Sentinella di bene

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Arriva nella diocesi fermana il presule mandato dal Papa. È la novità d’inizio del tempo liturgico dell’Avvento. Il Cristo viene a salvare. Sin dalla celebrazione trasmessa dalla Tv anche nelle parrocchie, l’apostolo agisce insieme con i fedeli e con i ministri per rilanciare la partecipazione alla vita della Chiesa. Non è un ospite in casa, è la guida della famiglia diocesana e comunica con le persone per facilitare l’autoconsapevolezza cristiana. È un aiuto per orientare meglio il nostro futuro con il saper leggere l’intervento divino tutto tenerezza e fedeltà nel nostro presente.
La novità dell’arrivo dell’Arcivescovo Mons. Rocco Pennacchio fa l’effetto di rendere agile l’animo, lo muove a non ristagnare nella quiete, a rivitalizzare la corrente partecipativa con coscienza libera e responsabile. Mons. Rocco ha manifestato disponibilità sin dai primi giorni con il suo incontro con i sacerdoti anziani e con la visita ai terremotati di Amandola, come compagno di viaggio che manifesta spirito umanitario ecclesiale. Si fa accogliere con il motto di san Paolo: “Ti basta la mia grazia”.
La consegna del bastone pastorale lo fa considerare esperto del discernimento che sa migliorare la preghiera, il senso della vita, la speranza, la fede, il valore della presenza del Cristo, incarnazione divina. Gli stimoli dell’obbedienza professata da sacerdoti, diaconi, religiosi e famiglie servono a camminare nella nostra realtà con atteggiamento umile. Il lavoro di riflessione nei gruppi interpella ad essere comunità nelle scelte da elaborare con l’apporto del Consiglio Diocesano, di quello Presbiterale, della Consulta delle aggregazioni laicali. Un vescovo nuovo ha l’effetto di un richiamo a mettersi in gioco, ad instaurare relazioni forti non tanto per confrontarsi, quanto per essere una cosa solo con Cristo.
I credenti sono compartecipi sotto la guida del presule che sostiene l’unità della Carità da cui scaturisce la comunione dinamica, generativa, missionaria. E il cuore di Cristo viene incontro all’umanità bisognosa. La sollecitudine di ciascun fedele è sprone a favore delle energie degli altri, e a sua volta se ne riceve il sano impulso al bene. Il cammino è verso la Pasqua. Attualmente il Redentore viene con i panni del bimbo, poi si avvia alla croce ed alla resurrezione. Siamo sollecitati a risvegliare la disponibilità e incarnare l’autentica formazione dove viviamo. Ogni cristiano è vitalmente connesso agli altri e tutti siamo chiamati ad accogliere i pensieri e le opere che scaturiscono dal capo, Cristo. Così nessuno rimane solo nel Corpo mistico. Da chi rappresenta la guida, il Pastore eterno, arriva l’appello ad edificare, a elevare e a risanare l’umanità. Mons. Rocco arcivescovo è segno e strumento dell’unità diocesana. È il garante dell’operosità pastorale, affinché nuove presenze arricchiscano il popolo di Dio. È la preghiera che mons. Rocco ci ha chiesto, incoraggiandoci a impegnarci per l’unità della Chiesa. Nell’integrazione fra Vangelo e vita quotidiana siamo testimoni della pace negli ambiti dove viviamo. •

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