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Rocco, cresciuto qui, è vescovo

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La notizia è stata da poco ufficializzata, nonostante le indiscrezioni dei social, e le richieste di conferma da parte dei parrocchiani, tra curiosità e stupore, diventano incalzanti: Rocco è Vescovo!
Qui a San Paolo, il neoeletto Arcivescovo Metropolita di Fermo è semplicemente Rocco, il ragazzo che tutti hanno visto crescere in parrocchia fin dalla tenera età, ben inserito nel gruppo dei giovani di Azione Cattolica, per tanti anni organista e responsabile dell’animazione canora delle liturgie e poi, forse anche in modo inaspettato, diventato prete come suo zio, don Nicola Colagrande, parroco storico del rione Villa Longo.
È proprio lui, don Nicola, che accoglie la notizia con un misto di gioia e preoccupazione dovuta in parte alla problematica situazione familiare che Rocco sta vivendo in questi tempi, oltre ovviamente al pensiero delle responsabilità gravose che d’ora innanzi graveranno su di lui. “Dovremo abituarci a perderlo”, aveva dichiarato in tempi non sospetti, quando Rocco fu chiamato a Roma per conto della C.E.I., ed oggi vede avverarsi quella che potrebbe essere considerata una vera e propria profezia. Non lo dice, né lo da a vedere, ma in fondo credo provi anche un briciolo d’orgoglio per Rocco e più in generale per la sua famiglia e le sue origini grottolesi. Lui, tante volte in passato, accusato di essere poco affine alle autorità in genere, non escluse quelle ecclesiali, ora vede assumere quell’incarico oneroso da Rocco, un prete da lui formato alla scuola del Vangelo ed educato all’impegno sociale. Caratteristiche che forse don Nicola avrebbe desiderato avessero i Vescovi con i quali nel tempo ha avuto a che fare, i cui quadri sono ancora affissi in sacrestia a testimonianza perenne di una storia fatta di incontri, a volte scontri, nella quale però, le relazioni umane e la fedeltà a Cristo e alla Chiesa hanno sempre prevalso. I giovani poi, sono quelli più entusiasti. Hanno visto sempre don Rocco in mezzo a loro, gioviale e scherzoso, attento alla formazione umana e cristiana ed ora, che è eletto Vescovo, ne sono contenti, perché sanno con certezza che dove andrà farà bene! Mi chiamano persino dalle sedi universitarie dove sono sparsi per l’Italia pur di commentare la notizia che suscita, allo stesso tempo, meraviglia e orgoglio.
Gli adulti con i quali don Rocco ha instaurato rapporti solidi e duraturi, soprattutto nei suoi primi anni di sacerdozio vissuti qui in parrocchia come viceparroco, lo stimano molto e apprezzano unanimi le sue doti umane e spirituali sottolineando la sua affabilità e serietà. Addirittura la gente comune, nella sua spontaneità, gioisce per la nomina.
Tutti, insomma, sono contenti per Rocco; dagli adulti ai bambini che neppure lo conoscono di persona, ma che percepiscono come uno di noi, di questa grande famiglia che è la parrocchia di San Paolo, sia stato chiamato a servire la Chiesa, come l’Apostolo delle Genti di cui portiamo il titolo. Siamo certi che dovunque andrà, porterà con sé quel bagaglio appreso e coltivato in questa periferia Nord di Matera, non dimenticata perlomeno da Dio, e che lo condividerà con quanti incontrerà sul suo cammino. •

Donato Di Cuia

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