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L’accolito serve l’altare e si prepara a divenire lui stesso altare

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Alcuni seminaristi hanno ricevuto il ministero dell’accolitato durante il settenario della Madonna del Pianto, Andrea, Luca e Simone sono diventati accoliti. Il vescovo, mons. Luigi Conti, il 12 gennaio, in Cattedrale, ha loro conferito il ministero del servizio all’altare.
Chi è un accolito?
Il termine accolito deriva dal greco. La forma verbale corrispondente significa: andare dietro, seguire, accompagnare. Nel linguaggio del Nuovo Testamento essa riveste il senso vasto e profondo di sequela di Gesù.
Dell’accolito in senso liturgico sentiamo parlare per la prima volta nel secolo III. In una lettera indirizzata a Fabiano di Antiochia, papa Cornelio afferma che nella Chiesa romana vi sono quarantasei presbiteri, sette diaconi, sette suddiaconi, quarantadue accoliti e cinquantadue esorcisti, lettori e ostiari. Liste simili ne troviamo anche in seguito. Documenti liturgici veri e propri relativi all’accolitato risalgono tuttavia solo a un periodo più recente e trovano infine il loro riconoscimento ufficiale nel rito di ordinazione del secolo VIII. Secondo questo rito il candidato veniva chiamato a svolgere il servizio dell’accolito con una preghiera di benedizione e la consegna di un sacchetto di lino destinato a contenere l’eucaristia. L’accolito la porgeva dentro di esso al sacerdote per la frazione e la portava ai malati.
Più tardi troviamo un rito cambiato e ampliato, che prevedeva nella sua parte centrale la consegna di un candeliere con le candele spente e dell’ampollina vuota. Ma non solo il rito fu cambiato, pure il servizio all’eucaristia come aiutante del sacerdote fu ridimensionato.
L’accolitato costituì fino a pochi anni or sono il grado più alto degli «ordini minori». Il ministero dell’accolito, una volta autonomo e permanente, era diventato nel corso del tempo una tappa verso l’ordinazione sacerdotale. Per quanto fosse cosa ragionevole che un sacerdote venisse preparato in maniera graduale ai compiti del suo ufficio, tuttavia in questo modo i ministeri liturgici persero la loro indipendenza e il loro senso originario. Essi furono conferiti solo più a chierici e in previsione della loro futura ordinazione sacerdotale; appunto per questo furono anche detti «ordini minori» e considerati come articolazione del sacramento dell’ordine.
Il ministero dell’accolito fu ripristinato nel 1972. Nella lettera apostolica «Ministeria quaedam» leggiamo: «L’accolito è istituito per aiutare il diacono e per fare da ministro al sacerdote. È dunque suo compito curare il servizio dell’altare, aiutare il diacono e il sacerdote nelle azioni liturgiche, specialmente nella celebrazione della santa messa; inoltre distribuire, come ministro straordinario, la santa comunione tutte le volte che i ministri non vi sono o non possono farlo per malattia, per l’età avanzata o perché impediti da altro ministero pastorale, oppure tutte le volte che il numero dei fedeli, i quali si accostano alla sacra mensa, è tanto elevato che la celebrazione della santa messa si protrarrebbe troppo a lungo. Nelle medesime circostanze straordinarie potrà essere incaricato di esporre pubblicamente all’adorazione dei fedeli il sacramento della santa eucaristia e poi di riporlo; ma non di benedire il popolo».
L’accolitato, unitamente al lettorato, può essere conferito pure a laici. L’accolitato e il lettorato non sono più riservati ai candidati all’ordinazione sacerdotale («Ministeria quaedam » III).
L’istituzione viene conferita dal vescovo. Il rito consiste nella consegna della patena con il pane o del calice con il vino da consacrare, mentre il vescovo pronuncia le parole: «Ricevi il vassoio con il pane (il calice con il vino) per la celebrazione dell’eucaristia, e la tua vita sia degna del servizio alla mensa del Signore e della Chiesa». Nella preghiera di benedizione sui candidati si dice: «Benedici questi tuoi figli eletti al ministero di accoliti. Fa’ che, assidui nel servizio dell’altare, distribuiscano fedelmente il pane della vita». In queste parole è contenuta una breve descrizione del ministero dell’accolito. •

COMPITI DELL’ACCOLITO

1) Verificare prima dell’inizio della celebrazione che in presbiterio tutto sia stato predisposto e che il Messale abbia i segnali alle pagine appropriate;
2) partecipare alla processione introitale rivestito della veste liturgica propria (PNMR 82; IM24; Disposizioni, n. 8);
3) aiutare il celebrante ed il diacono nelle celebrazioni liturgiche (PNMR 65; IM 29; MQ VI; Ministeri, n. 8; EvM 65);
4) portare la croce processionale e presentare, all’occorrenza, il Messale al celebrante (PNMR 143-144);
5) disporre sull’altare il corporale, il purificatoio, il calice ed il Messale; aiutare il celebrante ed il diacono nel ricevere i doni;presentare, secondo l’opportunità, il pane ed il vino al celebrante, ma non versare il vino e l’acqua nel calice e neppure alzare il calice al ‘Per Cristo, con Cristo…’ o al momento dell’ostensione del pane consacrato al ‘Beati gli invitati….’ (PNMR 100-103.145.221; MRI p. 421; IM 30; MQVI; Ministeri, n. 8).

B) come ministro straordinario dell’Eucarestia può:
1) ricevere la comunione in mano immediatamente prima che il celebrante o il diacono inizino a distribuire la comunione ai fedeli e fare la comunione sotto le due specie;
2) aiutare a distribuire la comunione quando il numero dei fedeli è molto elevato e non vi sono sacerdoti o diaconi in numero sufficiente e si protrarrebbe troppo la S. Messa, oppure quando i sacerdoti o i diaconi non possono farlo per altri seri motivi – ad es.: infermità, età avanzata… – (PNMR 146; CIC 910; MQVI; Ministeri, n. 8);
3) in assenza del diacono reggere uno dei vasi sacri nella comunione sotto le due specie cfr. PNMR 146.244/d. 246/a);
4) aiutare il sacerdote ed il diacono nel purificare e riordinare i vasi sacri (PNMR 147.244/e);
5) portare la comunione a coloro che non possono partecipare alla celebrazione eucaristica (SUCPI 29; SUCPI: Appendice II, n.1; RCCE 17.58; MQ VI; Ministeri, n. 8);
6) esporre e riporre l’Eucaristia durante l’adorazione, ma senza dare la benedizione.

C) In assenza del diacono l’accolito:
1) porge il turibolo al celebrante, lo assiste nell’incensazione dell’altare e delle offerte, incensa il celebrante stesso ed il popolo (PNMR 51.105.145);
2) terminata la distribuzione della comunione porta i vasi sacri alla credenza per purificarli e riordinarli (PNMR 147.244/e);
3) non può invitare i fedeli a scambiarsi il segno di pace e dare il congedo al termine della celebrazione (MRI pp. 420-425).

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