Carcere: non solo tristezza
Ospite d’onore il vescovo, Rocco Pennacchio, per la prima volta in visita insieme con don Michele Rogante, con i volontari della cAritas e tutte quelle persone che si adoperano per riempire di dignità il tempo dei detenuti. Emozionante davvero l’esibizione del coro, tra sacro e profano, con il vescovo, grande appassionato ed esperto di musica, che cantava sottovoce e apprezzava visibilmente.
E proprio dall’esibizione del coro è voluto partire il vescovo Pennacchio nel sottolineare: “Dovevo venire in visita prima di Natale ma ho preso una sbandata, come spesso succede nella vita, e sono uscito di strada, ma a questo punto sono contento di aver potuto avere l’occasione di partecipare ad un evento come questo. Mi piace molto sentirvi, la musica di per sé ha l’effetto di elevare l’anima, ovunque porti la sensibilità di ciascuno. Ci migliora, ci aiuta, c’è poi l’esperienza del cantare insieme.
Per cantare insieme bisogna mettersi d’accordo ed è un esercizio che richiede un allenamento allo stare uniti. E’ sicuramente un’esperienza anche questa formativa e di accrescimento.
Si può incrociare la fede alla condizione di vita in cui ci si trova, anche nella sofferenza, come può essere in una casa di reclusione. E allora bisogna pensare alla libertà, mi carico sulle spalle il peso di questo mio momento di pena ma la libertà deve essere quella del cuore, nel saper accettare anche questa situazione, guardare al futuro con ottimismo”.
Presente anche il sindaco Paolo Calcinaro, con l’assessore all’ambiente Alessandro Ciarrocchi, il primo cittadino ha ricordato l’impegno costante al fianco della direzione dell’area trattamentale, nel rendere la permanenza nell’istituto meno dolorosa: “Abbiamo collaborato nel creare occasioni di impegno fuori da queste mura, per due persone che gratuitamente si sono messe a disposizione del quartiere intorno all’ospedale e si sono fatte apprezzare per impegno e serietà.
Andremo avanti su questa strada, perché crediamo fortemente nella necessità di costruire la migliore vita possibile qui dentro e poi nella possibilità di uscire in maniera positiva nella nostra comunità”. •