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Mostra di icone in Cattedrale

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Si può essere agnostici o non credenti, laici o laicisti, religiosi e anche bigotti. Ma l’arte e l’arte. Un capolavoro un capolavoro.
E una grande opera è quella che accoglie in questi giorni i visitatori del Duomo di Fermo e quanti vi si recano per la recita del rosario quotidiano. È il mese dedicato alla Madonna e la Cattedrale a lei è intitolata.
Un’opera, dicevo, anzi 20 opere. 20 icone, particolari, toccanti, capaci di scuotere. Icone che interpellano la nostra esistenza. Le ha realizzate Vivianne Bou Kheir. Libanese di nascita, fermana d’adozione. La sua proposta è un cammino. E noi l’abbiamo compiuto insieme all’artista questo itinerario. 20 pannelli, altrettanti olii su tavola e foglio d’oro. Un racconto che inizia con L’Annunciazione. La Vergine Maria ha gli occhi chiusi, anche l’angelo li ha allo stesso modo. Sono gli occhi del cuore a guardare e capire quello che la ragione potrebbe non cogliere: un Dio che si farà uomo nel ventre di una giovinetta. Impensabile. Vertiginoso. La Visitazione ha due donne protagoniste: Maria ed Elisabetta. Entrambe incinte. Entrambe abbracciate, dalle mani forti. È l’ospitalità orientale.
La Natività, quando l’eterno entrò nel tempo, l’Infinito nel finito. La Madonna è dolcissima, tiene stretto suo figlio al petto e un agnello le fa presagire quel che accadrà più tardi. Se lui non fosse Dio lei non avrebbe sofferto. Ma così dovrà essere. San Giuseppe porge la mano, aiuta, nonostante l’enormità si fida.
La Presentazione al Tempio, dove tutti guardano il bimbo del prodigio e Simeone ora potrà morire in pace. Gli occhi ancora chiusi, ancora lo sguardo del cuore.
Il Ritrovamento di Gesù. È già saggio, Lui, già insegna ai dottori moralisti della legge. Belli e ben vestiti, formali e distanti.
Il Battesimo. Dalla mano del Battista sgorga l’acqua. E Giovanni non è il selvaggio vestito di capra, ha vesti candide invece.
Le nozze di Cana. Gesù non vorrebbe rivelarsi, ma sua madre chiede. L’acqua si tramuta in vino. La festa ora potrà continuare.
E poi L’annuncio del Regno, La Trasfigurazione e L’Eucarestia dove Vivianne ha lasciato la mensa incompiuta, anzi protrattasi verso di noi, che possiamo entrare nel Mistero. Avvolgente.
E siamo all’Agonia sul Monte degli Ulivi, e alla Flagellazione, dove gli occhi si aprono, dove lo sguardo non sgorga più dal cuore.
L’Incoronazione di spine ha due mondi alle spalle, quello di Pilato e quello di Gesù. Alternativi?
Gesù caricato della croce ha il manto purpureo del sacrificio.
Gesù muore in croce e i soldati sembrano aver capito l’immensa tragedia da essi compiuta.
La Resurrezione ha l’angelo che l’annuncia alle donne, mentre un sudario bianchissimo si srotola dietro alla pietra rimossa del sepolcro.
Ed ancora L’Ascensione in cielo; La Pentecoste dove tutti gli uomini hanno lo stesso volto, eguali dinanzi a Dio; L’Assunzione di Maria in cielo dove Gesù abbraccia teneramente sua madre essendo lui anche suo padre.
Infine, L’incoronazione di Maria regina del cielo e della terra.
20 capolavori, sgorgati dal rosario recitato da Vivianne, «quasi una sequenza cinematografica». Un lavoro compiuto di notte, nel silenzio. Immagini arrivate dal profondo. E di una profondità unica. •

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