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Verso il sacerdozio

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L’accolito e il diacono sono anche ministeri laicali

Un grande senso di gratitudine mi ha accompagnato nei giorni precedenti e successivi al 7 ottobre, quando sono stato istituito accolito da Monsignor Rocco Pennacchio al Duomo di Fermo. Un senso di gratitudine che nasce dalla consapevolezza dell’amore e dalla misericordia di Dio nei miei confronti. La settimana di preparazione che abbiamo vissuto insieme a Luca Montelpare, che è stato ordinato diacono, mi ha aiutato molto a vivere questo dono del Signore. Abbiamo incontrato le comunità dove abbiamo fatto servizio in questi anni e tante persone che ci accompagnano nell’amicizia e nella preghiera. Qualsiasi vocazione nasce, cresce e si rafforza solo all’interno di una comunità, di una compagnia, anche quella sacerdotale. Vivere rapporti veri nel Signore ti fa maturare e crescere, spogliandoti di tante false convinzioni e schemi mentali per rivestirti solo della certezza dell’amore del Dio di Gesù Cristo. E se guardo al mio cammino lo posso affermare con forza. A partire dalla mia famiglia, che fin da subito mi ha appoggiato e sostenuto in questa scelta. Passando per la comunità di Montegranaro, del seminario, delle parrocchie di Casette D’Ete, Sacro Cuore di Gesù di Porto Sant’Elpidio e della Valdaso. Insieme a tanti amici laici e tanti amici sacerdoti. Vivere la preparazione dell’accolitato insieme con loro mi ha ricordato che ogni persona è davvero segno del Mistero, che sono chiamato adesso a servire attraverso questo ministero. Mi affido alla misericordia di Dio e a Maria Santissima per vivere ogni giorno sempre più in profondità il rapporto con Gesù Eucarestia e con Gesù presente nella vita di ogni persona. All’inizio del mio quinto anno di seminario, sto sperimentando quanto siano vere le parole che Gesù rivolge a Pietro: «Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19,29). •

Marco Zengarini

Emozionato e sorridente. Così Luca ha accolto la consacrazione del diaconato, domenica 7 ottobre, in una cattedrale riempita di giovani.
L’Arcivescovo, mons. Rocco, ha fatto notare come questa data è una data significativa perchè la Chiesa celebra la festa della Madonna del Rosario.
La Vergine infatti è la prima immagine del servizio. Lei, come canta Dante, è “alta e umile”. È in alto proprio perchè ha saputo servire. Ed è questo il compito che spetta a Luca: il servizio. Deve mettere in agenda il comando di Gesù ai suoi discepoli nell’ultima cena:
“Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,13).
Luca ha accettato questo compito con gioia. Lo ha atteso con trepidazione. Ha confessato ai suoi compagni seminaristi che la lunga attesa è una grazia di Dio perchè purifica le intenzioni. Ha più volte ringraziato il Seminario per l’opportunità di crescere insieme ad una comunità di compagni e di formatori. Ha ringraziato spesso la comunità di S. Alessandro dove ha prestato servizio. E ha ringraziato sempre la sua famiglia che lo ha sempre supportato, sostenuto, stimolato.
Dal profilo facebook si leggono alcune impressioni di quella celebrazione: “Una domenica di emozioni uniche. Il sì che ti cambia la vita!!! Grazie ragazzi per il vostro coraggio, la vostra disponibilità…la vostra testimonianza!!! Buon cammino…insieme”. (Elena Luciani)
“Luca augurissimi per il cammino che hai intrapreso con la Chiesa e come messaggero dell’amore di Cristo per tutte le persone che avrai modo di incontrare oggi e sempre nella tua nuova missione”. (Giorgio Goffredi)
“Nel canto di fraternità mille voci si uniscono. Un cuor solo, un solo Spirito, nulla ci separerà da Te.”
Auguri di buon cammino Luca Montelpare!!!” (Lucia Lucentini) •

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