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Quando la normalità diventa preziosa

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La storia di speranza di una famiglia che nel dolore della malattia supera unita le difficoltà.

Una storia iniziata in una normale famiglia, tra vita ordinaria e figli. Lei mamma di 2 bambini e lavoratrice. Lui lavoratore e papà.
Un giorno, dall’apparenza normale, il figlio di 8 anni, iscritto alla squadretta locale di calcio, si fa male in campo. Dopo il calcio ricevuto, accusa dolore alla gamba e per sicurezza lo portano al Pronto Soccorso e lì decidono per una lastra. Il referto dell’esame segnala un’ombra all’osso della gamba, su cui i medici decidono di indagare ulteriormente.
Il risultato finale è drammatico: un grave e aggressivo tumore alle ossa. Tutto sembra incredibile, da un normale incidente di gioco alla notizia di una malattia terribile. Tutto si oscura, tutto si capovolge, si scombina. Paura, incertezza, inquietudine e impotenza paralizzano i primi giorni dalla notizia.
Che fare, dove andare, chi consultare? Il tempo, in quel caso, sembra sinonimo di salvezza. Gli imperativi erano fare in fretta, andare nel posto giusto, trovare medici e strutture qualificate… pregare Dio. L’amica della mia amica raccontava che la sua testa era vuota di pensieri, come caduta in un oblio e il suo cuore incapace di speranza. Un figlio malato è un dolore che scaturisce dal profondo delle proprie viscere e che nulla sembra consolare.
Scelgono comunque una struttura a cui affidarsi e fidarsi e iniziano il lungo percorso di una malattia devastante e subdola. Ospedali, medici, visite, chemio, interventi… ma anche dolori, capelli che cadono, perdita di funzionalità, riabilitazione e tanto altro.
Nulla è più come prima, genitori devastati dal dolore e dalla preoccupazione, figlio devastato dalla malattia, l’altro figlio un po’ abbandonato a sé stesso.
Dopo un primo momento di totale smarrimento e di grande scombinamento, tutta la vita familiare si ricostruisce attorno al figlio malato, bisognoso di cure e attenzioni. La mamma lascia il lavoro, vendono la casa strutturata su più piani e ne acquistano una al piano terra, attrezzano una stanza a casa per aiutare la riabilitazione del figlio, il papà si dedica ancor più al lavoro per far fronte a tutte le spese e così via.
Un giorno la mamma disse alla mia amica, queste parole, che non dimenticherò mai: “non sai quanto mi manca quella sana e noiosa normalità della nostra vita di prima”. Passano così giorni, mesi, anni. Dopo una lotta durissima contro la malattia e con i segni evidenti di ciò che hanno attraversato, il bambino, divenuto oramai ragazzo, finalmente guarisce.
Tutto all’apparenza sembra tornare alla normalità, ma in realtà nulla è più come prima. Il figlio rimane claudicante, i genitori, avvolti oramai in una coltre di incomunicabilità, si separano, l’altro figlio reclama i diritti di chi è stato privato del proprio tempo e delle proprie attenzioni. Una storia di malattia e di dolore, ma anche di amore e fragilità.
Una storia che mi ha insegnato diverse cose:
• la bellezza della normalità della nostra esistenza che spesso non apprezziamo, anzi ce ne lamentiamo. Una normalità che diventa preziosa quando la nostra vita da ordinaria diventa, per un qualunque motivo, straordinaria;
• la capacità di una famiglia di raccogliersi attorno a chi è più fragile ed ha più bisogno. Il coraggio dei genitori di lottare, sacrificarsi, rinunciare alle proprie scelte ed ai propri bisogni, per i figli.
• La famiglia come il luogo in cui si è avvolti nel calore dell’amore e da cui si riceve protezione, conforto, forza e spinta nella lotta;
• una famiglia può sopportare e resistere tutto, se, però, è unità. Quando qualcuno della famiglia inizia a sentire il peso degli altri e il bisogno di pensare a sé, tutto può crollare, come una casa in cui cede uno dei pilastri delle fondamenta.
Oggi quel bambino è un uomo e sta costruendo la sua famiglia. Spero di cuore che, in virtù della propria esperienza, sappia amarla, difenderla, curarla e accettarla, nei giorni ordinari ed in quelli straordinari, nei momenti felici ed in quelli difficili. Come tutti i grandi doni, anche la famiglia ha la sua preziosità e la sua fragilità. •

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