E se la montagna fosse vita, fosse materna, fosse un grembo sempre capace d’accoglienza?
Silvia Camilli da Montefortino non ha dubbi. Lei crede che sia proprio così. «La montagna è come una seconda mamma, non mi imprigiona. Mi protegge invece». Tanto da non staccarsene, giusto il tempo per una vacanza, ma subito il rientro. Tanto da studiare Agraria per dare il suo contributo. Dove? Nel Corpo Forestale dello Stato. Il sogno è proprio quello di indossare la divisa grigio-verde chiaro e controllare i boschi, gli animali, i fiumi, le cime. Preservarli. Custodirli.
Silvia ama le erbe spontanee. L’incontro con Sonia Baldoni, che ne è una grande esperta, le ha trasfuso una passione illimitata. Un altro incontro che l’ha segnata è stato quello con Pasquale Palazzo, il pioniere dell’Aloe vera. E’ stato lui che le ha trasferito «la gioia del fare ciò che piace per passione e non per lavoro, e la voglia di coltivare i sogni».
In attesa di un concorso, la nostra ragazza realizza «lavorazioni a chiacchierino: un tipo di merletto – spiega – di origine egizia, lavorato, a volte a navetta (o spoletta), e a volte ad ago». Gli usi sono molteplici, come per l’uncinetto, «se ne fanno gioielli, decorazioni per tende e lenzuola e ovviamente centrini».
Precisazioni: «Alcuni pensano che i Celti lavorassero dei ricami simili al chiacchierino mentre esiste invece una tecnica di lavorazione chiamata proprio chiacchierino celtico sviluppata più di recente, formata dai classici nodi infiniti, triksele e altri motivi di origine celtica».
Silvia ne ha realizzati diversi e li ha portati in mostra in alcune fiere tipiche, come a Naturalia o alle Vele di San Ruffino ad Amandola, oppure a Smerillo.
Con l’uncinetto ci sa fare. Un giorno, una bambina, venuta con la famiglia in vacanza a Montefortino, l’ha vista lavorare con l’ago, l’ha fissata a lungo, e alla fine le ha chiesto di insegnarle. In poco tempo, la piccola ha imparato i primi cerchietti e i primi archetti. Felicità per entrambe: maestra e allieva.
Sempre in attesa della divisa, non le dispiacerebbe aprire un negozio di tipicità e un piccolo museo con oggetti storici di famiglia, sia di guerra che d’agricoltura. Si considera una creativa, le piace realizzare con le mani qualcosa «che forse un giorno sarà destinato ad una persona, perché credo che ogni cosa sia legata a qualcuno fin da prima che sia creata». Il chiacchierino l’ha imparato seguendo alcune anziane che davano istruzioni sul web. Passato e futuro insieme.
Certo, ammette, «le piccole realtà locali sono sempre lasciate un po’ indietro. Vivendo in un minuscolo paese è più difficile sviluppare idee e ingrandirsi». Ma lei non si scoraggia e forse un domani, galopperà insieme a Terence Hill ad «Un passo dal cielo».
Silvia Camilli è nata ad Amandola il 31 gennaio 1994. Vive con la famiglia (il padre Alessandro e la mamma Laura Liberati) a Santa Lucia in Consilvano, frazione di Montefortino. Ha studiato Agraria all’ITAS Ulpiani di Ascoli Piceno. Le sue passioni sono la chitarra elettrica, il canto, adora il disegno e soprattutto le passeggiate e i convegni su erbe e piante spontanee. Partecipa spesso, come spettatrice, a rievocazioni storiche, come la Quintana di Ascoli Piceno e ai festival celtici come Montelago. Ama Montefortino e tutti coloro che la abitano. Non se ne distaccherebbe mai. A meno che la divisa…