazie, è il mio modo di dire a ciascuno tu sei comunque importante nella mia vita e la tua presenza ha valore. Auguri, è il mio modo di dire a ciascuno se tu sei felice lo sono anche io. Spero che il mio Natale quest’anno prenda senso da queste tre semplici parole.

Erica
Quando ero piccola, al catechismo, ci insegnavano che a Natale nasce il Bambino Gesù. Allora ci preparavano con tanti “lavoretti ” ad accogliere il Bambinello che nasceva al freddo, al gelo e non aveva niente. Questo Bambinello veniva esposto in chiesa la notte di Natale e noi ragazzini andavamo a dargli un bacio e lo sentivamo come il fratellino piccolo nella culla. Ecco per me il Natale ha quest’immagine … oramai solo un ricordo. Oggi, se debbo essere sincera, detesto molte delle cose che vengono “spacciate” per natalizie. Detesto quando al Tg parlano di “‘corsa ai regali”, mi immagino un casino di gente che corre come matta. Mi chiedo: ma per andare dove? La chiesa del mio Paese, che durante le domeniche dell’anno è semivuota, il giorno di Natale magicamente si riempie. Mi chiedo: ma che senso ha? Gesù c’è in ogni giorno della nostra vita e noi ce ne ricordiamo solo a Natale? A me il Natale non piace più. Lo sento come un enorme meccanismo che mi fa sentire più sola, più vuota, più arrabbiata. Più di tutto mi danno fastidio i sorrisi che nascondono l’indifferenza, i regali che coprono gli opportunismi, le grandi abbuffate che ammantano la mancanza di sentimenti veri.
L’unica cosa che mi piace del Natale sono le luminarie, mi danno un senso di calore nel buio della notte. Nei miei poco più di trent’anni sento, però, che non posso arrendermi alla delusione e disillusione e che forse da adulta debbo trovare un senso nuovo al Natale Quest’anno per Natale sarò in India per partecipare al matrimonio di due miei amici … di certo sarà un Natale diverso. •

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