Dopo 88 giorni di trattative spesso convulse arriva la soluzione della crisi di governo. Giuseppe Conte ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo esecutivo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Conte, che ha subito chiarito “Lavoreremo per migliorare la vita degli italiani”, ha accettato l’incarico e ha presentato al capo dello Stato la lista dei ministri. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i fautori dell’intesa che ha consentito la nascita dell’esecutivo M5s-Lega, saranno vicepremier. Paolo Savona – il nome che aveva fatto fallire il primo tentativo di Conte 4 giorni fa per l’opposizione di Mattarella alla sua designazione all’Economia – resta nel governo ma va alle Politiche europee. Ora, da un comunicato stampa si apprende che i vescovi italiani saranno “molto vigilanti nei confronti di coloro che vanno al governo”. Il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, al termine dell’assemblea annuale della Conferenza, lancia un messaggio al nuovo governo: «Abbiamo dei paletti fermi e irrinunciabili: la centralità della persona, il lavoro come fondamento della personalità umana, l’attuazione della Costituzione, la scelta chiara per la democrazia e per l’Europa». Aggiunge: «Ricordiamo a tutti come non basti nemmeno avere un governo per poter guidare il Paese. Occorre – questo Paese – conoscerlo davvero, conoscerne e rispettarne la storia e l’identità; bisogna conoscere il mondo di cui siamo parte e nel quale la nostra Repubblica – cofondatrice dell’Europa unita – è desiderosa di ritornare a svolgere la sua responsabilità di Paese libero, democratico e solidale». Nondimeno, sulla scia del pensiero di Ratzinger, proprio in funzione di tale obiettivo, non può essere la Chiesa a indicare quale ordinamento politico e sociale sia da preferirsi, ma è il popolo che, democraticamente, siccome investito della sovranità, deve decidere liberamente; allo stesso modo, lo Stato non può considerare la religione come un semplice “sentimento” individuale, da confinare al solo ambito privato. Al contrario, la religione, essendo anche organizzata in strutture visibili, come avviene per la Chiesa, va riconosciuta come presenza comunitaria pubblica. In realtà – ha più volte osservato l’allora papa Benedetto XVI, riflessione che da sempre sposo oggi la laicità viene comunemente intesa come esclusione della religione dai vari ambiti della società e come suo confino nell’ambito della coscienza individuale. La laicità, dunque – secondo taluni – si esprimerebbe nella totale separazione tra lo Stato e la Chiesa. Rispetto a una tale “visione a-religiosa della vita, del pensiero e della morale: una visione, cioè, in cui non c’è posto per Dio” – osserva il grande teologo – è compito “di tutti i credenti, in particolare dei credenti in Cristo, contribuire ad elaborare un concetto di laicità che, da una parte, riconosca a Dio e alla sua legge morale, a Cristo e alla sua Chiesa, il posto che ad essi spetta nella vita umana, individuale e sociale; e, dall’altra, affermi e rispetti la ‘legittima autonomia delle realtà terrene’, intendendo con tale espressione che ‘le cose create e le stesse società hanno leggi e valori propri, che l’uomo gradatamente deve scoprire, usare e ordinare”. Insomma, altro è la laicità, altro il laicismo. Personalmente, rimango dell’avviso che, in ordine ai grandi valori che danno senso alla vita della persona e ne tutelano la dignità, non si tratta di indebita ingerenza della Chiesa nell’attività legislativa. A tal proposito, va rispolverata la pagina del Vangelo, ove il Messia dice: “Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. Queste parole lapidarie sono come un seme, un input che chiede di essere decodificato, un’affermazione di sapienza che necessita di essere interpretata dai discepoli di Gesù in modo sempre nuovo, in linea con i tempi e le situazioni mutevoli del mondo. Ciò, per scongiurare che queste parole si riducano a uno slogan, a una locuzione-francobollo, come tante volte è successo e succede nei rapporti tra lo stato e la chiesa, tra l’autorità politica e i credenti. •
* alias Jeff Qohelet
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