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Suggestionati da un guadagno senza lavoro

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In Italia: una slot machine ogni 151 abitanti

C’è un bel giocare e c’è un brutto giocare. Il gioco d’azzardo fatto con le ‘macchinette’ e on line crea il rischio di dipendenza e di disturbi mentali. Per simili gravi situazioni sono stati tentati alcuni interventi dissuasivi e punitivi. È bene prevenire il male. L’impulso a giocare è spontaneo e insopprimibile nelle persone. Sin dall’antichità si giocava ai dadi. È importante equilibrio per controllarsi.
Il pericolo riguarda ogni Paese del mondo, secondo i mezzi di informazione sulle schiavitù correlate in base alle statistiche. Un uso americano è lo scommettere su tutto quanto possibile.
C’è necessità di affrontare la vulnerabilità dei protagonisti, soprattutto ragazzi, e intervenire con la costante intenzione di salvare tutti i pazienti, sempre incoraggiare al ravvedimento, vincendo la sfiducia. Giocare al rischio è talora tanto drammatico da perderci tutto; è necessario contenersi.
Una statistica italiana calcola che il 47% degli utenti di slot machines con rischio di dipendenza sono adolescenti giocatori tra i 14 e i 19 anni. Questi ragazzi hanno dichiarato che né gli esercenti dei locali, né i genitori né altre persone sono intervenuti a loro fianco per dissuaderli dall’azzardo. L’incontro deve esser faccia a faccia, non televisivo.
Non risulta che ci sia una sufficiente attenzione da parte dei cittadini a intervenire per dissuadere i giovani a giocare. Ci si lamenta soltanto.
La dipendenza è facile. È forte infatti la suggestione di un guadagno facile, senza lavoro. E la dissuasione non risulta praticata con metodi efficaci.
Gli esercenti dei locali con slot non sono interessati a dissuadere i giocatori perchè vedrebbero diminuire i loro affari.
A Macerata il contrasto alla ludopatia, considerata piaga sociale in continua espansione, ha invogliato il sindaco a fare un’ordinanza che limita l’orario per gli apparecchi tipo slot, che debbono restare spenti dalle 7 alle 10 e dalle 15 alle 20. Si vuol frenare le occasioni di abuso e di dipendenza con disturbi nelle persone.
I dipartimenti medici e sociali lanciano l’allarme sui giochi che hanno risvolti devastanti sulla vita di relazione delle persone in famiglia e nella società.
Per incoraggiare comportamenti virtuosi si è introdotto l’uso di esporre ben visibile un cartello “NO SLOT”. La diffusione andrebbe propagandata per valorizzare ancor più i luoghi di svago senza queste macchinette. Tutte le persone amiche con opportuni consigli potrebbero intervenire e consigliare altri giochi meno patologici e meno individualistici.
Le disposizioni pubbliche per limitare gli orari e le misure restrittive non stanno sortendo l’effetto sperato, dato che le statistiche riferiscono che le spese nel gioco d’azzardo non sono affatto diminuite.
I social media illudono.
Il periodo inglese Economist riferisce che l’Italia, per volume di perdite di denaro da parte dei giocatori, con 19 miliardi di dollari (sprecati), è il quarto paese del mondo. Altre indagini fanno sapere che in Italia c’è una diffusione di una slot machine per ogni 151 abitanti con un numero complessivo di 397000. Questa cifra è in aumento in Italia più che in ogni altro Paese d’Europa.
Si parte dalla ricerca della felicità, ma i difetti diventano vizio.
E Gustavo Flaubert con humor dice che per essere felici occorre avere tanti soldi, buona salute, ma soprattutto essere idioti. Gli psicologi contrari al trionfo dell’idiozia e alla regressione schizofrenica della specie, augurano una terapia contro la follia.
Nel 2016 in Italia il gioco d’azzardo ha raggiunto mostruosamente 95 miliardi di euro di cui 10 miliardi sono finiti nelle casse del nostro Stato. La legge della Regione Marche n. 3 del 2017 ordina di tener lontani dall’azzardo i soggetti psicologicamente vulnerabili. Se conosciamo una persona che li aiuta, ringraziamola perché fa un’opera bella e buona. •

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