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La gioia di ri-unire

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numero 17Chi critica, chi ha il dente sempre avvelenato contro qualcuno, chi, senza voler capire, si assurge a maestro, non costruisce. Disperde. Assomiglia a chi separa, a chi mette il bastone tra le ruote. Al diavolo. Parola proveniente dal greco: dia attraverso ballo metto. Diavolo vuol dire: separare, metter in mezzo, frapporre una barriera, creare fratture. Il diavolo allora è qualcosa di più penetrante di quanto l’iconografia classica fa intendere. Nei primi secoli dell’era cristiana, i satiri pagani furono trasfigurati in demoni dell’inferno, dalle punte degli zoccoli a quelle delle corna.

La figura avversa a Dio prese il nome di chi tentava di separare Dio dagli uomini, sue creature. Oggi, liberandoci di questo vecchio tipo di raffigurazioni, il diavolo è diventato più volentieri una persona elegantissima e affascinante (“Il diavolo veste Prada”), pur mantenendo il suo ruolo di separatore. Senza voler entrare in dispute teologiche o metafisiche, il diavolo è, in certo senso, ciascuno di noi nella misura in cui le scelte che facciamo e le azioni che portiamo avanti fratturano il nostro mondo e ci separano dalla pienezza della realtà.

Molti negano l’esistenza del diavolo, cioè di una entità personale, non dell’esistenza generica del male. Nella prima lettera di Giovanni (3,8) però è chiaro: “Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo”. Negando l’esistenza del diavolo neghiamo il Vangelo. Dunque il diavolo c’è e la sua prima tattica è proprio quella di farci credere non esista per agire indisturbato. Gli appellativi con cui la Bibbia lo definisce sono molti (serpente antico, demonio, spirito immondo, …) ma tre in particolare sembrano svelarci il suo modo d’agire contro di noi.

1) Lucifero – Angelo di luce: è innanzitutto un “angelo” decaduto, diventato il nemico di Dio e il creatore di ogni forma di male (cfr. Gv 8,44). Satana è l’istigatore della caduta originale (cfr. Gen 3,1-7, 13-15). Ma resta sempre un “angelo”, pertanto una creatura superiore a noi per natura, più astuta, più forte. Ma essendo specificatamente “Angelo di Luce”, Lucifero, ovvero “portatore di luce”, ci seduce facendoci apparire il male bene e il bene male. All’inizio di ogni peccato, con la “menzogna” ci attira abbassando le nostre difese e cercando di sedurci facendoci apparire le cose per quello che non sono. Per questo San Pietro ci dice: “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare” (1Pt 5,8). L’umiltà e la vigilanza sono le prime armi da usare. Una vita intensa di preghiera ci dona occhi per discernere, una vita radicalmente evangelica ci protegge dalle sue insidie.

2) L’altro termine è Diavolo, colui che divide, separa. Separa prima di tutto dal vero io, creatura magnifica, immagine del creatore. Allontana pian piano la coscienza dal bene che inizia ad assuefarsi al male. Da origine così ad un senso di rifiuto, di vergogna, di totale disinibizione. Successivamente separa dai fratelli, creando incomprensioni, fratture, alterando il carattere perché non si sta più bene con se stessi. Ogni peccato ha una dimensione personale ed una comunitaria: siamo membra di un unico Corpo che viene impoverito nella sua totalità ed unità. Ci separa dal mondo, dal creato. Infine ci separa da Dio rompendo il ponte di comunione, chiudendo i rubinetti della “grazia che Dio sempre inonda dal Suo Cuore verso i nostri”.

3) Satana: letteralmente significa “l’accusatore”. Dopo esser stato per noi il tentatore Mt 4,1- 11, ecco l’accusatore (Gb 1,9-11; Zac 3,1-5; Ap 12,10). Il principe di questo mondo Gv 14,30, il maligno 1Gv 5,18-19 ci accusa perseguitandoci e cercando di tenerci lontani dal ritorno alla comunione con Dio. Sono miriadi i pensieri e i segni coi quali ci fa sentire uno “schifo”, indegni, incapaci di reagire, impossibilitati a rialzarci. Ci fa credere di non poter essere più amabili, perdonabili, quando invece è già stato sconfitto e nonostante tutti i suoi sforzi, se noi riapriamo il cuore a Dio in un istante la grazia ci viene ridonata. Il cristiano non è colui che sta sempre in piedi, ma colui che cadendo è capace di rialzarsi. Nel tradimento tra Giuda e Pietro qui sta la grande differenza: l’uno per superbia limita l’azione di Dio pensando che il proprio peccato possa essere più grande di Dio, l’altro accoglie l’Amore di Dio ricevendo così una nuova missione: “Pasci le mie pecorelle” (Gv 21,17). Qualsiasi cosa possiamo avere compiuta Dio ci perdona, ha già pagato tutto! Sconfiggere la separazione cercando la comunione e l’unità. Ecco il servizio dell’esorcista, un mandato che la chiesa dà ad alcuni sacerdoti per vincere la divisione e il male. •

Nicola Del Gobbo

About Tamara C.

Direttore de La Voce delle Marche

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