ARRIVEDERCI, PRINCIPESSA – In memoria di Alessandra Castagna

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Alessandra dai capelli color del miele. Alessandra dalla gioia di esserci. Alessandra che guarda la vita da un’ironica distanza perché sa che il tragitto è breve e fugace. Alessandra maestra di verità e di saggezza. Alessandra che sa stare anche con i bambini che questo mondo non vuole perché diversi. Alessandra che veste i panni di una rinascimentale a cavallo della storia, o la parrucca di un clown… Prendi il mare come metafora di una storia che sai quando inizia ma non quando finisce e sogni… Dentro quelle istantanee fluttuanti su una nuvola c’è tutto di te, la speranza e la gioia, la disfatta e la risurrezione, la consapevolezza che comunque sia, la vita è bella e va vissuta anche di fronte al raccapriccio dell’impietoso specchio – perché l’anima lo spirito contano e non morranno mai… Ti ricordo, Alessandra, vicino al mio angelo quando già il morbo si era affacciato alle tue porte ghignante beffardo. Attraverso lo sguardo di chi sa che ormai non c’è tempo di differire la data di diventar grandi sbirci da un muro questo battito di ciglia, sorridente e sorniona, dolente e indomita… abbracciata a una, a più ragioni, ai respiri che ti donano respiro…
Ricordo quell’inizio anno scolastico che, insegnante di sostegno “per caso”, désti tutto di te ad Alessio e mi bisbigliasti, gli occhi lucidi che varcavano la gittata dei giorni, che era lui che invece ti aveva dato tutto. Parole che non dimenticherò mai, che anzi non scorderò mai perché rimaste dentro il cuore e Alessio lo sa perché io gliel’ho detto che sei salpata Altrove, e lui per un attimo ha sostato in silenzio davanti al suo segreto immaginare …perché si può parlare agli angeli e adesso lui ti parlerà come si parla agli angeli e tu di Lassù, lasciate per imperscrutabili disegni le cure del mondo, gli parlerai come a un angelo, come parlerai a quelli che furono il sorriso del tuo breve passaggio qui, perché già su questa terra si può varcare la linea d’ombra e parlare con gli angeli sol che si scali il muro del tempo e delle vanità.•

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