La figlia racconta la madre

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“Prima di iniziare, ringrazio il Signore, la mia santa mamma e il mio amatissimo padre per il dono della vita, che è tutto: il dono più prezioso e più grande, che si è sempre in dovere di onorare”.

Così ha esordito Gianna Emanuela Molla nel pomeriggio di sabato 1 settembre, in un Teatro Luigi Cicconi affollato e attento a cogliere ogni parola della geriatra cinquantenne di Ponte Nuovo di Magenta, quarta figlia di Gianna Beretta Molla, proclamata santa il 16 maggio 2004 a Piazza San Pietro da Giovanni Paolo II. Tra i tanti appuntamenti in programma per le feste patronali, la vicaria di Sant’Elpidio, in collaborazione con l’Azione Cattolica diocesana e l’Amministrazione Comunale, ha proposto la testimonianza di una donna che non ha conosciuto direttamente la propria mamma, morta solo 7 giorni dopo averla partorita, ma che ne sente forte la sua presenza attraverso i ricordi di parenti e amici.

Novanta minuti sono stati dedicati all’ascolto della storia di colei che ha vissuto la quotidianità in modo esemplare. Come scrisse il Cardinale Martini “Gianna rappresenta un modello di santità in cui ciascuno si sente a casa”. Amava la montagna, lo sport, l’arte, la musica, la bellezza che era in tutto ciò che la circondava. Amava la sua professione di medico pediatra. In un suo discorso ai medici cattolici affermava: “Noi tocchiamo Gesù nel corpo dei nostri ammalati – poveri, giovani, vecchi, bambini. La nostra missione non è finita quando le medicine più non servono; c’è l’anima da portare a Dio”. Amava l’Azione Cattolica, che l’ha vista impegnata in incarichi associativi con grande passione, svolgendo una straordinaria attività di educazione cristiana delle giovani a lei affidate. Amava immensamente lo sposo che il Signore aveva scelto per lei, l’ing. Pietro Molla, uomo devoto e fedele, credente e umile.

Amava i suoi figli, perché progetti di Dio. Prima dell’ultimo parto ha espresso esplicitamente la sua scelta: “Se dovete decidere tra me e il bimbo, nessuna esitazione. Scegliete – lo esigo – il bimbo, salvate lui!”». E Gianna Emanuela è stata salvata, perché desiderata, amata ancor prima che nascesse, accolta come il dono più importante. Con voce flebile, ma decisa e appassionata, ci ha raccontato di una mamma testimone di amore e di normalità, una normalità straordinaria, che invita tutti a seguirne l’esempio.

Gioia Corvaro

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