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La forza della solidarietà

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Civitanova, la storia esemplare del “Signor Giorgio” che risveglia le coscienze.

“Vorrei chiamare qui un nostro caro amico, il signor Giorgio”. Mario, della Caritas di Civitanova Marche, dall’ambone della chiesa di San Gabriele, si rivolge ad un uomo sulla sessantina, che l’emozione tiene inchiodato al suo banco.
È la domenica del povero, in ogni parrocchia della città, i volontari della Casa della carità “Don Lino Ramini” si danno da fare per raccontare le mirabilia Dei della carità cittadina. E come tradizione vuole, sgranano il rosario di dati, cifre, assistiti, pacchi donati, iniziative, collette e via solidarieggiando. Con un obiettivo: risvegliare le coscienze e la generosità. Un cliché collaudato a cui, qualche volta, si aggiunge il racconto di questo o quel caso umano.
Stavolta, a San Gabriele, lo Spirito santo nel suo libero soffiare, ha dato un frullar di ali che l’inquieto Mario ha colto: invece di parlare di opere di carità, fate parlare chi da questa Carità è stato toccato, abbracciato così forte da essere poi lui stesso uomo di Carità. Ed ecco, appunto, il “Signor Giorgio”. Una persona delle tante a cui la vita non ha risparmiato prove e privazioni. Abita in un appartamento in affitto, con uno sfratto sulla testa e dice che quando lo butteranno fuori andrà a cercare in qualche paese dell’interno, dove le case costano meno. Ha problemi di salute, per muoversi ha bisogno che qualcuno lo accompagni. I soldi della pensione non bastano per lui, la moglie, la figlia e il nipote, così, due anni fa, a malincuore ha dovuto chiedere aiuto alla Caritas. In via Parini, oltre al pacco alimentare e qualche soldo per le bollette e le medicine, ha trovato la buona compagnia di alcuni amici. Ne è nata una familiarità che ogni quindici giorni si rinnova nelle quattro chiacchiere che il “Signor Giorgio” scambia con Mario, nell’ufficetto della Caritas, dove i cuori grandi di piccole persone accolgono le lacrime e la disperazione di tanta gente.
Proprio durante uno di questi periodici incontri, il “Signor Giorgio” ha assistito ad una telefonata in cui Stefano chiedeva un posto per dormire perché aveva finalmente trovato lavoro dalle nostre parti. «Io una stanza libera, a casa, ce l’ho – si è offerto – ne parlo con mia moglie e vi faccio sapere». La sera stessa, Stefano aveva un tetto sulla testa e in tasca le chiavi di casa, perché avrebbe fatto i turni di notte. Stefano e il Giorgio sono diventati amici e lo sono ancora adesso che l’altro ha trovato una sistemazione a Trodica, vicino al posto dove lavora.
Una disponibilità, quella di Giorgio, che speriamo interpelli quanti, in città, hanno magari un piccolo appartamento da affittare a prezzi ragionevoli. Perché lavoro a casa rimangono le due emergenze del momento.
Il “Signor Giorgio”, comunque, ha continuato a far del bene a chi, come lui è nel bisogno. Dopo il suo intervento nella chiesa di San Gabriele, un industriale che era a Messa ha fatto avere alla Caritas una somma di tutto rispetto. «Dio benedica la famiglia di Giorgio – ha detto Mario – e quanti si attivano per accompagnare, per quanto possibile, coloro che vivono situazioni che creano disagi, umiliazione e tanta sofferenza». •

Domenico Bartolini

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