Il tempo della maschera è il tempo della felicità, della creatività, dei coriandoli, come ci raccontano i bambini che si sono ritrovati, insieme agli adulti, nella ludoteca del centro turistico “La risacca” di Porto Sant’Elpidio, per rompere gli schemi ed entrare nella dimensione del mito. Davvero. Senza esagerazioni. Un pomeriggio di aggregazione che ha fatto innamorare, ha fatto sognare, ha fatto sperare di restare per sempre in un mondo di fiaba e di zucchero, dove ancora esistono la tenerezza e lo stupore, l’amore e la nostalgia. Con il loro travestimento i bambini delle zone colpite dal terremoto hanno sorpreso e incuriosito, si sono fatti guardare al di là del loro vestito esteriore. E hanno fatto sognare: proprio come le maschere, come il carnevale, come questa serata de “La risacca” impazzita e bellissima in cui si può essere chiunque: anche un agnellino di “razza sopravissana” come Francesco Carioli, anche una piccola principessa come Ioana Unguriano, anche un superman come Flavio Alini, le tre maschere che vi proponiamo per rappresentare tutti i piccini che sono riusciti a trovare nell’accessorio esteriore quel tratto di meraviglia necessario al personaggio.
I bambini ospiti di questo centro turistico hanno saputo affermare a loro modo che la felicità nella vita è una vetta: la vetta dell’attività creativa, dell’affrancamento dall’ipocrisia, della liberazione dai canoni e dalle regole per esprimere una parte di sé che altrimenti non riuscirebbe a venir fuori.
Qual è il merito principale di questa festa in maschera voluta dalla Caritas diocesana, dall’oratorio della parrocchia S. Pio X e dal centro vacanze “La risacca”? Silvia e tutto il gruppo di animazione della Caritas di Fermo che insieme ai volontari della “Balena dispettosa” e agli Scout di Porto Sant’Elpidio si sono adoperati per aiutare mamme e nonne ad allestire i costumi in maschera, non hanno dubbi: “Almeno siamo usciti dalla logica più ripetitiva e dal mare magnum dei costumi già fatti: siamo partiti dalle stoffe fornite dalla Caritas e insieme alle mamme abbiamo seguito la nostra ispirazione”.
Bravi, il rischio del banale è sempre in agguato. Chi è che non ricorda i costumi fatti in casa dalle mamme e dalle nonne? Certi sapori veri del carnevale ce li siamo persi per strada. Li abbiamo ritrovati a “La risacca”, insieme a un mare di dolci. •
Valerio Franconi
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