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Diacono, accolito: chi sono

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7 ottobre: tutti in duomo alle ore 18 per il diaconato di Luca Montelpare e l’accolitato di Marco Zengarini

Domenica 7 ottobre, in Cattedrale, a Fermo, Luca Montelpare sarà ordinato Diacono, e Marco Zengarini riceverà il ministero dell’accolitato dalle mani dell’Arcivescovo, mons. Rocco Pennacchio.
Sono due giovani della Diocesi di Fermo. Luca di Fermo, della parrocchia di S. Alessandro. Marco di Montegranaro.
Luca sta ultimando la Licenza in Storia della Chiesa a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana. Marco frequenterà l’ultimo anno del corso ordinario di Teologia presso l’Istituto Teologico Marchigiano di Fermo. Si sono ambedue preparati adeguatamente. Luca con una settimana di Esercizi Spirituali a Loreto guidati dal professore di Liturgia don Giovanni Frausini. Marco invece ha preferito il silenzio di un monastero.
Il 7 ottobre sarà preceduto da alcuni incontri nelle comunità parrocchiali dove Luca e Marco hanno prestato il loro servizio pastorale. Gli incontri si concluderanno venerdì 5 ottobre con una veglia di preghiera vocazionale presso la chiesa della parrocchia di S. Alessandro. Tali incontri oltre che aiutare le varie comunità a capire cosa vuol dire essere diacono o accolito dovrebbero aiutare a entrare nella logica del Concilio Vaticano II, che suggerisce una chiesa ministeriale, una chiesa in cui ogni battezzato è chiamato a svolgere un ministero, un servizio. Ma chi è un diacono? Chi è un accolito? Cosa sono i ministeri? E i carismi?
Non servono tanti discorsi. Rileggiamo la preghiera di ordinazione del diacono, così si colgono i tratti che “fanno” il diacono e dicono del significato della sua presenza nella vita della Chiesa.
Luca si inginocchierà davanti al Vescovo, che, dopo aver imposto su di lui le mani, dirà: “Dio onnipotente, sorgente di ogni grazia, dispensatore di ogni ordine e ministero, assistici con il tuo aiuto. Tu vivi in eterno e tutto disponi e rinnovi con la tua provvidenza di Padre. Per mezzo del Verbo tuo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore, tua potenza e sapienza, compi nel tempo l’eterno disegno del tuo amore. Per opera dello Spirito Santo tu hai formato la Chiesa, corpo del Cristo, varia e molteplice nei suoi carismi, articolata e compatta nelle sue membra; così hai disposto che mediante i tre gradi del ministero da te istituito cresca e si edifichi il nuovo tempio, come in antico scegliesti i figli di Levi a servizio del tabernacolo santo. Agli inizi della tua Chiesa, gli apostoli del tuo Figlio, guidati dallo Spirito Santo, scelsero sette uomini stimati dal popolo, come collaboratori nel ministero. Con la preghiera e con l’imposizione delle mani affidarono loro il servizio della carità, per potersi dedicare pienamente all’orazione e all’annunzio della parola. Ora, o Padre, ascolta la nostra preghiera: guarda con bontà questo tuo figlio, che noi consacriamo come diacono perchè serva al tuo altare nella santa Chiesa. Ti supplichiamo, o Signore, effondi in lui lo Spirito Santo, che lo fortifichi con i sette doni della tua grazia, perché compia fedelmente l’opera del ministero. Sia pieno di ogni virtù: sincero nella carità, premuroso verso i poveri e i deboli, umile nel suo servizio, retto e puro di cuore, vigilante e fedele nello spirito. L’esempio della sua vita, generosa e casta, sia un richiamo costante al Vangelo e susciti imitatori nel tuo popolo santo. Sostenuto dalla coscienza del bene compiuto, forte e perseverante nella fede, sia immagine del tuo Figlio, che non venne per essere servito ma per servire, e giunga con lui alla gloria del tuo regno. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli”.
Così il Vescovo si rivolgerà a a Marco in questi termini:
“Figlio carissimo, scelto per esercitare il servizio di accolito, tu parteciperai in modo particolare al ministero della Chiesa. Essa infatti ha il vertice e la fonte della sua vita nell’Eucaristia, mediante la quale si edifica e cresce come popolo di Dio.
A te è affidato il compito di aiutare i presbiteri e i diaconi nello svolgimento delle loro funzioni, e come ministro straordinario potrai distribuire l’Eucaristia a tutti i fedeli, anche infermi. Questo ministero ti impegni a vivere sempre più intensamente il sacrificio del Signore e a conformarti sempre più il tuo essere e il tuo operare. Cerca di comprenderne il profondo significato per offrirti ogni giorno in Cristo come sacrificio spirituale gradito a Dio. Non dimenticare che, per il fatto di partecipare con i tuoi fratelli all’unico pane, formi con essi un unico corpo. Ama di amore sincero il corpo mistico del Cristo, che è il popolo di Dio, soprattutto i poveri e gli infermi. Attuerai così il comandamento nuovo che Gesù diede agli apostoli nell’ultima cena: amatevi l’un l’altro, come io ho amato voi”.
Parlare poi di ministero e di carisma è parlare di servizio. È parlare di una Chiesa corpo di Cristo, popolo di sacerdoti. È ricordare che anche fare il papà e la mamma sono carismi, ministeri, al servizio della Chiesa. L’ordinazione di Luca e l’accolitato di Marco dovrebbero far riscoprire la chiamata di ogni battezzato a sentirsi parte attiva della chiesa. Da qui deriva la vitalità della Chiesa che si costruisce facendo di ciascuna persona un soggetto capace di servizio. Dovremmo tutti riscoprire l’esercizio del sacerdozio battesimale, in cui offriamo i nostri corpi (noi stessi) come culto spirituale, che costruisce la Chiesa-Corpo di Cristo.
Dovremmo infine riscoprire che la Chiesa è una Madre che continua sempre a chiamare, anche in tempi in cui sembra che la voce di Dio si faccia sempre più impercettibile. •

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