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Un team pronto per arginare le fragilità

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Progetto all’Ic Rodari Marconi per rendere positive le dinamiche relazionali tra tutti i soggetti del percorso educativo.

Le docenti Loredana Corvaro e Chiara Vitali ci parlano di un progetto rivolto al mondo della scuola che ha permesso di costruire nel tempo un clima di dialogo e di fiducia reciproca tra tutti i protagonisti del processo formativo dei ragazzi.

“La scuola vive nella sua esperienza quotidiana tutte le fragilità, emotive, affettive, sociali, morali dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie. Le vive amplificate perché ognuno porta in classe il proprio vissuto personale e così anche i docenti”.
“L’IC Rodari Marconi DI Porto Sant’Elpidio si trova in un quartiere periferico segnato da alcune criticità, quali la povertà culturale ed educativa e un forte processo immigratorio”.
“Quello che emergeva con insistenza nella nostra quotidiana azione educativa era che molti dei nostri ragazzi non trovavano risposte e sostegno adeguato, manifestando così rifiuto e aggressività nei confronti di compagni e adulti. Noi insegnanti della scuola Primaria e Secondaria, con la Dirigente, consapevoli del fatto che non ci può essere vero apprendimento se non si vive in un ambiente affettivo sereno e motivante, abbiamo immaginato un progetto che potesse incidere e modificare le dinamiche relazionali tra tutti. Ci era chiaro che non si potesse agire solo sulle emergenze, che pure andavano gestite, ma ci dovesse essere una risposta “sistemica” e continuativa, migliorandone l’approccio e la pianificazione, man mano che si acquisiva esperienza. Oggi possiamo dire che questa scelta si è dimostrata vincente”.
“Il progetto, modificatosi negli anni, ha sempre previsto due figure che hanno lavorato in condivisione tra loro e con i docenti: un pedagogista e una psicologa. Per i docenti si sono attuati momenti di formazione che hanno permesso di costruire un clima di dialogo e di fiducia reciproca tra tutti. Grazie a questo, gli insegnanti hanno iniziato a leggere le situazioni di classe in modo diverso, per quello che in realtà nascondevano: fragilità e bisogno di comprensione e aiuto. Inoltre, ha dato la possibilità di trovare in loro stessi energie e capacità per essere figure di riferimento stabili e positive”.
“Nelle classi difficili sono stati previsti interventi del pedagogista, adattati alla singola situazione. Tali interventi si sono estesi nel tempo a quante più classi possibili e anche alla Primaria”. “Abbiamo provato a fare corsi di formazione sulla genitorialità, ma la partecipazione è stata sempre limitata, per questo ora organizziamo delle assemblee di classe, anche su loro richiesta. Abbiamo rilevato che in questo modo la presenza è pressoché totale oltre che interessata e coinvolgente”.
“A sostegno dell’intero progetto diventa fondamentale lo sportello psicologico, a cui ormai ricorrono i genitori continuativamente: è uno spazio in cui le difficoltà e le sofferenze personali vengono accolte per poter individuare percorsi di speranza. Anche i docenti di Primaria e Secondaria spesso chiedono un confronto per capire meglio ciò che osservano in classe, per essere sostenuti e per sostenere a loro volta alunni e genitori.
“Quello che vorremmo sottolineare è che gli adulti provano ad essere ciò che dovrebbero essere: figure di riferimento stabili e concrete. Invece i giovani trovano quanto è loro necessario: ascolto, assenza di giudizio, offerta di aiuto e sostegno, fiducia in loro stessi e nelle loro risorse, capacità di trovare risposte adeguate alle domande di senso, conferma che si può agire in modo diverso e che si può imparare a farlo e a farlo insieme”. •

Loredana Corvaro e Chiara Vitali
Esperti: Pedagogista dott. Amedeo Angelozzi, Psicologa dott.ssa Maria Laura Pozzo

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