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Dritti e guardare lontano

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Posture scorrette e problemi di apprendimento

Parlare di postura oggi è per certi versi molto comune, ma l’argomento in realtà, spesso non è ben conosciuto né compreso, addirittura, dagli stessi professionisti che dovrebbero occuparsene.
Con il termine postura s’intende di solito la disposizione del corpo nello spazio che deve essere il più possibile eretta e, se vogliamo, somigliante a quella delle statue greche che, per noi occidentali, sono il simbolo stesso della bellezza. Ora, bellezza e benessere spesso non vanno di pari passo perché, quello che ci appare bello, spesso è frutto invece di asimmetrie che l’occhio umano non coglie.
La postura è individuale e non riproducibile e deriva dal DNA famigliare, dal tipo di nascita (parto spontaneo, indotto, cesareo…ecc.), dal quando e come il bambino ha iniziato a camminare, dall’apparato visivo, da quello uditivo e da quello occlusale, dalle percezioni tattili della pianta del piede e persino dagli stati emotivi del soggetto. Ne deriva che la postura non può essere codificabile né riproducibile, né tanto meno, può essere insegnata in quanto espressione individuale e soggetta a molteplici variabili; insegnare una corretta postura equivarrebbe ad insegnare una corretta digestione…impossibile!
Cosa si può fare allora per impedire che delle posture asimmetriche possano nel tempo portare a scoliosi, dorso curvo, iperlordosi o altre “malformazioni” della colonna vertebrale?
In primis lasciare che i bambini giochino all’aria aperta e ridurre al massimo la permanenza davanti ai computer o alla TV, questo per due importanti motivi:
1) all’aperto si possono fare giochi “fisici” che sviluppano la muscolatura in maniera armoniosa;
2) l’apparato visivo dell’uomo necessita di una visione così detta all’infinito per potersi sviluppare in maniera adeguata, ossia abbiamo bisogno di guardare lontano soprattutto dopo ore passate a scuola o in casa dove gli occhi lavorano soltanto in convergenza.
Poi dobbiamo invogliare i bambini a fare sport e questo perché li educa ad una corretta percezione del proprio schema corporeo ed alla capacità di percepire i propri confini e quelli dell’altro.
Inutile ripetere che, portare pesi eccessivi per l’età, possa inficiare l’armonico sviluppo scheletrico del bambino, invogliare quindi all’acquisto di zaini con ruote (tipo trolley), può essere un escamotage per evitare di caricare lo scheletro di pesi inadeguati.
Cosa fare invece quando i problemi si sono già presentati?
Visita oculistica.
Visita otorinolaringoiatrica.
Visita dentistica.
Visita osteopatica.
L’osteopatia più di ogni altra disciplina può discriminare l’origine del disturbo e contribuire a curarlo collaborando con le figure mediche di riferimento; alla base di ogni disturbo, anch’esso individuale e non assimilabile ad altri, c’è sempre una storia clinica altrettanto individuale e dunque, il primo importantissimo passo è la diagnosi.
Altri disturbi di cui l’osteopatia si può occupare con importanti risultati sono la dislessia, la discalculia e tutti quei disturbi del comportamento che portano ad un mancato o difficoltoso apprendimento scolastico; questi disturbi infatti possono essere riconducibili a piccoli traumi da parto che l’osteopata, tramite dolci  manipolazioni, può risolvere così che, tolta la causa, i sintomi scompaiono.
Più precocemente viene trattato il bambino, più facilmente si risolvono i problemi, l’osteopatia infatti può essere usata come medicina preventiva anche in assenza di sintomi, molto importante sarebbe infatti riuscire a trattare i neonati come avviene in Francia, dove il bambino non esce dalla nourcerie se non è stato visto anche dall’osteopata.
L’osteopatia in quanto terapia dolce, del tutto naturale e rispettosa dei ritmi corporei può essere usata nelle donne in gravidanza come nel neonato, nel bambino, nel giovane, nell’adulto e nell’anziano senza nessun tipo di controindicazione persino laddove sussistano gravi patologie organiche. •

Diana L. Splendiani
Osteopata e fisioterapista
diana-splendiani@alice.it

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