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Seminaristi sulle orme dei papi del Concilio

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Un pellegrinaggio all’insegna della memoria, della compagnia e della profezia, sulle orme dei papi del Concilio Vaticano II. Questa è stata la formula scelta per il ritiro d’inizio anno formativo dei seminaristi dal 29 settembre al 3 ottobre.

Ci siamo preparati a casa attraverso la visione di due efficaci documentari della Rai su Giovanni XXIII e Paolo VI. L’emozione di calpestare la terra e visitare i luoghi natali dei due pontefici è pari a quella che si prova visitando la Terra Santa. Si prova la sensazione di toccare con mano la concretezza di un Dio che si fa storia e accompagna il cammino degli uomini. Angelo Roncalli e Giovanni Battista Montini: due famiglie, due storie, due caratteri completamente diversi, ma con un’unica fede e una medesima passione per la Chiesa. Conoscendo le loro radici e la loro personalissima storia si comprende meglio la grande storia. Dopo tale esperienza sembrerà diverso rileggere i documenti conciliari. Non abbiamo visitato un pezzo di storia destinata alla conservazione di un museo, ma abbiamo fatto memoria di un evento, quello del Concilio, che è e rimane un dono profetico consegnato nelle nostre mani, ancora in gran parte da scoprire ed attuare. Abbiamo incontrato testimoni d’eccezione.

Primo fra tutti, a Sotto il Monte Giovanni XXIII (Bergamo), Mons. Loris Capovilla, che fu segretario particolare del “papa buono”. Al telefono mi aveva precisato che anziano com’è (97 anni!) ci avrebbe solamente salutati. Solo il sopraggiungere dell’ora di pranzo lo ha convinto a salutarci dopo più di un’ora di racconti e testimonianze a ruota libera! Resteranno indimenticabili l’incanto dei suoi occhi luminosi. A Concesio (Brescia), borgo natale di papa Montini, un altro importante incontro presso il modernissimo centro dell’”Istituto Paolo VI”, sorto a fianco della casa che ha udito il primo vagito del piccolo Giovanni Battista: il presidente Prof. Don Angelo Maffeis, teologo, e il Segretario Generale Prof. Toscani. I loro interventi ci hanno consentito di comprendere il ruolo straordinario di questo grande papa, insufficientemente conosciuto, nel condurre in porto la grande barca del Concilio, profeticamente avviato dal suo predecessore, e il suo impegno nel tradurlo in concreta attuazione in tutta la Chiesa. Attorno ai due “giganti” della Chiesa contemporanea, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare altri protagonisti di ieri e di oggi, testimoni della vitalità della Chiesa condotta dallo Spirito. Vicino a Sotto il Monte sorge l’abbazia di Sant’Egidio.

Qui per molti anni ha vissuto Padre David Maria Turoldo (morto il 6 febbraio 1992 e sepolto nel vicino piccolo cimitero), religioso servita, poeta profetico che sa trasmettere l’inquietudine della fede. Non potevamo non farne memoria e conoscere almeno qualcosa di lui. A Brescia, in maniera inattesa, abbiamo avuto la disponibilità di un incontro con il vescovo Mons. Luciano Monari: due ore intense sul tema dell’essere presbitero secondo le attese della Chiesa e del mondo nel post-concilio. Una conversazione su cui tornare a riflettere e a confrontarci (per fortuna la telecamera di don Enrico!).

Non è mancato un tuffo nella vita concreta e quotidiana della chiesa bresciana. Una visita al centro delle comunicazioni della diocesi: attraverso la guida e la spiegazione del suo direttore, don Adriano Bianchi, abbiamo potuto ammirare l’organizzazione sinergica dei vari strumenti massmediali (settimanale, radio, produzione tv e web) che ruotano attorno ad una redazione giornalistica unica. Non poteva mancare una, seppur breve, visita ad una comunità parrocchiale e al suo oratorio, vera casa della comunità che ha ancora oggi la caratteristica di essere cuore pulsante della vita di un quartiere. Significativo l’incontro con il parroco e alcuni laici che collaborano attivamente: ci hanno mostrato un tentativo di traduzione concreta del volto conciliare della chiesa. Brescia chiaramente ci rimanda alla memoria di Mons. Gennaro Franceschetti. Un fuori-programma graditissimo, per noi e per loro, è stato l’incontro con i suoi numerosi parenti a Provaglio d’Iseo, durante la celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale dell’infanzia del vescovo, e la condivisione della cena sulla riva del lago. Alla fine del pellegrinaggio-ritiro rimane la profonda gratitudine per quanto i nostri occhi hanno visto, i nostri orecchi hanno ascoltato e le nostre mani hanno toccato.

La ricchezza di grazia ricevuta ci chiama ora alla responsabilità di essere non semplici spettatori, ma protagonisti della vita della Chiesa di oggi nella docilità allo Spirito. L’anno davanti a noi ci chiederà la fatica di metterci in ascolto e in cammino personalmente e comunitariamente. •

Sandro Salvucci

 

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