Nello scorrere della vita, tutti sperimentiamo l’esaurirsi del vino, simbolo della gioia. Si procede a volte per forza d’inerzia, senza entusiasmo, senza le giuste le motivazioni che ci tengono desti. Maria a Cana c’insegna a non rassegnarci, a chiedere a Lui per ricaricare i nostri otri di “vino” affinché continui la festa nel nostro cuore tante volte appesantito. Ripartire è possibile: è possibile riempire i “vuoti” della nostra vita. È possibile rimetterci in piedi, nonostante le debolezze e le fragilità che- se accolte come dono- possono diventare trampolini di lancio per una gagliarda ripresa. È possibile se il nostro cuore accoglie l’invito di Maria: “Fate quello ch’Egli vi dirà”.
Ogni giorno abbiamo di che lamentarci, di che impaurirci, considerando tutto ciò che succede nel mondo e che il telegiornale ci propina ogni sera, bombardandoci psicologicamente con notizie negative sfornate con velocità mozzafiato. Il negativo diventa sensazionale, mai una notizia che ci sollevi, eppure di cose belle ce ne sono tante! Solo un controcanto di paure e di terrore, col rischio di annegare nella tristezza, di distruggere la speranza! Perché rassegnarci a vivere senza gioia? Perché non riusciamo più a guardare il cielo come i Magi che tenevano d’occhio la stella che per loro brillava, quale “messaggera” di gioiosa notizia?
Maria, nostra stella nel cammino, ci esorta a fidarci di Lui che vuole la nostra gioia. Camminiamo, nutrendoci di speranza e acquistando la vera sapienza.Nietzsche, proprio lui, diceva: “Credo in un Dio felice che sta dalla parte del vino migliore e del profumo di nardo prezioso, credo in un Gesù maestro che ama il pane degli uomini e beve il loro vino, credo in questo Gesù che allieta la vita dei poveri e parla il linguaggio della gioia”. Bonhoeffer, teologo martire, affermava : “Dobbiamo trovare e amare Dio precisamente nella nostra vita e nel bene che ci dà. Trovarlo e ringraziarlo nella nostra felicità terrena, perché Dio viene dentro la vita, come festa e come gioia”.
Sempre illuminante il commento di Papa Francesco: “In queste nozze, davvero viene stipulata una Nuova Alleanza e ai servitori del Signore, cioè a tutta la Chiesa, è affidata la nuova missione: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!». Servire il Signore significa ascoltare e mettere in pratica la sua Parola. E’ la raccomandazione semplice ma essenziale della Madre di Gesù ed è il programma di vita del cristiano. Per ognuno di noi, attingere dall’anfora equivale ad affidarsi alla Parola di Dio per sperimentare la sua efficacia nella vita. Allora, insieme al capo del banchetto che ha assaggiato l’acqua diventata vino, anche noi possiamo esclamare: “Tu hai tenuto da parte il vino buono finora” (v. 10). Sì, il Signore continua a riservare quel vino buono per la nostra salvezza, così come continua a sgorgare dal costato trafitto del Signore”.
Madre M. Cecilia Borrelli
Famiglia Monastica Benedettina Fermo