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Lettera ad una sorella

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L’amore comincia a casa.

Tra me e te, sorella mia, complicità, fatta di parole non dette, ma di pensieri affini; complicità di affetti e di ricordi comuni, complicità di tradizioni della nostra terra.
La nostra famiglia, che allora si poteva dire patriarcale, introno ad un grande tavolo, quando c’erano ancora nonni, zii e cugini: quanti ne mancano oggi all’affetto; qualcuno, che sembrava perduto, è stato, però, ritrovato con gioia. Le marachelle di quei ragazzini sono ancora vive nella nostra mente e ci fanno sorridere ancora.
Nonno sentenziava con i suoi proverbi: “Guarda quante stelle: le pene che mi dai son più di quelle”. Che grandi pene poi! Ero una bambina tranquilla, che, tuttavia, veniva sempre accusata per le piccole colpe degli altri.
Che bello, sorella mia, essere state insieme in questi giorni, dopo tanta lontananza! Ridevamo per niente, come due bambine; ci addormentavamo sul divano, davanti alla televisione, come due vecchiette! Beh, io comincio proprio ad essere vecchia. Non mi sembra vero di aver superato i 70 anni. Non me li sento dentro tutti questi. Ogni anno che passa fa crescere la maturità della mente e del cuore, ma questo bagaglio di esperienze non è pesante da portare, anzi ti rasserena. Un’altra cosa, che dà la forza di affrontare la vita di ogni giorno, con i suoi problemi e con quelli delle persone che ci sono più a cuore, è la preghiera. Non soltanto la preghiera del mattino e della sera, come quando eravamo piccoli, ma quella di tutto il giorno, quella che ti fa dire con Madre Teresa: “L’amore comincia a casa”, come disse una volta a Porto Sant’Elpidio, quando venne per il congresso eucaristico diocesano del 1984.
La nostra mamma ci diceva: “Qualche volta stacca la spina!”. Forse, sorella cara, lo avrà detto anche a te. Non si riesce a farlo, tuttavia, quando il cuore batte forte per i bisogni di tutti e impara ad essere attento ad ogni richiesta, anche velata, di aiuto. Ormai questa è la mia vita, ma la voglio vivere così, intensamente, nella fede, nelle amicizie spirituali, nella preghiera, senza mai dimenticare l’affetto, la tenerezza, l’amore per i miei cari: “L’amore comincia a casa e si espande fuori”:
Voglio concludere con questa citazione di Miguel de Unamuno, poeta e filosofo di grande fede: “Beati coloro i cui giorni sono tutti uguali. Hanno vinto il tempo: gli vivono al di sopra e non al di sotto. Vanno a dormire tranquilli, con lo sguardo in un giorno nuovo e si alzano allegri a viverlo. Gli succede che in tutti i giorni vivano uno stesso giorno, vivono in Dio, anzi vivono Dio, il che equivale a più di pensarlo.
La loro preghiera non è qualcosa che si distacchi o si separi dai loro propri atti, non hanno bisogno di raccogliersi e di concentrarsi per dirla; tutta la loro vita è una preghiera. Pregano vivendo. E così muoiono, come muore la luce del giorno al sopraggiungere della notte; se ne vanno a splendere in un’altra regione”. •

Daniela Mancini

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