Si è spento a 92 anni

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Mons. Giuseppe Paci: il parroco che ha fondato Molini Girola

Schivo, preciso, meticoloso, metodico, ottimista, uomo di Dio. Mons. Giuspeppe Paci è tutto questo e anche di più. Ha lasciato questo mondo domenica 25 giugno alle ore 16. Si è spento alla presenza del fratello Giovanni il quale, novantenne, ha accolto anche gli ultimi respiri dMaria Teresa, la sorella spentasi in una camera accanto a quella dove giaceva gravemente malato don Peppe.
Nato a Porto S. Giorgio l’otto gennaio 1925 don Giuseppe è battezzato il 25 gennaio 1925 e ordinato sacerdote il 4 luglio 1948 da Mons. Norberto Perini.
È subito mandato a Gualdo di Macerata come Vice parroco nella parrocchia di S. Savino.
Da 1949 al 1953 don Giuseppe svolge il ministero di Viceparroco a Ortezzano nella parrocchia di S. Girolamo, quindi mandato a Corridonia fino al 1963 dove è nominato viceparroco nella parrocchia dei Santi Pietro Paolo e Donato. Contemporaneamente, a Corridonia, insegna Religione Cattolica all’Istituto Enaoli di cui è anche cappellano.
Nel 1963 è chiamato a Fermo per guidare come parroco la parrocchia di S. Giovanni Bosco nella contrada Molini di Tenna. Qui progetta e costruisce la chiesa dedicata a S. Giovanni Bosco.
A Fermo però svolge anche altri servizi: insegna Religione Cattolica fino al 1985 prima all’Itis e poi all’IPSIA; è chiamato a servire la Diocesi di Fermo come Direttore dell’Ufficio Amministrativo della Curia dal 1977 al 1990.
Nel 2001, per raggiunta età, lascia la parrocchia, la “sua” parrocchia e va a vivere nella Casa del Clero del seminario.
Nel 2003, mons. Gennaro Franceschetti lo nomina Canonico della chiesa Metropolitana.
La sua attività anche in quiescenza è febbrile. È un uomo sempre proiettato in avanti. Non dimentica la parrocchia di cui continua ad interessarsi con la visita ai malati, la celebrazione eucaristica e l’amministrazione del perdono di Dio.
A 90 anni don Peppe si inventa giornalista. “Può un uomo ultranovantenne, che non ha mai pubblicato un opuscolo e neppure scritto articoli di giornale mettersi a scivere un libro?” si chiede nella Nota a Margine della sua pubblicazione «Un territorio, due contrade, una Comunità». La risposta è sì. Lo ha fatto. Lo ha fatto con il cipiglio e la grinta di un giornalista vero che verifica le notizie attraverso colloqui personali. Il libro racconta la storia di due località fermane alla destra del Tenna: Molini e Girola, e della chiesa e parrocchia di San Giovanni Bosco. È la “sua” parrocchia. Ogni anno, don Peppe dona alla chiesa parrocchiale qualcosa per renderla più accogliente, più idonea a rivelare e velare la presenza di Dio. Queste opere continuano ad indicare che la sua presenza non cessa di essere accoglienza paterna e fraterna. Fin quando la salute glielo ha permesso fa visita agli ammalati. Li avverte prima con una telefonata. E trascorre con loro un po’ di tempo. E poi soddisfatto e stanco torna in seminario guidando la sua Panda o, quando non riesce più a guidare, facendosi accompagnare da qualcuno.
Questa capacità di essere il “padre” e il “nonno” della parrocchia è percepito dai parrocchiani che lo hanno ricambiato con la stima e il calore. Il quartiere Molini Girola nel 2015 ha festeggiato i 90 anni di don Peppe con una festa a cui erano invitati tutti gli anziani della Parrocchia. Don Giuseppe ha poi continuato i festeggiamenti di questo traguardo (90 anni) con tutti i suoi familiari in Seminario con una celebrazione eucaristica e un pranzo offerto a tutti.
Si trova bene nella Casa del Clero del Seminario. Più di una volta ha avuto parole di lode nei confrotni delle suore, le Ancelle di Cristo Sacerdote, che lo acccudiscono come se fosse Cristo stesso. E lui, don Peppe, molto sensibile, ha le lacrime agli occhi quando parla della premura e dell’attenzione che Suor Maria o Suor Maria Nelly hanno nei suoi confronti.
Le Suore non lo hanno mai lasciato un attimo. Sono dovute partire per la Colombia dove hanno il Capitolo Generale. Però, per ogni medicina, per ogni dubbio, per ogni ricovero don Peppe poteva sempre contare su un angelo in terra che lo custodiva, lo accompagnava, lo sosteneva.
La fatica del libro che ha presentato a fine gennaio 2017 nella chiesa di S. Giovanni Bosco lo ha reso felice, ma lo ha anche spossato perchè ha voluto sentire di persona tutti i protagonisti, ha voluto seguire di persona tutte le correzioni, ha voluto correggere ogni pagina stampata. Nella Nota a margine del libro infatti si legge ancora: “Questo scritto è la ricostruzione di un angolo di storia di una piccola porzione della Valle del Tenna da parte di uno che ha vissuto e conosciuto. Non ha pretese scientifiche di storicità e si augura che possa essere di stimolo per ulteriori ricerche. Hanno contribuito alla sua realizzazione i ricordi di persone anziane e i racconti di figli e nipoti di persone che hanno realizzato qualcsa di importante per le contrade Molini e Girola”.
A fine maggio don Peppe si è sentito male. È stato ricoverato prima a Fermo poi in Ancona e poi di nuovo a Fermo. Da questo malessere sono sopraggiunte altre compllicazioni e in ultimo la febbre alta. Domenica mattina 25 giugno ha ricevuto l’unzione degli infermi. Alle ore 16 ha smesso di vivere. Requiescat in pace. Il Signore ricompensi il suo apostolato. •

È tornato alla Casa del Padre don Silvano Aroldo Muzi, lunedì 26 giugno 2017. Viveva nella sua casa a Marina Palmense. Era nato a S. Elpidio a Mare il 30/5/1931 ed era stato ordinato sacerdote da Mons. Perini il 5/6/1958. •

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